Serie A, le migliori giocate della 18^ giornata

Serie A

Emanuele Atturo, Marco D'Ottavi e Dario Saltari

La traversa su calcio d'inizio di Icardi, il salvataggio in scivolata di Koulibaly, il gol di tacco di Quagliarella e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

Il primo Boxing Day della Serie A non ha deluso le aspettative. A Bergamo la Juventus ha dovuto aspettare un guizzo di Cristiano Ronaldo per non soccombere alla solita prestazione gagliarda dell’Atalanta e alla prodezza di Zapata; Simone Inzaghi ha avuto la meglio nella sfida con il fratello Filippo permettendo alla Lazio di conservare il quarto posto; Quagliarella ha segnato di nuovo un gol incredibile, mentre a Roma Zaniolo è entrato per la prima volta nel tabellino dei marcatori della Serie A, ma possiamo scommettere che non sarà l’ultima. Ecco le migliori giocate della 18^ giornata di Serie A, la penultima prima della pausa invernale.

La preparazione e il tiro di Nicolò Barella

Tutto quello che Nicolò Barella fa su un campo da calcio è notevole. Dentro ogni partita del Cagliari la sua figura esile e nervosa si distingue subito: è semplicemente più forte di tutti i suoi compagni. Se quello che salta agli occhi è il dinamismo e la forza fisica non comune, quello che gli renderà il futuro davvero luminoso è la pulizia tecnica con cui gioca a pallone, pur mantenendo sempre alti i ritmi.

Il tiro stampato sul palo alla destra di Radu sembra uscito da un manuale di scuola calcio, a partire dalla posizione che occupa sul calcio d’angolo. Barella usa il petto per addomesticare la respinta, ma non lo fa in maniera conservativa: con un colpetto di reni fa in modo di alzarselo in modo tale da poter calciare al volo. L’esecuzione poi è perfetta, anzi come si dice in questi casi “troppo perfetta”, Barella si coordina e calcia in un attimo, il suo tiro di mezzo collo esce dal piede che è una meraviglia e solo pochi centimetri ci hanno impedito di inserirlo nel discorso “futuro della Nazionale Italiana” insieme al gol di Zaniolo. Ma non preoccupiamoci: Barella è già il futuro.

Il calcio d’inizio di Mauro Icardi

Ci troviamo spesso a lodare Icardi per la sua capacità di essere decisivo dentro l’area di rigore, che ci è apparso ancora più assurdo di quanto già non lo sarebbe stato normalmente vederlo calciare di prima intenzione dal dischetto del centrocampo al momento del calcio di inizio.

Un gesto inusuale che ha pochissimi precedenti e tutti preceduti da un tocco di un compagno (esiste un gol di Maradona segnato da calcio d’inizio, in cui però dopo il tocco di un compagno se la alza, palleggia e calcia). Icardi invece calcia di prima intenzione, uno schema forse studiato o forse frutto dell’istinto dell’argentino che vede Meret leggermente fuori dalla porta.

Il tiro sembra quasi finto, il pallone calciato da Icardi viaggia liftato e leggero come una piuma tracciando praticamente una linea retta. Una parabola improbabile che finisce per mettere in difficoltà Meret che pur avendo recuperato la posizione finisce per farla sbattere sulla traversa.

La grande parata di Etrit Berisha

 

Ad inizio stagione Gasperini aveva detto che “avrebbe scelto con un bussolotto” il titolare tra Berisha e Gollini di partita in partita, mettendoli sullo stesso piano. Eppure dalla partita col Parma del 27 ottobre, il titolare è sempre stato Berisha, che sembra aver vinto il duello con il compagno per difendere la porta dell’Atalanta. Pur con evidenti limiti nel gioco con i piedi e nelle uscite, tra i pali l’albanese è sempre una garanzia.

Ieri se l’Atalanta è riuscita a mettere seriamente in pericolo l’imbattibilità in campionato della Juventus è anche merito suo. Dopo essere andata in svantaggio per uno sfortunato autogol dopo solo 2 minuti di gioco, la parata che fa sul tiro di Bentancur quando il cronometro non è ancora arrivato ai cinque minuti, tiene in vita la sua squadra. Un mix di riflessi e posizionamento che gli permette di deviare sulla traversa la conclusione quasi a botta sicura del centrocampista juventino.

Il tacco di Fabio Quagliarella

Siamo alle soglie del 2019 e siamo qui a raccontare l’ennesimo, incredibile gol di Fabio Quagliarella, che tra poco più di un mese compirà 36 anni. Quagliarella ha già segnato 11 gol in Serie A, significa che gliene mancano 3 per superare le proprie migliori stagioni in campionato e altri 8 per eguagliare la sua migliore, che poi è quella scorsa.

Ora sentite questa: Quagliarella ha segnato 9 gol nelle ultime 8 partite. Tenendo questa media gol - quella tenuta nel periodo recente - fino a fine stagione, in proiezione, Quagliarella supererebbe i 30 gol stagionali.

Se conoscete Fabio Quagliarella non vi sto neanche qui a dire che quasi tutti questi gol sono meravigliosi. Ha un repertorio di reti così assurdo che quest’anno aveva già segnato di tacco, sempre al Ferraris contro il Napoli. Se in quell’occasione però si era lasciato scorrere la palla sotto le gambe per poi colpirla, in volo, stavolta l’ha girata in porta con la parte tra esterno e tacco del piede. Una conclusione meno complessa della precedente, ma che si porta dietro un’eleganza che è rara nel calcio enfatico di Fabio Quagliarella, fatto di bombe ortogonali tirate sotto l’incrocio dei pali.

Con questo gol Quagliarella ha raggiunto Vincenzo Montella nella storia dei migliori marcatori blucerchiati; contando invece le 8 gare consecutive a segno, l’ultimo italiano a riuscirci era stato Christian Vieri nel 2002. Mettendo insieme gol e assist (5 finora), Quagliarella ha un contributo realizzativo per la propria squadra inferiore solo a quello di Cristiano Ronaldo.

Nicolò Zaniolo mette a sedere il Sassuolo

Quando, a inizio novembre, abbiamo intervistato Zaniolo, ci ha detto di sentirsi un giocatore più fisico che tecnico: «Nel calcio di oggi essere strutturati fisicamente è fondamentale. In Champions League non ci sono squadre con giocatori piccoli, e i giocatori piccoli che ci sono sono dei fenomeni. La fisicità è la cosa principale». Zaniolo ha le gambe che sembrano scolpite nel marmo e quando corre in verticale dà la stessa sensazione liberatoria del giocatore di football americano che corre verso il touchdown dopo essersi trascinato dietro qualche avversario.

Nel gol di ieri, sul lancio illuminante di Cengiz Ünder, sembra essere semplicemente più leggero di Ferrari, che sembra quasi zoppicare per quanto è più lento, più pesante sulla gambe, mentre lui controlla per due volte il pallone mentre vola sull’erba, come se correre con un pallone tra i piedi a quella velocità fosse la cosa più naturale del mondo. Forse dovremmo tracciare una linea meno netta quando parliamo della differenza tra fisicità e tecnica, che in fondo sono strettamente e inestricabilmente collegate.

Zaniolo, ad esempio, sembra essere più in controllo del suo corpo quando frena e guarda dentro l’area per cercare una possibile linea di passaggio, mentre Ferrari recupera faticosamente la posizione e poi cade in maniera un po’ patetica alla finta nemmeno così pronunciata del giovane centrocampista della Roma. Zaniolo segna con uno scavetto appena arcuato, che passa quanto basta sopra le teste di Ferrari e Consigli, quasi a sottolineare la natura beffarda del suo gol, e poi esulta come chi non l’ha mai fatto. Prima si fa roteare la mano intorno all’orecchio poi sembra volersi togliere la maglia ma ci ripensa: alza le mani al cielo e corre verso la tribuna, lanciandosi con le ginocchia sull’erba. Mentre lui sembra non crederci, sugli spalti in molti applaudiscono annuendo, come se in fondo se lo aspettassero che prima o poi avrebbe fatto un gol così.

Il salvataggio sulla linea di Asamoah

Questo è un pezzo dedicato alle migliori giocate: le più belle, le più originali ma anche alle più decisive. Forse non c’è giocata più decisiva di Inter-Napoli che il salvataggio sulla linea di Asamoah. Siamo proprio sul limite di cosa è o non è una giocata: il ghanese si posiziona sulla linea di porta nell’azione concitata del Napoli e si ritrova addosso il tiro di Zielinski. Asamoah insomma non sembra far molto ma buona parte delle cose che succedono su un campo da calcio ha a che fare con scelte poco visibili, come quella di Asamoah di andare a coprire la porta, e proprio in quel punto.

Potete pensare che sia stato un caso, oppure no. Intanto, proprio mentre ragionavamo sul fatto che il salvataggio di Asamoah era pesato 1 punto, ha finito per pesarne 3.

Il salvataggio in scivolata di Koulibaly

La partita difensiva di Koulibaly contro l’Inter è stata semplicemente straordinaria. Tra letture difensive, passaggi taglia linee, coperture della profondità e conduzioni palla, il centrale senegalese è stato probabilmente il miglior giocatore del Napoli a livello tecnico, e ormai non è più una bestemmia considerarlo uno dei migliori centrali d’Europa.

La chiusura in scivolata sul cross di Perisic, in questo senso, è un’ottima sineddoche della sua intera prestazione. Potremmo concentrarci sull’elasticità irreale con cui allunga la gamba destra per impedire che il pallone arrivi a Icardi, in un gesto che assomiglia quasi ad una stoppata di Lebron James. Ma per apprezzarne l’efficacia difensiva forse basta concentrarsi solo su Albiol, su quanto cioè sia sostanzialmente irrilevante ai fini della difesa del Napoli. Mentre il centrale spagnolo viene aggirato facilmente dal triangolo composto da Joao Mario, Politano e Perisic, infatti, Koulibaly non perde mai il controllo dell’area piccola attraverso un posizionamento perfetto. Magari è una forzatura eccessiva, ma forse Koulibaly sarebbe riuscito ad evitare questo gol anche se accanto non avesse avuto nessuno.