Luciano Spalletti potrà contare dopo tanto tempo, anche a San Siro, sull'asse Nainggolan-Icardi. L'Atalanta è in un ottimo momento di forma e ha le caratteristiche perfette per fare male all'Inter, ma le mancherà Zapata squalificato
SERIE A: CALENDARIO - CLASSIFICA
Negli ultimi anni quelle tra Inter e Atalanta sono state sempre partite significative. Nel 2016 il 2 a 1 dei bergamaschi fu una delle spallate decisive all’Inter di De Boer, esonerato una settimana dopo, e segnò la definitiva maturazione della prima Atalanta di Gasperini, che dopo quella vittoria ne mise in fila altre cinque. Un girone dopo, il 7 a 1 dei nerazzurri fu il canto del cigno dell’Inter di Pioli, che da lì in poi smise praticamente di vincere (solo 2 vittorie su 10, a campionato finito).
Pochi mesi fa, nella gara di andata, il 4 a 1 dell’Atalanta ha chiuso bruscamente l’ottimo momento dell’Inter (reduce da 7 vittorie consecutive), lanciando le ambizioni europee degli uomini di Gasperini. Finora i bergamaschi stanno disputando una stagione sopra le aspettative, e stasera arriveranno alla sfida San Siro con appena cinque punti di distacco, in quello che è a tutti gli effetti uno scontro diretto per la Champions League.
Più delicato il momento della squadra di Spalletti, che se non altro sembra aver superato indenne il momento più complicato della stagione. Nonostante le difficoltà l’Inter è riuscita a mantenere suo il terzo posto, facendo tesoro degli scivoloni delle sue inseguitrici. Dopo la promettente prova nel derby, ridimensionata dalla sconfitta interna con la Lazio, i nerazzurri hanno confermato la loro crescita contro il Genoa, nella partita che ha sancito il ritorno di Icardi (un palo, un gol e un assist per Perišić).
Il ritorno in campo dell’argentino resta un’ottima notizia, per i nerazzurri, nonostante le parole contraddittorie di Spalletti, che nel giro di poche ore è passato dal definirlo “non decisivo” a “più importante di Ronaldo e Messi”.
Dopo la partita col Genoa, vinta 4 a 0, il tecnico nerazzurro non ha rinunciato a richiamare suo attaccante, chiedendogli un maggior supporto al lavoro della squadra. Il tema ha caratterizzato tutta la stagione dei nerazzurri, ed è stato acuito dai continui problemi fisici di Nainggolan, trequartista designato e per molti versi vero tassello mancante della stagione.
Dopo l’ennesimo infortunio del belga, a metà marzo, Spalletti si è trovato nell’esigenza di alternare tre trequartisti in tre partite consecutive (Borja Valero e Politano nelle due sfide all’Eintracht, João Mário contro la SPAL), senza risultati soddisfacenti. Nella partita più importante, Spalletti ha affidato il compito a Vecino che si è dimostrato fondamentale nella vittoria contro il Milan.
Il dinamismo dell’uruguaiano sulla trequarti (ai lati di Bakayoko) ha permesso all’Inter di risalire il campo più rapidamente, dando più libertà a Perišić, maggiormente coinvolto in zona centrale, e a Gagliardini, rivelatosi una buona alternativa in fase di uscita.
Vecino si muove alle spalle di Çalhanoğlu, Lautaro abbassa la difesa, Perišić taglia dentro. Da questa azione nasce l’1 a 0 dell’Inter
Nella partita contro la Lazio il ruolo di Gagliardini è stato preso in consegna da Borja Valero, un giocatore forse più adatto alla gestione della palla, ma molto meno efficace nel legare i reparti nelle fasi di transizione. E proprio in transizione l’Inter ha subito l’uno a zero, facendo scivolare la gara al contesto più congeniale per i biancocelesti. Una volta avanti la squadra di Inzaghi ha difeso con relativo agio, bloccando la trequarti con l’ottimo lavoro di Lucas Leiva. Alla fine, come spesso accade, i nerazzurri (orfani di Lautaro) hanno finito per rifugiarsi sulle fasce, cercando tantissimi cross inutili (17/45 cross riusciti).
Contro il Genoa Spalletti ha fatto tesoro dei suoi errori, riportando Gagliardini al fianco di Brozović, con Nainggolan sulla trequarti, alle spalle di Icardi. La presenza del centravanti argentino – che ha svolto un lavoro utilissimo, abbassando la difesa – ha permesso all’Inter di pescare Politano e Perišić in posizione centrale, una mossa che ha dato molta imprevedibilità all’attacco nerazzurro.
La passmap di Politano e Perišić nella partita contro il Genoa. I due esterni hanno cercato spesso i canali centrali
Occupando meglio gli spazi, l’Inter ha ritrovato pericolosità offensiva, facendo vedere sprazzi dell’impianto tattico provato la scorsa estate. In particolare sono state interessanti alcune combinazioni sulle due catene laterali: le ricezioni alte di D’Ambrosio – sulla stessa linea di Politano, pronto all’uno-due – e le sovrapposizioni di Asamoah sui tagli di Perišić. Su questi canali di gioco l’Inter ha costruito l’uno a zero, prima, e guadagnato il rigore del raddoppio poi.
Politano e Perišić tagliano verso il centro del campo, permettendo ad Asamoah di ricevere a sinistra. Il terzino scende sulla fascia e serve il vantaggio di Gagliardini
L’efficacia dei nerazzurri va tarata sull’avversario (il Genoa è stato abbastanza arrendevole), ed è probabile che contro l’Atalanta il lavoro sarà molto più complicato. Quella di Gasperini è una delle squadre che pressano meglio in campionato (nell’indice PPDA è seconda solo al Torino), e già all’andata è riuscita a mettere in crisi il possesso palla dell’Inter, che ad oggi – nonostante qualche buona prova – non ha ancora quella fluidità che Spalletti vorrebbe.
Per molti versi, l’Atalanta sembra la squadra perfetta per far male all’Inter. Contro la Lazio i nerazzurri hanno sofferto la qualità di Correa, Luis Alberto e Milinković-Savić in verticale, ed è probabile che trovi gli stessi problemi contro Gómez e Iličić. Nel derby, l’Inter ha iniziato a soffrire una volta che il Milan ha aumentato la propria aggressività sulle catene laterali, abbassando i due esterni con la spinta di Calabria, Conti, Castilejo e Suso.
Le catene laterali sono uno dei principali punti di forza della squadra di Gasperini, che negli ultimi mesi – per migliorare l’integrazione con Zapata e Iličić – ha iniziato ad utilizzare Gómez sulla trequarti, con piena libertà di muoversi su tutto il fronte offensivo.
Mentre Gómez affronta l’avversario Zapata sì allarga sulla fascia, distraendo la difesa dell'inserimento di Pašalić. Il Papu salta Scozzarella e manda il compagno in porta
Questo nuovo assetto ha permesso all’Atalanta di avere una nuova fonte di gioco al centro del campo, liberando ancora più spazio per Zapata e Iličić, che in questo modo possono dare alimentare le catene laterali, aprire agli inserimenti o tagliare sul piede forte. Nella partita di andata le posizioni larghe di Zapata (2 occasioni create, 6 dribbling) e Iličić (4 occasioni create e 7 dribbling) hanno messo in seria difficoltà la retroguardia interista, in particolare i due centrali, che come all’andata saranno Miranda e Skriniar (De Vrij è infortunato).
L’assenza più pesante, tuttavia, è quella dell’Atalanta, che per la prima volta in cinque mesi dovrà fare a meno di Zapata, squalificato. Dopo la partita di andata il colombiano è diventato un punto fermo della formazione titolare, e nelle ultime 19 ha saltato (per sostituzioni) soltanto 109 minuti. Logica vorrebbe l’inserimento di Barrow, già impiegato come centravanti sia ad inizio anno che come sostituto, ma nelle ultime ore si sta facendo concreta l’opzione Pašalić, un giocatore che darebbe ancora più mobilità al tridente offensivo.
La gara nasconde molte incognite: il pressing a uomo dell’Atalanta potrebbe soffocare l’Inter, ma potrebbe anche aprirgli spazi in avanti; i tagli di Politano e Perišić potrebbero dare più varietà all’Inter, ma potrebbero anche scoprirla in transizione; il tridente leggero dell’Atalanta potrebbe togliere riferimenti, ma se l’Inter difenderà bassa e compatta potrebbe non essere sufficiente.
Tanti dettagli fondamentali, che andranno a comporre una gara fondamentale per entrambe le squadre. Per gli uomini di Spalletti la vittoria può valere un pezzetto di Champions, per quelli di Gasperini può rappresentare un clamoroso balzo in avanti, che la porterebbe a -2 dall’Inter e +2 sul Milan. Comunque la si guardi, la sfida tra Inter e Atalanta potrebbe essere molto significativa.