Yonghong Li non ha versato al fondo Elliott i 32 milioni previsti dall'accordo sull'aumento di capitale dei giorni scorsi. Il colosso americano potrà ora attivare l'escussione del pegno e diventare proprietario del club. Ma c'è uno scenario che permetterebbe all'imprenditore cinese di restare, anche se in quota di minoranza coi rossoneri
Un colpo di scena dietro l’altro. Venerdì 6 luglio era la data limite il cui il proprietario del Milan Yonghong Li avrebbe dovuto versare i 32 milioni di euro dell’aumento di capitale effettuato, nei giorni scorsi, dal fondo americano Elliott. Il fondo americano non ha ricevuto il bonifico, di fatto si è rotta la covenant, e il colosso statunitense potrà attivare l’escussione del pegno e diventare il proprietario del Milan. Accadrebbe tutto dopo la convocazione di un consiglio d’amministrazione straordinario. In attesa di quella che potrebbe comunque essere una svolta epocale, la seconda in quattordici mesi, c’è da dire che, qualora lunedì Yonghong Li dovesse presentarsi con un nuovo acquirente (il nuovo proprietario virtuale) e con 415 milioni di euro (i 383 del prestito e i 32 dell’aumento di capitale da restituire a Elliott), potrebbe tentare di convincere Elliott a lasciare il Milan al nuovo proprietario. Questa situazione permetterebbe a Yonghong Li di rimanere in quota anche se di minoranza con il club rossonero. A quel punto la palla passerebbe appunto a Elliott, oggi determinato a prendere in mano il Milan, ma lunedì magari potrebbero anche accettare la proposta, recuperando il credito e non sobbarcandosi la gestione di un club di calcio.