Sul "Corriere della Sera" per la prima volta da quel maledetto 4 marzo parla la mamma di Davide Astori: "Ho altri due figli, sono una madre. Ho il dovere di essere forte anche per loro"
La signora Anna e il signor Renato, genitori di Davide Astori, hanno aperto le porte della loro casa di San Pellegrino Terme (in provincia di Bergamo) all'inviato del "Corriere della Sera". Alla vigilia di questo triste Natale senza il figlio, morto lo scorso 4 marzo in una stanza d'albergo a Udine, la signora Anna parla per la prima volta da quella maledetta domenica di nove mesi fa: "Quella mattina io e mio marito dovevamo andare alla messa e poi a votare, che c’erano le elezioni. Io però mi sveglio e ho le braccia come paralizzate, fredde, il corpo vuoto, una sensazione che non avevo mai provato in vita mia. Non sapevo nulla, ma sapevo già tutto". Tra foto di Davide bambino, teche con le magliette da gioco e l'adorata tovaglia bianca con i cuoricini rossi (che non manca mai sulla tavola a Santa Lucia) mamma Anna prova a trovare la forza per andare avanti: "Ora le cose vanno un pochino meglio. Ne ho altri due, di figli, sono una madre, ho il dovere di essere forte anche per loro". Allo zucchero nel caffè ci pensa Renato, il papà con gli stessi occhi e lo stesso profilo buono di Davide, mentre Anna raddrizza il poster che ritrae il giorno dell'esordio in Nazionale del loro amato figlio.
Nelle scorse settimane la Procura di Firenze ha emesso degli avvisi di garanzia per i due medici indagati per omicidio colposo per la morte del capitano della Fiorentina, che secondo l'autopsia è stata causata da una cardiomiopatia aritmogena. L'ultimo esame effettuato da Davide nel 2017 aveva infatti evidenziato una extrasistolia a due morfologie: un indizio del non perfetto funzionamento del suo cuore. Ma la signora Anna vuole solamente la verità sul figlio, non la caccia ai colpevoli. Se qualcuno ha sbagliato lei lo ha già perdonato, "e prego per lui, perché starà passando un brutto Natale, e non dovrebbe capitare a nessuno". Però la notizia della chiusura delle indagini ha messo la famiglia Astori di fronte a una nuova impegnativa sfida: "Io voglio un perché, non voglio un colpevole, perché sono sicura che un colpevole non esiste», dice la mamma. "Quello che è successo è stata una disgrazia, una fatalità, io lo so, nessuno lo ha voluto, ma voglio allo stesso tempo che non succeda mai più, voglio che nessuna madre mai più debba provare quello che ho provato io. In Italia sono bravissimi nei controlli medici sugli atleti, ma devono diventare ancora più bravi, ancora più sicuri. Voglio che il sacrificio del mio Davide non sia stato inutile".
Da un po' la signora Anna ha trovato la forza di andare al cimitero, anche se per lei Davide non sarà mai nè sotto terra nè in cielo ma semplicemente "di là che gioca, nella cameretta, con i suoi fratelli Bruno e Marco". Quella stanza di mille colori, il viola della Fiorentina, il rossoblù del Cagliari, il giallorosso della Roma, il nerazzurro dell’Atalanta, il biancorosso del San Pellegrino dove la scuola calcio avrà per sempre il suo nome e dove tutto ebbe inizio tanti anni fa. La forza di andare avanti i genitori di Davide la cercano anche nei volti di Francesca e Vittoria, compagna e figlia del capitano della Fiorentina. "La Francesca", dice la signora Anna: "è una mamma di una bravura che non si può spiegare". Vittoria, invece, è una bimba bionda e bella di due anni e mezzo. "L’altro giorno nonno Renato stava sfogliando la Gazzetta dello Sport, c’era una vecchia foto di Pasqual che abbracciava Astori. Vittoria ha sorriso e ha detto con serenità: quello è il mio papà". Perché la vita degli altri deve andare avanti tra ricordi e ricerca della verità nel nome di un ragazzo speciale che ha lasciato un vuoto incolmabile in una famiglia che non smetterà mai di ricordarlo e amarlo.