Serie A, le migliori giocate della 25^ giornata

Serie A

Marco D'Ottavi e Dario Saltari

Il grande gol di Muriel, la super parata di Cragno, la ruleta di Cancelo e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

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La 25esima giornata di Serie A verrà ricordata per il rocambolesco finale della partita dell’Inter, con il gol su rigore di Veretout arrivato oltre il 100’, ma è stata anche una giornata costellata di grandi partite e grandi giocate: l’azione del primo gol del Milan; la verticalizzazione di De Rossi nel gol che ha permesso alla Roma di avere la meglio sul Frosinone; la doppietta di Milik con una punizione fatta passare sotto la barriera. Le altre, non necessariamente le migliori, ma quelle che più ci hanno impressionato, le trovate qui di seguito.

La super parata di Cragno

Recentemente è venuto a mancare Gordon Banks, portiere inglese degli anni 60’ e ‘70, e si è tornati a celebrare la sua parata più celebre, considerata la più bella di sempre. In quell’occasione Banks, con un notevole colpo di reni aveva tolto dalla porta un potente colpo di testa di Pelè, una parata resa tanto difficile dal fatto che fosse avvenuta dietro la linea immaginaria dei suoi piedi.

Nel corso degli anni è capitato davvero molto raramente di vedere parate simili, ce ne è una di Buffon contro il Paraguay, e da ieri, anche Cragno ha la sua. Pur meno spettacolare e difficile di quella del portiere inglese, la parata di Cragno sulla deviazione in spaccata di Quagliarella, le somiglia in qualche modo. Il portiere del Cagliari reagisce in una frazione di secondo, non deve solo buttarsi alla sua destra per respingere il tiro, deve buttarsi all’indietro e togliere dalla linea di porta il pallone che sta entrando. Una parata che richiede una forza fisica e una velocità mentale davvero notevole, soprattutto per un portiere così giovane.  

Il tunnel di tacco di Lautaro Martinez

Quello di cui si parla meno, in tutta la vicenda Icardi, è che a sostituirlo nel momento più delicato della stagione è un ragazzo di 21 anni appena arrivato dall’Argentina. Lautaro Martinez interpreta il ruolo di centravanti in maniera molto diversa rispetto al suo collega, ma non per questo meno interessante. Gioca molto di più spalle alla porta e partecipa più di Icardi alla costruzione del gioco (ieri 24 passaggi, praticamente in tutte le zone della metà campo offensiva).

Oltre ad un impegno importante, Lautaro sta dimostrando una qualità non scontata, anche a livello di imprevedibilità. Questa giocata ne è la dimostrazione: costretto da un lancio sbilendo ad andarsi a chiudere nell’angolo destro del campo, ci si sarebbe aspettati una giocata conservativa, tornando indietro verso D’Ambrosio, che però è anche lui marcato stretto. Lautaro sente la pressione stretta di Ceccherini e - in qualche modo - intuisce che toccando appena il pallone con il tacco, può farglielo rotolare sotto le gambe per poi recuperarlo alle sue spalle.

Una giocata difficile solo da immaginare, che Martinez realizza come se fosse la cosa più facile del mondo.

La ruleta di Cancelo

In settimana si è parlato molto di Cancelo, non per una sua prestazione tuttavia, ma per la sua assenza dai titolari nella sfida contro l’Atletico Madrid. Tornato nell’inedito ruolo di esterno alto a destra contro il Bologna, anche in una delle peggiori prestazioni stagionali della Juventus, Cancelo è riuscito a tirare fuori una piccola gemma che dimostra la grandezza del suo talento.

Cancelo è il terzino che guadagna più campo con le sue corse in Serie A (2,62 metri/p90) e lo è anche perché non ha timore di provare giocate rischiose in situazioni di gioco rischiose. In questa occasione, Cancelo sembra quasi volersi mettere da solo nei guai: raccoglie un pallone spalle alla porta poco fuori dall’area e invece di girarsi verso l’esterno, con un tocco troppo lungo torna all’interno dell’area, quasi ad attirare la pressione di Sansone. Quando il giocatore del Bologna gli si fa vicino, per provare a rubargli il pallone, Cancelo esegue una delle giocate che gli riescono meglio: con la suola del piede destro elude l’intervento di Sansone, con la suola del piede sinistro impedisce a Poli di accorciare e poi deve solo eseguire un semplice passaggio per far ripartire l’azione.

L’incredibile gol di Muriel

 

Le discussioni sul controverso rigore assegnato dall’arbitro Abisso alla Fiorentina e segnato da Veretout al 101esimo hanno coperto l’esaltazione che avrebbe dovuto generare il gol del 2-3 di Muriel, uno dei più belli di questa stagione di Serie A. La rete dell’attaccante colombiano è arrivata in un momento in cui la squadra di Pioli, sotto per 1-3, sembrava non avere più risorse mentali, ribaltando l’inerzia emotiva del match e permettendo ai “Viola” di tentare lo sforzo finale che poi ha portato al pareggio. E una parte di questo combustibile psicologico deriva forse proprio dalla bellezza del gol di Muriel, che emana onnipotenza da qualunque punto di vista lo si guardi.

Il calcio di punizione di Muriel, partito da circa trenta metri dalla linea di porta difesa da Handanovic, è infatti potente e preciso al tempo stesso, ma in un modo eccezionale che fa sembrare queste stesse parole inadeguate. C’è da dire che una parte del merito è probabilmente da dare al vento, che ha spinto il pallone e magari ne ha modificato leggermente anche la traiettoria, che si infila sotto l’incrocio alla destra del portiere sloveno come fanno i droni in quelle gare ad ostacoli talmente artefatte da assomigliare a videogiochi. Non c’è mistero o fascino poetico in questo gol, solo la perfezione plastica della sua realizzazione, che non possiamo far altro che ammirare.

La chiusura di N'Koulou

Nicolas N’Kolou è arrivato al Torino quest’estate dopo una stagione in chiaroscuro al Lione, dove aveva ben presto finito per perdere il posto e sedersi in panchina. Forse è per questo che non abbiamo fatto troppo caso al suo arrivo in Italia, derubricandolo troppo presto come una scelta di secondo piano. E invece, con il suo stile essenziale ma elegante, il centrale camerunense si sta affermando come uno dei principali protagonisti della nuova scintillante solidità difensiva del Torino di Mazzarri, che non subisce gol addirittura da cinque partite (che per il club granata equivale ad un record che reggeva da quasi 35 anni).

N’Kolou sembra avere un particolare feeling con Armando Izzo, con cui si divide i compiti in maniera molto naturale sul centrodestra. Mentre il centrale campano esce aggressivo tra le linee e verticalizza immediatamente una volta recuperata palla, N’Kolou ha uno stile più riflessivo basato sulle letture e sulla gestione tecnica del pallone. In questa occasione, i due devono gestire una situazione complicata, in cui devono controllare sia la presenza in area di un attaccante pericoloso come Zapata che gli inserimenti da dietro dei centrocampisti, vista la temporanea assenza di Moretti che ha perso palla in uscita. Mentre Izzo segue a uomo Zapata, quindi, N’Kolou si concentra sullo spazio, assorbendo l’inserimento di Hateboer alle sue spalle di puro posizionamento. Ma sempre con il suo stile, così che sembri in controllo anche su una chiusura difficile in allungo a terra su un cross teso.