L'assist di tacco di Schick, il gran gol di Ramirez, il dribbling ubriacante di Correa e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato
È stata una giornata di campionato molto spettacolare, in cui non sono mancati gol bellissimi e numeri d’alta scuola. Solo nella sfida tra Roma e Inter siamo stati testimoni di almeno 4 o 5 giocate di quelle che ti fanno stropicciare gli occhi e chiederti “ma come ha fatto?”. Abbiamo scelto di premiare giocate individuali di grande effetto, come quella incredibile di Schick per Florenzi, e sforzi di squadra meritevoli, come l’azione corale del Milan contro il Parma. Purtroppo abbiamo dovuto lasciare fuori alcune giocate molto belle come il gol di Krunic e quello di Ünder, un tunnel di Zajc e il bell’assist di Birsa per Pellissier. Una giornata molto ricca tecnicamente, insomma, nonostante la classifica non si sia mossa molto.
L’assist mozzafiato di Schick per Florenzi
Patrik Schick si è ritrovato improvvisamente titolare in un ruolo, quello della punta, che ancora non è sembrato poter ricoprire davvero. Schick è un giocatore grezzo, con ancora poche presenze ad alti livelli. Lo scriveva anche Fabio Barcellona, nel pezzo dell'Ultimo Uomo in cui lo presentava come nuovo attaccante della Juventus, in uno dei più incredibili wormhole della Serie A recente. «Se in potenza Schick è in grado di occupare ogni ruolo nel reparto offensivo, è probabilmente come punta centrale che potrebbe sviluppare il massimo del suo potenziale. Per questo, oltre alle doti fisiche, deve migliorare i movimenti senza palla e l’istinto associativo al gioco».
È passato più di un anno, ma il ceco è rimasto più o meno lo stesso giocatore: un meraviglioso gomitolo di talento che ancora deve trovare una forma adeguata per esprimersi. Anche contro l’Inter ha faticato, giocando pochi palloni puliti e, in generale, aiutando poco la squadra - tanto nel gioco di raccordo spalle alla porta quanto nell’attacco alla profondità e nella presenza in area di rigore. Eppure anche contro l’Inter Schick ha mostrato un istinto speciale nel fare giocate grandi e complesse. Cattedrali di classe che si innalzano all’improvviso nel mezzo di una partita arida. È in sostanza per questo tipo di giocate che Schick ci ha rubato il cuore quando giocava nella Sampdoria e si era rivelato un artista del primo controllo in prospettiva quasi degno di Dennis Bergkamp.
La giocata inizia sul lato sinistro del campo. Schick salta De Vrij con il primo controllo, facendogli passare la palla alla sinistra e scattando alla sua destra. In diretta sembrava un dribbling casuale, ma riguardandolo più volte sembra chiaro che Schick lo abbia fatto intenzionalmente - anche perché è il tipo di giocate improvvise che il ceco faceva brillare soprattutto nel suo primo anno di Serie A. Poi parte in progressione verso l’area di rigore. Lo vanno a chiudere in due e sembra avere la visuale chiusa per qualsiasi giocata utile, e invece esegue un gesto controintuitivo: un colpo di tacco che libera la traccia dietro di sé per l’inserimento di Florenzi, che tira aprendo troppo il piatto e prendendo il palo.
Fosse entrato il tiro di Florenzi sarebbe stato l’uno a zero per la Roma, e chissà che quest’azione di Schick avrebbe preso un significato diverso dalla vacuità che ha invece assunto a posteriori. In fondo è da questo tipo di azioni che si ricostruisce la consapevolezza di un talento tanto scintillante quanto fragile come quello di Patrik Schick.
Joel Campbell è tornato
Joel Campbell si era presentato in Ciociaria con una pancia che non prometteva niente di buono. Era persino difficile dire fosse venuto a svernare a fine carriera, visto che la sua carriera non è praticamente mai cominciata, tranne che per qualche parentesi con la Nazionale del Costa Rica e con la maglia dell'Olympiakos che a posteriori sembrano un’allucinazione.
Per dire: Joel Campbell ha segnato con la Nazionale appena 10 gol in meno in carriera rispetto alle squadre di club. Finora in Serie A non ha combinato granché ma la sua condizione fisica sta migliorando, e in campo sta cominciando a far vedere i motivi per cui eravamo tutti così felici di vederlo nel campionato italiano (non solo per il lol).
Contro il Cagliari, nel 3-4-2-1 di Longo, Campbell ha disputato un grande primo tempo. In una squadra con un bisogno disperato di qualità tecnica e pericolosità offensiva, il costaricense era praticamente l’unica persona in maglia gialla a puntare gli avversari e a cercare giocate non scolastiche. Questa che abbiamo scelto è un esempio.
Campbell fa uno stop meraviglioso: petto e collo del piede, e punta Ionita verso il centro del campo; fa il classico movimento a convergere verso il piede forte, finta, sterza e manda il moldavo col sedere per terra. A quel punto però ha la palla sul piede debole e sembra aver perso il tempo giusto per crossare; invece lo fa con l’esterno, dopo essersela spostata col destro. Il cross va verso la testa di Ciofani, un po’ lento ma abbastanza preciso. Ci prepariamo a un grande girone di ritorno di Joel Campbell?
La Sampdoria apre la difesa del Bologna con due passaggi
Come ogni anno, la Sampdoria di Giampaolo vive grandi sbalzi di rendimento. Dopo una pessima sconfitta con la Roma all’Olimpico e un derby giocato col braccino, dove il tecnico aveva ammesso che la squadra non era nelle migliori condizioni di forma, è arrivata la convincente vittoria in casa contro il Bologna.
Certo, la squadra di Inzaghi ci ha messo del suo, giocando una partita sconclusionata ben rappresentata da quest’azione difensiva, che però vale la pena di essere menzionata anche per i bei movimenti collettivi dei blucerchiati. Andersen avanza indisturbato fino al centrocampo; mentre porta palla vediamo Linetty partire per uno scatto disperato di cui all’inizio non capiamo la ragione. Andersen serve Caprari - autore di tre assist nella partita - che partiva da punta ma svariava moltissimo per dare fluidità al possesso palla della Samp. Caprari si abbassava anche per permettere l’inserimento di Ramirez, che infatti si attiva per lo scatto in profondità, inserendosi nel buco aperto dallo scatto di Linetty, che ha portato un centrale del Bologna fuori posizione.
Gaston Ramirez segna poi incrociando il tiro sul secondo palo, realizzando la rete del 3 a 1 che ha affossato definitivamente la sua ex squadra, con cui aveva realizzato 12 gol in 52 presenze
Il dribbling profondo di Joaquin Correa
In una squadra che in questo inizio di stagione non ha potuto fare affidamento sui suoi giocatori migliori, Correa è diventato improvvisamente e inaspettatamente uno dei giocatori più importanti.
Correa fa parte di quella categoria di calciatori che gioca con la testa sempre bassa, ma questa è paradossalmente la sua forza perché ogni volta riesce a saltare l’uomo e a scombinare le difese avversarie. Questo è anche il motivo per cui Simone Inzaghi lo usa sempre come arma a partita in corso (ha giocato 13 partite ma appena 2 partendo da titolare). Contro il Chievo però il tecnico ha premiato il suo stato di forma e lo ha schierato titolare; Correa lo ha ripagato con 4 dribbling, 2 passaggi chiave e un assist.
Quest’azione è paradigmatica della differenza di stato di forma fra lui e un altro giocatore chiave della Lazio, ovvero Ciro Immobile. Correa è isolato sulla sinistra, sfida Depaoli nell’uno contro uno in velocità, lo supera e in area, appena prima di crossare col sinistro, sterza col tacco. Poi Correa serve una palla a Immobile da spingere in porta col destro, che l’attaccante sciupa con un tiro approssimativo.
Con un Milinkovic meno incisivo dello scorso anno e un Luis Alberto opaco, Correa è diventato all’improvviso la fonte creativa più importante della Lazio.
Il filtrante di Gagliolo
Gagliolo, che per via delle sue origini svedesi viene chiamato Thor o il Vikingo, nasce come terzino ma è stato riadattato come centrale nel Parma di D’Aversa per via della sue ottime doti fisiche. Contro il Milan è tornato sulla fascia con il compito di arginare Suso, il principale motore offensivo degli avversari. Il suo lavoro era prettamente difensivo, e il Parma è la squadra con il baricentro più basso del campionato, ma in questo passaggio filtrante Gagliolo ha dimostrato una visione di gioco e una sensibilità che sinceramente era difficile riconoscergli.
Prima recupera un pallone sporco, con il fisico lo difende da Kessié, di cui poi elude il controllo spostandosi il pallone col tacco. A quel punto si trova con il corpo rivolto verso l’altra fascia e l’opzione naturale poteva sembrare uno scarico verso il centro del campo dove si trova piuttosto libero Ciciretti. Gagliolo invece riesce a vedere il taglio di Grassi alle spalle della difesa del Milan e lo serve con un delicatissimo colpo di esterno sinistro, che se non fosse stato per lo sciagurato compagno sarebbe valso un preziosissimo 2 a 2. Vedere quel movimento, da quella posizione di campo, e servirlo con quella precisione, è il tipo di giocata che solitamente ci aspettiamo dai grandi trequartisti, giocatori che per talento riescono a vedere giocate che altri non vedono. In un Parma privo di grande talento associativo, anche le qualità nascoste di Gagliolo tornano preziose.
La grande azione del Milan
Dodici passaggi in ventiquattro secondi per risalire il campo e mettere Cutrone ad un millimetro dal gol. Si può dire molto di Gattuso come allenatore, ma di sicuro la sua squadra ha un stile molto codificato in cui lo sviluppo del gioco avviene spesso attraverso la ricerca di un palleggio pulito e preciso.
Rodriguez imposta l’azione servendo Zapata dopo aver recuperato facilmente una seconda palla. Il centrale colombiano appoggia a Bakayoko davanti a lui, che immediatamente restituisce palla a Rodriguez, largo a sinistra. Un triangolo propedeutico a consolidare il possesso sulla zona sinistra del campo e risalire il campo grazie ai rapidi scambi tra la catena formata da Rodriguez, Mauri e Calhanoglu.
Una volta mosso il Parma, il turco può servire Suso sul lato debole dove si trova in situazione di uno contro uno con Gagliolo. Suso però non punta l’uomo, come fa di solito in queste situazioni, ma preferisce servire di prima l’inserimento di Calabria. Il terzino può sfruttare lo spazio lasciato libero dal Parma ed entrare in area dopo un triangolo con Kessié. Poi se il passaggio verso Cutrone sia un po’ lungo o se il centravanti sia partito con un attimo di ritardo è un dettaglio: il Milan ha costruito una azione da manuale, caricando il lato sinistro della propria costruzione per poi essere pericoloso su quello destro e lo ha fatto eseguendo un passaggio ogni due secondi di media. La rapidità nella circolazione del pallone è il segreto di questo tipo di gioco e se il Milan riuscirà a mantenere questa fluidità, il futuro per la squadra di Gattuso potrebbe essere roseo.