Dopo la pesante sconfitta arrivata contro il Bologna l’allenatore giallorosso ha usato toni duri ai microfoni di Sky Sport: "Quando perdi tutti i contrasti è solo demerito tuo. Abbiamo poca solidità e questo ci porta a fare figuracce: i dati ci condannano, quindi ora silenzio e pedalare"
Tre sconfitte e due pareggi nelle ultime cinque partite disputate, per la Roma è crisi vera. Un inizio di stagione parecchio complicato per la squadra giallorossa, che anche contro il Bologna ha sprecato l’occasione di rialzare la testa. Al Dall’Ara, contro la squadra di Filippo Inzaghi, per i giallorossi di Eusebio Di Francesco è arrivato un pesante 2-0. Un ko inaspettato che ha lasciato molto deluso l’allenatore della Roma, intervenuto scuro in volto ai microfoni di Sky Sport nel postpartita: "Tutti gli allenatori, compreso me, cercano di lavorare per sistemare le cose. La differenza, però, è che io devo trovare internamente le soluzioni – ha spiegato Di Francesco -, invece ancora non le ho trovate. Quindi mi sento un po’ colpevole. Voi parlate tanto di numeri e poco di atteggiamenti: oggi abbiamo fatto il 73% di possesso palla, quindi vuol dire che la filosofia c’è. Ma se non concretizzi, significa che manca qualcosa. Se perdi tutti i contrasti è solo colpa tua. Non sono abituato a cercare alibi, solo soluzioni. Ma oggi non so più con che sistema di gioco affrontare le gare, devo trovare gli uomini giusti".
Mancanza di solidità
Di Francesco ha poi proseguito ad analizzare le motivazioni di un avvio di stagione difficile. "La cosa di non perdere i contrasti non credo si possa insegnare – ha aggiunto l’allenatore della Roma -, è una cosa che i giocatori devono avere dentro. Io posso dire tante cose che possono essere condivise o meno: ho il desiderio di cambiare questa situazione. A Milano, ad esempio, abbiamo perso alla fine, quando sembravamo avere la gara in controllo. Oggi, poi, abbiamo sbagliato tanti gol da vicino. Abbiamo fatto 280 cross quando in mezzo abbiamo solo Dzeko. Le risposte che non sono arrivate mi porteranno a cambiare, non so ancora come. La squadra ha dimostrato di avere poca solidità ed è questo che ci sta portando a fare queste figuracce".
Necessità di cambiare
In chiusura parole dure sull’atteggiamento della squadra, Di Francesco ha anche fatto mea culpa per gli scarsi risultati fin qui ottenuti: "Nel calcio bisogna dimostrare anno dopo anno continuità, io quest’anno ho anche avuto la possibilità di lavorare di più con i giocatori in ritiro, è questa la cosa che mi fa diventare matto. Per questo scatta in me il pensiero che devo sempre cambiare qualcosa. Non posso accettare che le cose non vengano come vogliamo. I cambi di formazione? Quando ci sono tutte queste partite è impossibile fare giocare sempre gli stessi, l’anno scorso il sacrificio di tutti era differente, sono queste le cose su cui serve continuità. Ma se non scatta qualcosa dentro si fa fatica. Tanto vale aspettare il pallone sotto la traversa e sperare di fare gol, ma non è questa la mia filosofia. Il secondo gol che abbiamo preso? Nel calcio il difensore deve sempre essere pessimista. Siamo stati lenti, bisogna ragionare pensando che un compagno possa perdere la palla. Il secondo gol è nato da una nostra giocata importante, abbiamo sbagliato una palla in area avversaria e noi non ci possiamo permettere un gol così. I dati di oggi ci condannano e mi condannano – ha concluso l’allenatore della Roma -, è tutto contro di noi quindi dobbiamo solo stare zitti e pedalare".
L'analisi di De Rossi
Non soltanto Di Francesco, ad analizzare il delicato periodo attraversato dalla Roma è stato anche il capitano giallorosso, Daniele De Rossi. "Il senso di questo momento è quello illogico di quando le cose vanno molto male - ha detto il centrocampista ai microfoni di Sky Sport -, di quando le cose sembrano impossibili da invertire. Ma la mia esperienza mi dice che momenti così ne abbiamo passati e che ne siamo sempre usciti fuori. C’è l’obbligo morale di uscire fuori da questa situazione". De Rossi ha poi difeso Di Francesco: "L'allenatore? L’altro anno ci ha portato in semifinale di Champions, è lo stesso con cui comunichiamo, non vedo perché dovrebbe essere colpevole solo lui. Per battere Bologna e Chievo, con tutto il rispetto, non c’è bisogno di Guardiola in panchina. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità, dobbiamo vedere dove stiamo sbagliando. Anche lui dovrà vedere dove sta sbagliando, ma non mi sembra in questo momento di dover prendere e dare la colpa all’allenatore". In chiusura il capitano della Roma ha voluto ricordare lo storico massaggiatore Giorgio Rossi, scomparso all'età di 87 anni: "E' stata una persona importante per tutta la Roma, mi ha accudito come un nonno. Sapevamo che stava non tanto bene e spero che stia meglio adesso".