Sampdoria, Giampaolo: "Sogno di allenare il Barcellona, ma non vado più dietro certe cose"

Serie A

L’allenatore della Sampdoria ha svelato il suo sogno nel cassetto e si è raccontato nel corso di una lunga intervista a La Stampa: "Nella mia carriera ne ho viste di tutti i colori, non vado più dietro certe cose. Lavoro 12 ore al giorno, ho le chiavi di Bogliasco perché chiudo io. Il regalo di Ferrero in caso di Europa? Una barca"

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La stagione della Sampdoria, fin qui, è stata più che positiva. In piena corsa per un piazzamento in Europa League, la squadra blucerchiata è riuscita a mettere insieme una lunga serie di prestazioni di livello assoluto. Merito di Marco Giampaolo, che è riuscito a dare al club del presidente Ferrero un’impronta di gioco e un’identità ben precisa. Tra i più apprezzati del panorama calcistico italiano, l’allenatore della Samp si è raccontato nel corso di una lunga intervista concessa a La Stampa. Dagli obiettivi da raggiungere ai sogni nel cassetto, tanti gli argomenti affrontati da Giampaolo, che crede seriamente a una qualificazione europea: "Parliamo di Europa per riuscire a costruire una mentalità. Tra le nostre concorrenti l’Atalanta ha già la mentalità giusta – ha spiegato -, il Torino è costruito per raggiungere questo obiettivo e la Fiorentina ha qualità. A cosa rinuncerei io per l’Europa? A niente. La mia rinuncia è stare a lavorare a Bogliasco dalle 8 del mattino alle 8 di sera senza che mi pesi. Tanto che i magazzinieri mi hanno anche regalato un mazzo di chiavi: la sera chiudo io".

Tra sogno e realtà

Giampaolo ha poi analizzato alcuni elementi della sua squadra, a partire da Fabio Quagliarella, e ha svelato un sogno a tinte blaugrana. Tanto realismo nelle parole dell’allenatore, che – sull’ipotesi dell’interesse di diverse grandi squadre - ha detto di non inseguire più certe cose. "Quella attuale probabilmente non è la mia Sampdoria più forte – ha proseguito -, ma è di certo la più matura. Abbiamo perso giocatori importanti come Torreira e Zapata, ma chi è rimasto ha tre anni di lavoro qui e si vede. Ora resta da scrivere un pezzo di storia. Non si può dire dove potremmo essere se fossero rimasti quelli che sono partiti, ma magari Quagliarella non avrebbe fatto 21 gol. Lui sa cosa vuol dire vincere, lo ha respirato nei grandi club e lo mette al servizio della squadra. Chi metteremo ora in vetrina? Nessuno, altrimenti la Samp sarebbe vista sempre come un club di passaggio. Senza fidelizzare i giocatori e l’allenatore non si vince. L’interesse delle grandi squadre su di me? Il mio desiderio è quello di allenare il Barcellona. Ma siccome io ne ho viste di tutti i colori, non vado più dietro a certe cose".

Il caso Defrel e il rapporto con Ferrero

In chiusura Giampaolo ha commentato anche l’episodio che nelle scorse settimane ha visto coinvolto Gregoire Defrel, al quale è stata ritirata la patente per guida in stato d’ebbrezza, e ha parlato del rapporto con il presidente Massimo Ferrero. "Dopo quello che è successo ho parlato con Defrel. Gli ho detto: 'Se hai bevuto un bicchiere in più, la prossima volta chiamami che ti riporto a casa'. Anche a me potrebbe succedere la stessa cosa. Galeone diceva che se bevi e vinci sei un intenditore, al contrario, se bevi e perdi, sei un alcolizzato. Il rapporto con Ferrero? Lui è un presidente atipico, non gliene frega di giocatori e aspetti tecnici. Sa di non saperne, tanti altri credono di essere degli esperti e nascono sempre dei problemi. Lui invece è uno che stempera. Se abbiamo avuto discussioni? Il primo anno non mi conosceva, così, come fanno anche altri presidenti, parlava di giocatori e voleva dare consigli. Era calcisticamente più inesperto rispetto a ora. Abbiamo avuto una discussione animata una volta, ma da quel momento lui viene mezz’ora prima delle partite, sa dove vado a cercarmi degli angoli per fumare il mio sigaro e parliamo di tutto, tranne che di calcio. Ogni volta che viene al campo mi chiede: 'Mister, a sigari come sta?'. Non me li fa mai mancare. Andiamo ogni tanto a cena, c’è qualche pensiero, ma il regalo più grande che fa è che non mi rompe le scatole. In caso di qualificazione in Europa, gli chiederò una barca, cos’ ogni lunedì prendo e vado via". Per concludere un pensiero sull’ipotesi di cessione della società e sull’eventualità di Gianluca Vialli presidente: "Se Ferrero decide di cedere il club è perché vuole, gli conviene o pensa che sia giusto così. Vialli nuovo presidente? È come Mancini, la storia della Sampdoria. Se si parla di lui si evocano gli anni d’oro e si riaccende l’entusiasmo – ha concluso Giampaolo -, ma, detto ciò, la società sta bene. Come ripete sempre Ferrero: 'Comunque vada sarà un successo'".