L'arbitro di Fiorentina-Inter sarà fermato per almeno un paio di giornate prima di riprendere come quarto e poi come Var, e non incrocerà i nerazzurri per almeno un po'. Un modo per elaborare l'accaduto. Un'operazione che anche suoi colleghi più esperti conoscono bene
PERCHE' ABISSO NON HA REVOCATO IL RIGORE
Il pasticcio dell'arbitro Abisso nel finale di Fiorentina-Inter è figlio di due mali necessari. Il primo riguarda gli uomini, il secondo la tecnologia. Abisso ha da poco compiuto 33 anni e ha diretto 36 partite in serie A: non è un pivellino, ma non è certo un veterano: è in quella fascia in cui il designatore Rizzoli cerca i potenziali nuovi big della categoria. A fine stagione lasceranno Banti, Mazzoleni e - salvo proroga - Rocchi. Di primo livello internazionale resta soltanto Orsato: urge dunque una crescita rapida dei profili intermedi. E la crescita passa dal confronto con gare come quella del Franchi. Una sfida delicata in partenza, resa caldissima dalle due precedenti revisioni e con una imprevedibile riserva di veleno nel finale, che l'arbitro ha faticato a gestire: basta soffermarsi sul linguaggio del corpo al momento del richiamo per l'ultima review. Nelle prossime settimane, in cui resterà fermo, (almeno un paio prima di riprendere come quarto e poi come Var e senza ovviamente incrociare l’Inter per un bel po’), Abisso elaborerà l'accaduto un'operazione che anche i suoi colleghi più esperti, i primi a manifestargli solidarietà, conoscono bene. Poi, appunto, c'è la tecnologia: perché se le immagini avessero escluso al 100% un possibile tocco col braccio l'arbitro palermitano non avrebbe potuto far altro che revocare il rigore. Invece il replay laterale può offrire un minimo dubbio a causa dell'effetto schiacciamento di quella prospettiva. E qui sta l'altro punto: saper scegliere e decifrare le immagini è un mestiere, solo apparentemente semplice. A Coverciano gli arbitri già ci stanno lavorando con corsi di regia e analisi dell'immagine: ma presto dovrà venire il tempo di Var specializzati, che facciano solo quello, magari dopo una prima fase di carriera col fischietto. Pochi, preparati e con tempo a disposizione per focalizzarsi e uniformarsi nell'analisi anche degli episodi più complessi. E che diventino una guida sicura, in settimana e durante la gara, per chi dal campo deve correre verso quel monitor capace a volte di diventare un patibolo.