Il rigore sbagliato contro la Lazio è l'emblema della sua stagione. Nainggolan non scende in campo da titolare dallo scorso 22 dicembre e ha accumulato meno della metà dell'intero minutaggio nerazzurro. In termini realizzativi appena 3 gol sui 44 totali
Mani sul viso, sguardo basso e una lenta camminata a raggiungere i compagni, anch'essi visibilmente delusi in volto. È l'immagine che simboleggia perfettamente il quarto di finale tra Inter e Lazio e l'ormai imminente uscita di scena dei nerazzurri, decretata ufficialmente poi sul penalty segnato da Lucas Leiva. È una fotografia che cattura l'umore del momento della squadra di Spalletti e che diventa l'emblema della stagione di Radja Nainggolan. Il primo segnale negativo arriva in concomitanza del suo ingresso in campo. L'allenatore di Certaldo lo manda in campo per tentare il guizzo finale nel secondo tempo supplementare ma, pochi secondi dopo il cambio, è la Lazio a sbloccare il punteggio. Coincidenza, vero, o forse l'ennesima attuazione della legge di Murphy, il principio per cui "qualsiasi cosa possa andare male lo farà". E, infatti, quel gol di Immobile diventa solo il primo passo di un'altra serata da dimenticare. Perché Icardi riesce a prolungare la sfida in pieno recupero e la responsabilità della qualificazione, a quel punto, passa sui piedi del Ninja. Ma non è la sua miglior stagione, e lo si capisce dal tiro dal dischetto: un destro centrale che, magari in altri tempi avrebbe spiazzato il portiere, ma che questa volta vede Strakosha restare fermo in mezzo alla porta e smanacciare il tiro oltre la traversa. Il fatto che l'errore arrivi contro i biancocelesti poi, avversari e grandi rivali nei suoi 4 anni e mezzo trascorsi nella capitale, sponda romanista, è solo la punta di un iceberg.
I numeri di Nainggolan in questa stagione
L'acquisto più costoso dell'estate nerazzurra non ha, almeno finora, risposto sul campo come ci si aspettava a livello statistico. 38 i milioni sborsati alla Roma, frutto di un versamento di 24 milioni più due contropartite tecniche, individuate in Santon e Zaniolo. E il rendimento del 19enne figlio d'arte non ha fatto altro che aumentare le pressioni su Nainggolan. Il belga, negli anni precedenti, aveva garantito corsa, sacrificio e continuità, sia in termini di presenze che in via realizzativa, ma questa volta qualcosa è andato storto. I piccoli e ripetitivi problemi fisici gli hanno spesso impedito di scendere in campo ma, anche di fronte a una forma fisica accettabile, il centrocampista è sparito gradualmente dai radar di Spalletti. L'ultima presenza da titolare, infatti, risale alla trasferta contro il Chievo dello scorso 22 dicembre, mentre negli ultimi quattro mesi di Serie A è stato schierato dal primo minuto in appena due occasioni. Complessivamente sono 19 le presenze collezionate dal Ninja per un totale di 1093 minuti, appena il 41% di quelli accumulati dall'Inter (2640) fino a questo punto della stagione. Le difficoltà sotto porta, invece, ultimamente le sta accusando l'intera squadra nerazzurra, come dimostra l'incapacità di segnare almeno due gol in 9 delle ultime 10 partite. E in tal senso neanche Nainggolan è riuscito a dare un'inversione di tendenza. Appena 3 le reti realizzate dall'ex giallorosso in questa stagione, il 6.8% dei 44 totali messi a segno dalla formazione di Spalletti: il gol al Bologna nella prima da titolare, la firma nel successo in Champions ad Eindhoven e il sigillo di testa nella goleada contro il Genoa. Da quel 3 novembre, poi, non è più stato in grado di partecipare, attivamente o da rifinitore, a nessuna rete nerazzurra. Dato che ha contribuito a racimolare sempre meno minutaggio. Non la miglior medicina per chi sperava di assumere il ruolo di leader alla corte del suo vecchio allenatore. "Sono convinto che reagirà" ha detto Spalletti nel post. A Milano, sponda nerazzurra, se lo augurano davvero tutti.