Milan, Scaroni: "Senza Champions crescita più lenta. Siamo delusi"

Serie A

Il presidente rossonero a Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1: "La Champions non era nei nostri piani, ma ci avevamo fatto la bocca e ora siamo delusi. La mancata qualificazione rallenterebbe il processo di crescita preventivato con Elliott"

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Una sconfitta che rischia di compromettere la corsa alle prime quattro posizioni e che allontana i rossoneri dalla zona Champions: il Milan, battuto per 2-0 dal Torino, scivola in sesta posizione in classifica quando mancano quattro giornate al termine del campionato. “La squadra non gioca a buoni livelli da mesi, l’obiettivo Champions ieri si è allontanato ma continuiamo a inseguirlo”, le parole rilasciate a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1 dal presidente rossonero Paolo Scaroni. Momento delicato quello rossonero, con il futuro di Gattuso che torna in discussione: “Allenatore? Ho un Ad e due dirigenti come Leonardo e Maldini, e rispondono loro su questo tema. Il nostro progetto quest'anno non aveva in programma la Champions. Poi è diventata una sorpresa positiva, ci abbiamo fatto la bocca e adesso siamo delusi. Ora continuiamo a stare sulle sue tracce", ha proseguito il presidente rossonero. “Perdere la qualificazione in Champions avrebbe un impatto economico evidente e immediato, rallenterebbe il processo di crescita che avevamo preventivato con Elliott e che punta a rimettere il Milan dove noi vogliamo”, ha aggiunto Scaroni.

Scaroni sui cori razzisti durante Milan-Lazio

Il presidente rossonero Scaroni è poi tornato sui cori razzisti rivolti a Bakayoko durante la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Lazio a San Siro. La società rossonera ha inviato ai presidenti di Coni, Figc e Lega Calcio un video nel quale si contano 32 cori razzisti da parte di un gruppo di tifosi laziali durante il match della scorsa settimana: “Probabilmente non sono stati così vistosi da essere sentiti in campo, perchè i laziali erano pochi e i tifosi milanisti sono sempre rumorosi. Però l'episodio se si voleva, lo si poteva andare a vedere. Fermare o non fermare la partita è un terreno su cui non voglio muovermi, sono decisioni che devono prendere l'arbitro e il responsabile dell'ordine pubblico", ha concluso Scaroni.