Il Milan va all'Allianz Stadium per affrontare la capolista. L'allenatore rossonero: "Con Leonardo non ci sono problemi, parliamo come fanno in tutte le società. Il mio futuro è qui. Sto cercando di capire cosa non va, si è inceppato qualcosa ma la Juve arriva a pennello. Voglio vedere il veleno. Infortunati? Kessié si è allenato con noi, Romagnoli ha recuperato da un giorno e mezzo di febbre. Conti e Donnarumma rientreranno tra una settimana e mezza, per Paquetà ci vogliono 20 giorni/1 mese"
Dovete per forza farmi arrabbiare. Perché mi vedete grintoso? Volete farmi passare per uno che è così perché gioca con la Juve, ma non è così. Io posso accendermi dopo un secondo, ma a volte bisogna avere la lucidità di capire quale strada cavalcare. In questo momento stiamo attraversando una fase non positiva, ma non è detto che io debba per forza spaccare tutto. Da calciatore ero carico sempre, non c'era bisogno di affrontare la Juve. C'è la consapevolezza di affrontare una squadra forte, che non molla mai. Li rispetto, ma non c'è bisogno di avere una carica superiore perché si gioca con la Juve.
In Italia non si può parlare di nulla purtroppo. Bisogna capire perché Bonucci ha parlato così, perché Kean è del 2000 e ha bisogno di consigli. Poi è stato massacrato, ma io le ho lette bene le sue parole. Voleva solo aiutare il ragazzo.
È forte, ma come ha detto Max deve stare tranquillo e deve volare basso.
Con lui sono stato due anni a Perugia e poi al Milan. Già da giocatore era un allenatore, io ero giovane e si arrabbiò con qualcuno che non voleva darmi il premio. Su tante cose è all'opposto di come vivo io questo lavoro e qualcosa mi è rimasto di lui. Non l'ho mai visto arrabbiato. In un momento perdemmo alcuni calciatori e lui era sempre tranquillo, pronto a far giocare un altro. Quando mancò Seedorf fece giocare Merkel, ha coraggio anche con i giovani.
Dovevamo vincere per forza e ho pensato di osare di più con due punte e un trequartista. Ma il problema non è questo, ma l'atteggiamento con cui affrontiamo le partite. Quando perdi a livello mentale perdi qualcosa e in questo senso ci siamo un po' fermati, dobbiamo essere bravi a liberare la testa e ricominciare.
Non lo so. Affrontiamo una squadra che ha già vinto lo scudetto, che ha perso una sola partita. Ci sono le componenti per fare bene. In queste partite non c'è bisogno di stuzzicare i calciatori, la voglia viene da sola.
Non voglio essere presuntuoso, ma non so cosa vuol dire giocare bene o male. In questo momento stiamo facendo una via di mezza, sono d'accordo con chi dice che ora non facciamo le cose nel verso giusto. Ma è un momento, speriamo di far cambiare idea.
Ho due anni di contratto ancora dopo questo. Ora penso a quello che dobbiamo fare oggi. Il mio futuro è qua, per raggiungere gli obiettivi che la mia società vuole.
Con delusione, anche io mi ero fatto la bocca buona. Ora c'è grande delusione ma voglia di ripartire e da parte mia c'è tanta rabbia. Non sono nervoso, sono arrabbiato. Perché nel momento migliore si è inceppato qualcosa, però ho il dovere di crederci e farmi vedere positivo. Questo è il mio stato d'animo, ho grande voglia di raggiungere l'obiettivo e di portare il Milan in Champions League.
È una vostra sensazione, non sono nervoso. Sono semplicemente alla ricerca di qualcosa di nuovo, è normale quando vedi che certe cose non vanno. In questi momenti bisogna cambiare, per creare di più, per mettere le squadre avversario in difficoltà. E in questo momento non ci sta riuscendo.
Mi avete chiamato anche catenacciaro, paragonandomi a Nereo Rocco. A volte bisogna anche saper cambiare ed è per questo che non mi piace parlare di numeri. Bisogna mettere dei calciatori in determinate posizioni, anche a seconda delle caratteristiche degli uomini e dell'avversario. Contro Inter e Sampdoria abbiamo dato la sensazione di essere vivi, contro l'Udinese no. Sono d'accordo quando dite che non sembrava il Milan di Gattuso. Anche io sto sbagliando qualcosina.
La storia dice questo, ci siamo sempre rialzati. Il derby da anni è la partita più importante, ma ora è finita e dobbiamo guardare avanti. Dobbiamo tirare fuori tutto quello che abbiamo, la differenza è racchiusa in due immagini. La prima è l'1-1, preso in tre contro tre. E la seconda è il miracolo che fa Calhanoglu in due contro sette dell'Udinese al 93'. Non dobbiamo pensare che l'obiettivo sta sfuggendo ma che bisogna avere il veleno. Prima non pensavamo all'errore, la differenza oggi sta tutta qua.
No. Non è un caso che da anni vincono lo scudetto, è la loro forza. Non vinci solo perché hai grandi calciatori, hanno gente che sa reggere le pressioni. Sono impressionanti sotto quest'aspetto.
Kessié si è allenato con noi, Romagnoli ha recuperato da un giorno e mezzo di febbre. Conti rientra tra una settimana e mezza, Paquetà ci vuole un po' più di tempo. Donnarumma ci vuole una settimana circa. Calhanoglu sta bene.
Sicuramente, poi chiamatela impresa o come volete ma per noi è fondamentale restare tranquilli. Tanti calciatori un mese fa facevano cose incredibili, mentre oggi commettiamo degli errori. Ci sta, il calcio è così e ci sta anche di cambiare ogni tanto. Ho letto anche che Leonardo mi ha impedito di mettere due punte e un trequartista, queste sono chiacchiere da bar. Mi avete rimproverato di non aver mai visto Paquetà trequartista, con l'Udinese l'ho fatto perché c'erano le condizioni adatte. Poi lui si è fatto male ed è andata com'è andata e ho letto che la squadra è scontenta e nervosa. Faccio sempre le scelte che ritengo opportune, poi le dico a Leo la mattina della partita. Questa è la verità.
In questo momento sto pensando a mettere una squadra in campo che mi dia maggiori garanzia. Si tocca con mano che, al momento, la squadra è nervosa, può essere anche un qualcosa di positivo perché significa che i ragazzi ci tengono. Poi, ripeto, in questo momento ci serve una grande prestazione, che porti alla vittoria e possiamo ripartire. Mancano otto partite. La Juve insegna, contro l'Atletico sembrava morta ma in una partita è cambiata la loro stagione. Possiamo fare lo stesso anche noi.