Napoli, L'Avv. Grassani su Koulibaly: "Ricorso respinto occasione persa. Profondo senso di ingiustizia"

Serie A

Dopo la sentenza della Corte d’Appello, che ha confermato anche la seconda giornata di squalifica al difensore senegalese, ha parlato il legale del club azzurro: “Persa occasione per dare un calcio al razzismo. Questo mondo deve ancora fare enormi passi in avanti per far sì che certi episodi non si ripetano”

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Il Napoli e Koulibaly ci hanno provato, ma la Corte d’appello della Figc ha confermato anche la seconda giornata di squalifica al difensore senegalese dopo l’espulsione rimediata con l’Inter nella gara di San Siro dello scorso 26 dicembre. A nulla è servita la presenza di Aurelio de Laurentis, così come sono risultati vani gli oltre 45 minuti dell'audizione durante i quali il centrale azzurro ha provato a spiegare le sue ragioni: “C'è assoluta delusione e un senso di profonda ingiustizia – ha spiegato a Sky Sport Mattia Grassani, legale del Napoli - credevamo fermamente, dopo un'ora di dibattimento, di aver convinto la Corte d'appello a utilizzare lo stesso metro utilizzato per Muntari, il precedente che avevamo richiamato, e ad avere la forza di dare un calcio al razzismo. Non è avvenuto e oggi siamo tutti più poveri ma al contempo ci sentiamo tutti un po' più Koulibaly".

“Mi sento davvero Koulibaly”

Il difensore azzurro salterà dunque anche la sfida del San Paolo contro la Lazio. Un problema in più per Ancelotti, già alle prese con le assenze di Insigne e Hamsik. Ma Grassani non bada al campo: “Koulibaly è stato un grande uomo prima ancora di un grande atleta – ha continuato - ha fatto una ricostruzione a dir poco commovente, raccontando l'imbarazzo e la vergogna nel riferire alla madre le ragioni per le quali aveva compiuto quel gesto, per cui si è anche scusato e che ha mille attenuanti. L’accoglimento del ricorso avrebbe significato dare un segnale e dimostrare che il sistema vuole voltare pagina. Mi sento davvero Koulibaly, e sono fiero di averlo conosciuto e difeso. Ha perso lo sport e si è persa una occasione enorme di dare un calcio al razzismo riabilitando chi il razzismo lo ha subito sulla propria pelle. Invece, il calciatore domenica guarderà la partita dalla tribuna. Questo mondo - aggiunge Grassani - deve ancora fare enormi passi in avanti perchè situazioni come quella che ha vissuto Kalidou non sono degne di un paese civile. La vittima della discriminazione deve pagare, dopo le umiliazioni, anche il prezzo della squalifica. Non serve creare norme se poi vengono applicate in questo modo".