Gli azzurri devono rialzarsi dopo la brutta sconfitta contro la Sampdoria, ma sfidano una squadra in forma che ha nel suo gioco gli strumenti adatti a metterli di nuovo in difficoltà
In queste prime giornate di campionato il Napoli ha iniziato a fare i conti con gli effetti del passaggio di consegne in panchina tra Maurizio Sarri e Carlo Ancelotti. Un anno fa, anche grazie a un calendario più morbido, dopo 3 partite la squadra di Sarri viaggiava a punteggio pieno, aveva segnato 9 gol e ne aveva subiti solo 2. Quest’anno gli azzurri hanno battuto in rimonta due avversarie di livello come Lazio e Milan, ma poi hanno perso malamente contro la Sampdoria di Giampaolo, per 3-0. I numeri, sia in attacco che in difesa, sono peggiorati: sono diminuiti i gol segnati (5) e sono aumentati quelli subiti (6). Va poi sottolineata la strana tendenza che ha visto il Napoli passare sempre in svantaggio. Per due volte, contro Lazio e Milan, è riuscito a ribaltare il risultato, contro la Samp non è invece stato in grado di rimontare la doppietta di Defrel e la perla di tacco di Quagliarella ha chiuso la partita.
Nel confronto tra l’inizio dell’ultima stagione di Sarri e la prima di Ancelotti pesa non solo il calendario, più difficile questa stagione rispetto a un anno fa, ma anche una coincidenza particolare: il Napoli ha subito gol da ogni tiro in porta concesso finora. In pratica Karnezis e Ospina, i due portieri che si sono alternati nelle prime tre giornate, non hanno compiuto neanche una parata e tutti i 6 tiri che hanno centrato lo specchio da loro difeso si sono trasformati in gol.
Certo, ci sono anche prodezze come il colpo di tacco di Quagliarella, il tiro al volo di Bonaventura o la giocata individuale di Immobile, che dopo aver dribblato tre difensori azzurri ha colpito a giro sul secondo palo. La tendenza è comunque destinata a normalizzarsi col passare delle giornate, è impensabile che le avversarie continuino a segnare un gol a ogni tiro in porta e, anche se ha mostrato dei limiti, la fase difensiva del Napoli è migliore di quanto dica oggi il semplice dato dei gol subiti.
La trasformazione del Napoli
In queste prime partite Ancelotti è intervenuto sul sistema di Sarri senza stravolgerlo. Il Napoli ambisce sempre a controllare il pallone ma ricerca con meno insistenza i triangoli ravvicinati attorno a cui si sviluppava la manovra con Sarri; soprattutto, il Napoli continua a difendere in maniera aggressiva e a pressare alto, anche se con uscite diverse ed esiti non sempre soddisfacenti.
Già Lazio e Milan avevano punito le ingenuità difensive azzurre in partite in cui per lunghi tratti il Napoli ha comunque giocato meglio delle avversarie, la Sampdoria poi ha mostrato in modo inequivocabile dove si è indebolito il gioco nel passaggio dai meccanismi ipercollaudati di Sarri a quelli più flessibili di Ancelotti.
Quella di Giampaolo è stata la prima squadra del campionato a contestare il possesso al Napoli fin dai difensori: il triangolo formato dal trequartista e dalle due punte facilitava la pressione sui difensori centrali, Albiol e Koulibaly, e sul mediano, Diawara, all’esordio da titolare al posto di Hamsik, il nuovo regista immaginato da Ancelotti per raccogliere l’eredità di Jorginho. Le risposte del Napoli al primo pressing della Samp sono state sostanzialmente due: o l’abbassamento di una delle due mezzali - Zielinski o Allan - per ristabilire la superiorità numerica contro il triangolo offensivo blucerchiato oppure l’uscita sulle fasce, con il sistematico utilizzo del cambio di gioco per colpire le prevedibili difficoltà del rombo di centrocampo della Samp a coprire l’ampiezza.
Defrel e Quagliarella si orientano su Koulibaly e Albiol, mentre Saponara copre Diawara. L’abbassamento di Allan offre però una linea di passaggio a Koulibaly.
A sinistra, Zielinski e Insigne si sono alternati nei movimenti a occupare l’ampiezza e lo spazio dietro al centrocampo della Samp, formando con Mário Rui un triangolo con cui far avanzare la manovra. A destra, invece, Verdi è rimasto costantemente largo, per ricevere i cambi di gioco da sinistra e dare un riferimento in verticale a Hysaj, mentre Allan restava più bloccato al centro. Una volta sulle fasce, il Napoli riusciva ad avanzare più con i cambi di gioco che con scambi palla a terra, anche a causa della brutta serata di Milik, impreciso nelle sponde, e dei due esterni, Insigne e Verdi, non a caso sostituiti dopo l’intervallo da Mertens e Ounas.
Oltre a complicare la manovra, la Samp ha messo in crisi anche il pressing del Napoli. La disposizione a rombo del centrocampo blucerchiato permetteva a chi aveva la palla di trovare praticamente sempre una linea di passaggio in avanti, nei buchi lasciati dalle uscite di Zielinski e Allan, che si sganciavano dalla posizione di mezzali per andare a pressare il regista e i difensori centrali. A differenza di Lazio e Milan, che hanno preferito saltare il pressing azzurro con i lanci lunghi, la Samp ha sfidato palla a terra l’aggressività del Napoli, trovando spesso il modo di avanzare negli spazi aperti all’interno dello schieramento azzurro.
Contro la Samp, rispetto alla partita contro il Milan, l’altezza media dei recuperi del Napoli si è abbassata, a conferma delle maggiori difficoltà a pressare la prima impostazione avversaria. La squadra di Ancelotti ha recuperato meno palloni nella metà campo offensiva e concesso più passaggi alla costruzione della Samp rispetto a quanto aveva fatto contro Lazio e Milan.
La sfida della Fiorentina
Prendendo la partita dei blucerchiati come riferimento, anche la Fiorentina avrebbe in teoria gli strumenti per giocare sulle debolezze mostrate dal Napoli. Anche i viola sono abituati a pressare molto in alto e a difendere in modo aggressivo, e potrebbero di nuovo impedire agli azzurri di manovrare con brillantezza palla a terra.
I movimenti in fase offensiva, poi, potrebbero colpire le zone più vulnerabili del Napoli: l’esterno sinistro che, grazie alla posizione molto avanzata di Biraghi, entra dentro il campo a giocare di fatto da trequartista - nelle prime due partite Pioli ha schierato in quel ruolo Eysseric, ma ha un’alternativa del livello di Pjaca - può creare problemi ricevendo negli spazi lasciati dalle mezzali; Chiesa può essere decisivo sia dentro il campo che restando largo in isolamento contro Mário Rui, magari ricevendo un cambio di gioco, uno strumento che ha già messo in difficoltà il Napoli contro il Milan. Chiesa potrebbe puntare Mário Rui così come aveva fatto Suso, senza contare che se la squadra di Ancelotti tenderà ad allungarsi l’esterno viola può diventare imprendibile.
Chiesa che si mangia il campo e poi serve un assist stupendo a Benassi. Il Napoli ha già subito da Defrel un gol in ripartenza dopo un calcio d’angolo.
Ancelotti sta dotando la sua squadra di nuove opzioni che rendano più semplice l’adattamento all’avversario e all’andamento della partita. Contro il Milan è stato decisivo il cambio di sistema dal 4-3-3 al 4-2-3-1, prima con l’avanzamento di Zielinski e poi con l’ingresso dalla panchina di Mertens, contro la Samp il tecnico emiliano ha iniziato a ruotare la rosa, lasciando fuori due dei giocatori più importanti del sistema di Sarri, Hamsik e Callejón, una mossa che non ha però avuto l’effetto desiderato sulla prestazione della squadra. Contro la Fiorentina potrebbe essere Zielinski a partire dalla panchina, lasciando spazio all’esordio di Fabián Ruiz, arrivato in estate dal Betis e ancora mai utilizzato.
La Fiorentina, che ritrova a Veretout a centrocampo, ha iniziato la stagione alla grande battendo 6-1 il Chievo e 1-0 l’Udinese, è in forma e con il suo modo di giocare potrebbe mettere di nuovo in difficoltà il Napoli. Nella scorsa stagione furono proprio i viola a fermare la corsa scudetto della squadra di Sarri, battendola 3-0 nella giornata successiva alla vittoria contro la Juventus che aveva riaperto il campionato. Stavolta potrebbero mettere in discussione l’opera di rinnovamento di Ancelotti in un momento di transizione ancora molto delicato.