Fiorentina-Roma, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Alfredo Giacobbe

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Roma e Fiorentina sono in due momenti complicati della loro stagione. I principali temi tattici e i protagonisti attesi nella sfida tra la squadra di Stefano Pioli e quella di Eusebio Di Francesco

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Alla vigilia dell’undicesima giornata è ancora presto per considerare Fiorentina-Roma come il derby delle deluse della Serie A 2018/19, anche perché hanno entrambe 15 punti e sono a ridosso della zona Uefa, presidiata ora da Lazio e Sampdoria, e non così lontane da quella Champions (discorso che interessa soprattutto alla Roma, per cui la qualificazione diretta resta l’obiettivo minimo stagionale). Il momento che stanno vivendo Roma e Fiorentina, però, non è dei più positivi: la Fiorentina non vince da un mese, dal match casalingo contro l’Atalanta del 30 settembre; e la Roma è su un’altalena emotiva e di risultati praticamente da quando è iniziata la stagione. La partita di sabato pomeriggio potrebbe sbloccare il potenziale, e con quello le ambizioni, di una delle due definitivamente, ma un’eventuale sconfitta potrebbe avere brutte ripercussioni sul piano emotivo.

La Roma aggredirà alto o aspetterà come contro il Napoli?

La Roma vista in campo al San Paolo, soprattutto dopo il gol di El Shaarawy, ha dimostrato una grande passività. Si è messa a difesa del risultato al cospetto di un avversario che è sembrato riconoscere come più forte. Una situazione tutto sommato eccezionale, che difficilmente la Roma replicherà contro la Fiorentina. È pur vero, però, che la squadra di Pioli è più pericolosa quando ha campo da prendere alle spalle della difesa avversaria, quando può muovere palla velocemente verso le punte, rispetto a quando deve attaccare una difesa schierata: Lazio-Fiorentina si è decisa quando la Lazio, rotto l’equilibrio con un gol, ha ceduto il controllo della palla alla Fiorentina finendo per avere altre occasioni e vincendo la partita. La Roma potrebbe allora decidere di cedere per alcuni momenti della partita il controllo delle operazioni agli avversari, con giocatori come Ünder e El Shaarawy (o eventualmente Kluivert e Schick, se schierato sul lato) capaci di bruciare il campo in transizione.

L’atteggiamento della Roma dipenderà da come Di Francesco sceglierà di andare a prendere Jordan Veretout, il cervello dello Fiorentina. L’accoppiamento più naturale sembrerebbe essere quello tra il francese e Lorenzo Pellegrini, generato dalla sovrapposizione del 4-3-3 viola con il 4-2-3-1 romanista. Contro il Napoli, Hamsik scendeva basso per aiutare Allan e i centrali nell’impostazione. Con Ünder che si alzava sullo slovacco, era De Rossi alle sue spalle a controllare Fabian Ruiz centralmente e a orientarsi per uscire su Mario Rui.

Nel grafico delle posizioni medie, Chiesa e Pjaca appaiono accentrati perché scambiano spesso posizione, passando da una fascia all’altra. Si notano due cose: la grande influenza di Biraghi sul gioco offensivo della Fiorentina; la posizione di Gerson, che pur partendo da mezzala è in media anche più bassa di quella di Veretout.

Contro la Fiorentina una situazione tattica del tutto simile potrebbe ripetersi: nella circostanza Gerson farebbe l’Hamsik, Biraghi il Mario Rui e Benassi il Fabian Ruiz. Ma senza il capitano giallorosso, questo meccanismo difensivo garantirà la stessa tenuta?

Come sostituire De Rossi e, in caso, Manolas?

Tra quelli usciti malconci dalla sfida del San Paolo, De Rossi sembra avere meno possibilità di essere della partita sabato. Contro il Napoli Di Francesco lo ha sostituito con Cristante, ma poco dopo è stato costretto a cambiare anche sistema di gioco, passando dal 4-2-3-1 al 4-5-1. Forse per mascherare i problemi dell’ex Atalanta in quella zona di campo, con e senza palla.

La sostituzione di De Rossi potrebbe essere legata a doppio filo con quella di Manolas. Se il difensore greco non dovesse recuperare, Di Francesco potrebbe valutare il ritorno alla difesa a tre, con l’inserimento di Marcano alle spese di Ünder, ai lati del quale agirebbero Fazio e Juan Jesus, sembrato in buona condizione nell’ultima partita.

Marcano non ha avuto un inizio brillante di stagione, era in campo da titolare sia nella sconfitta al San Siro contro il Milan, sia in quella dell’Olimpico contro la SPAL. Il sistema con la difesa a 3 permetterebbe ai centrali romanisti di aver maggiore copertura contro un attacco che tende a non dare riferimenti, rimpastando le posizioni in maniera fluida. Inoltre offrirebbe una circolazione di palla più sicura che renderebbe la Roma più resistente al pressing aggressivo che gli avanti della Fiorentina porteranno soprattutto all’inizio dei due tempi.

La Fiorentina ha subito soltanto 8 gol

La Fiorentina ha attirato le attenzioni soprattutto per le “Young Guns” che giocano in attacco, ma quello che davvero sorprende, e che è stata fin qui la vera forza di questa squadra, è la performance difensiva. I viola hanno subito solo 8 reti, tante quante la Juventus, una in più della Sampdoria, la migliore difensa del campionato. Gli Expected Goals danno conto di una prestazione solida, al di sopra delle aspettative, perché in media una squadra che ha concesso tanto quanto la Fiorentina avrebbe dovuto concedere 9,6 reti.

La Fiorentina trae la propria forza dalle mura domestiche. Al Franchi i viola hanno subito un gol ininfluente nel 6-1 al Chievo e una rete nel 1-1 contro il Cagliari. Un pareggio pesante, quest’ultimo, perché ha privato la Fiorentina dell’en plein di vittorie casalinghe. Con 4 vittorie, 1 pareggio e una differenza reti di +11, la Fiorentina guida la classifica per i punti conquistati in casa, 13, gli stessi di Juventus, Napoli e Milan.

In occasione dei calci di punizione dalla trequarti, la Fiorentina adopera un blocco centrale di uomini, che guarda verso la palla, e non scappa verso la porta. È una soluzione contro la consuetudine di tenere una linea di uomini appena fuori l’area di rigore.

La Fiorentina è una squadra ben strutturata dal punto di vista fisico, l’altezza media dei titolari è la settima del campionato. È una squadra che ha provato soluzioni difensive innovative sui calci piazzati e ha concesso pochissimo in queste occasioni. Di fronte troverà la squadra meglio strutturata del campionato, la Roma che ha un’altezza media di 185,8 centimetri, contro i 183,4 della Fiorentina, e che costituirà il primo vero banco di prova per la tenuta difensiva viola nelle situazioni di palla inattiva.

La Fiorentina ha sviluppato anche una certa resistenza agli attacchi in transizione, grazie al gegenpressing nei secondi immediatamente successivi alla perdita del possesso, ma anche grazie ad un’intelligente occupazione degli spazi. Alle spalle della linea dei 5 che attaccano, la Fiorentina organizza una linea da 3 e una da 2. Milenkovic lascia la posizione di terzino e si avvicina a Victor Hugo e a Pezzella, mentre Veretout è sempre affiancato da una delle due mezzali, o talvolta da Biraghi, che libera la fascia per la ricezione di Pjaca.

A che punto è la stagione di Giovanni Simeone?

In casa della Fiorentina si parla molto delle prestazioni di Simeone. L’attaccante ha compiuto 23 anni lo scorso luglio e sul finale della scorsa stagione sembrava uno di quei giovani calciatori pronti a fare il salto al livello di performance successivo. Finora in campionato Simeone ha messo a segno 1 gol e 1 assist nel 6-1 contro il Chievo, oltre al gol del pareggio contro la Sampdoria a Marassi. Da quest’ultima rete sono passati 45 giorni e 300 minuti giocati, un po’ troppi per un numero nove.

Il dettaglio delle statistiche che riguardano Simeone restituiscono l’impressione di un giocatore che ha poca incidenza nel gioco della sua squadra. Simeone ha accumulato 3,4 Expected Goals, come Chiesa, dai quali ha ricavato 2 gol, ancora come Chiesa, i due però giocano in posizioni diverse, e il primo dovrebbe avere più occasioni semplici da trasformare, almeno sulla carta.

La teoria è confermata dal volume di gioco diverso macinato dai due. Chiesa ha tirato più del doppio di Simeone, che ha 16 conclusioni a rete, tante quante Benassi. Pur con un volume più che dimezzato, Simeone ha centrato lo specchio 1o volte, tante quante l’altro figlio d’arte. Cioè la precisione e la percentuale realizzativa di Simeone sono buone e segnerebbe sicuramente di più, se solo si procurasse più occasioni per tirare verso la porta.

Pioli lo sta spingendo a interessarsi meno al gioco della squadra e a occupare più spesso la posizione tra i due centrali. Anche se Simeone è tutto tranne che un attaccante di manovra: per passaggi tentati, è il secondo giocatore meno coinvolto della Serie A tra quelli che hanno almeno 5 presenze in campionato (il primo è l’empolese La Gumina). Simeone infatti gioca una media di soli 11,8 passaggi ogni 90 minuti.

Molto spesso i periodi di forma degli attaccanti, e dei giovani calciatori in generale, dipendono anche dalla propria predisposizione mentale e dalla fiducia che sentono nell’ambiente. Un gol in una partita importante come Fiorentina-Roma potrebbe far decollare anche la stagione di Giovanni Simeone.