Dal gol di tacco di Quagliarella al grande assist di Higuain all'ultimo respiro di Milan-Roma, abbiamo messo insieme le più stupefacenti giocate della terza giornata del campionato italiano
Alla terza giornata di campionato le cose che ci avevano sorpreso nelle prime due partite cominciano a prendere consistenza, e in più se ne aggiungono altre. Così ai gol di Benassi e Piatek, si aggiunge la doppietta di Defrel; alla conferma ad altissimi livelli di Kevin Prince Boateng, si aggiunge il ritorno di Gervinho. È stata un’altra giornata divertente, segnata da un altro gol di tacco incredibile, quello di Fabio Quagliarella, da cui cominciamo il nostro viaggio nelle giocate più belle della terza di Serie A.
Il gol di tacco del pazzo Quagliarella
Fortunato - ma anche strano, anomalo - è quel campionato che può vantare il gol di tacco di Pastore e il gol di tacco di Quagliarella a una giornata di distanza. La similitudine di questi due gesti tecnici ci può aiutare a definirne meglio le differenze.
Il gol di Pastore è arrivato girando in porta un cross dal lato, mentre quello di Quagliarella prolungando la traiettoria di un pallone a mezza altezza dalla trequarti. Pastore ha colpito la palla di controbalzo, Quagliarella al volo. La traiettoria del tiro di Pastore è stata lenta e beffarda; quella di Quagliarella decisa e sorprendente. Il gol di Pastore conteneva una leggerezza aerea che associamo facilmente alla sua classe intangibile, alla sua reputazione di artista; il gol di Quagliarella somiglia più al gesto estemporaneo di un pazzo che è riuscito in qualche modo a rendere frequente l’infrequente, e cioè i gol assurdi partoriti da una tecnica balistica unica. (Se si giocasse a calcio tirando solo in porta da fermi, Quagliarella sarebbe il giocatore più forte del pianeta?).
Poi a rendere ancora più Quagliarella il gol di domenica la non-esultanza, manifestazione di quello che la comunità scientifica definisce “Paradosso Quagliarella”. Quagliarella prova dolore ogni qualvolta segna un gol a una squadra di Serie A in cui ha giocato; ma avendo giocato Quagliarella in tutte le squadre di Serie A, Quagliarella non può segnare senza provare dolore. Non esiste la felicità per l’attaccante Fabio Quagliarella.
Controllo e tunnel di Defrel
C'era l’imbarazzo della scelta tra le azioni che rappresentavano bene la prestazione incredibile di Gregoire Defrel contro il Napoli. Colpi di tacco, dribbling e due gol, di uno pazzesco, segnato con una bomba da fuori area di controbalzo tirata col piede debole. Dov'era finito questo Defrel? Siccome però questo è un pezzo sulle giocate, dove il nostro scopo è anche farvi vedere cose che magari non avete visto, perle nascoste fra le pieghe della partita, eccovi un saggio della qualità tecnica e dell’eleganza di Defrel, andato in scena allo scoccare del novantesimo minuto.
Defrel addomestica un lancio lungo con l’interno del piede, correndo all’indietro, e girandosi contemporaneamente, in mezzo a due giocatori del Napoli. Una volta giratosi deve evitare l’intervento di Koulibaly, lo fa con un guizzo con il destro che sembra fargli perdere contatto con la sfera, poi però ci ritorna all’ultimo istante uscendo dalla situazione complicata con un tunnel di esterno sinistro sull’accorrente Rog. Diamo il bentornato quindi a Gregoire Defrel, un giocatore che era mancato alla Serie A nell’ultima stagione.
La sponda di Boateng per Babacar
Kevin Prince Boateng cammina sulle acque in questo inizio di campionato. Sembra letteralmente una persona nata per giocare nel Sassuolo di De Zerbi. Ha giocato già da prima punta o da trequartista, mantenendo invariato il tasso di qualità delle proprie giocate: colpi di tacco, sponde di prima, tiri, filtranti. Anche nella partita contro il Genoa è stato difficile scegliere una sola giocata significativa, tra il gol - segnato dopo uno splendido inserimento -, la rovesciata che ha propiziato la rete di Babacar e varie sponde di tacco che sono ormai la sua cifra distintiva. Ho scelto questo passaggio di piatto di prima per Babacar perché riassume meglio di qualunque altra cosa gli automatismi del Sassuolo, che a fine agosto è una squadra che attacca con meccanismi offensivi già estremamente codificati. Di questi meccanismi Boateng è il deus-ex-machina, il giocatore già immerso a fondo nel matrix di De Zerbi.
Assist di Chiesa, bomba di Benassi sotto la traversa
Quest’azione della Fiorentina va premiata nel complesso. Non è un’azione corale ma rappresenta lo sforzo prometeico di due dei suoi giocatori migliori, Federico Chiesa e Marco Benassi. Il sistema della Fiorentina del resto chiede sempre molta ambizione ai propri giocatori, e si regge su questa voglia di determinare qualcosa verso la porta avversaria quasi ad ogni azione.
Chiesa, ad esempio, raccoglie la palla in uscita dalla propria area e decide di percorrere nel più breve tempo possibile lo spazio che lo separa dalla porta avversaria. Parte quindi a testa bassa, costringe la difesa dell’Udinese a correre tutta all’indietro, arrancando sulle giuste distanze da tenere, e in quella struttura smagliata si inserisce Marco Benassi, servito da Chiesa con una palla di interno piede dolcissima, che dà la dimensione di un giocatore che può giocare anche a più velocità.
Benassi ha già segnato due gol la scorsa settimana e ha appena ricevuto la sua prima convocazione in Nazionale maggiore. Sono anni che chiude i campionati tra i centrocampisti con più tiri verso la porta, ma quest’anno i risultati sembrano essere all’altezza delle sue ambizioni. Così, appena entrato in area, non aspetta che il pallone scenda un po’ per colpirlo, ma si alza lui in leggera elevazione per colpirlo di collo pieno e spedirlo all’incrocio dei pali sul lato corto.
L’assist di Higuain all’ultimo respiro
Sempre su questa rubrica la scorsa settimana raccontavamo del grande stato di forma di Gonzalo Higuain, della sua forza di volontà, del modo in cui sta cercando di caricarsi il Milan sulle spalle. Tanto al Napoli che alla Juventus Higuain ha potuto concentrarsi soprattutto sulla sua fase di finalizzazione, dove è uno dei migliori al mondo, e solo in alcuni tratti delle partite veniva fuori la sua abilità di regista offensivo. Ricordiamo a questo punto che Higuain a inizio carriera giocava da "enganche", collegando centrocampo e attacco e gestendo i tempi della manovra.
Queste qualità antiche di Higuain stanno venendo tutte fuori nel Milan, dove gli è richiesto un lavoro di raccordo e rifinitura quasi a tutto campo. Contro la Roma quando è entrato Cutrone è stato ancora più evidente il ruolo da numero 10 di Higuain, espresso a pieno dall’assist all’ultimo minuto.
Quando la palla arriva ad Higuain sulla trequarti avrebbe la traccia esterna per Suso; Nzonzi però corre a coprirla, allora il 9 del Milan rientra verso il centro sul sinistro, il suo piede debole. Nessuno accorcia verso la palla, forse vogliono concedergli il tiro, ma Higuain non si orienta per tirare, si mette in orizzontale rispetto alla porta e con il piatto, all’improvviso, serve una palla a Cutrone che passa giusta giusta tra Fazio e Manolas. Cutrone non è in fuorigioco perché De Rossi era rimasto indietro, attratto dal pallone. Un errore sottolineato con un po’ di sadismo da Di Francesco nella conferenza stampa post-partita.
Il Milan è stato molto vicino a pareggiare una partita che avrebbe meritato di vincere. Lo scorso anno la avrebbe senza dubbio pareggiata, la differenza tra un pareggio e una vittoria alla fine l’ha fatta Gonzalo Higuain.