
Ironia e battuta sempre pronta, una visione molto chiara del calcio: una rassegna delle frasi più famose dell'Allegri comunicatore nel suo periodo bianconero. Dall'arrivo con contestazione alle voci sugli screzi con Agnelli prima dell'addio

“In Italia ci sono 50 milioni di tifosi, 12 sono della Juve, gli altri del Milan, dell’Inter, della Roma e via così. Tutti sono contro la Juve. Ora me ne rendo conto”. 15 ottobre 2014, Allegri è da poco arrivato alla Juventus e scherza così sul mondo dei tifosi

“Quando sono arrivato era normale ci fosse contestazione. Era andato via un grande allenatore ed era arrivato quello antagonista degli anni precedenti. Sto portando avanti il mio programma e spero di portare a casa qualche trofeo. Nel calcio come nella vita il tempo aggiusta tutto. Conta solo fare risultati. Può passare chiunque ma la colonna portante rimane la società”. Appena arrivato, al posto di Conte, Allegri deve conquistarsi l'amore del popolo juventino: nei suoi piani c'è quello di portare a casa "qualche trofeo"

“Arrivare in un posto come la Juventus e stravolgere tutto togliendo certezze a giocatori che avevano vinto 3 scudetti sarebbe stato da persona poco intelligente. E ritenendomi una persona discretamente intelligente… Poi con il passare del tempo e delle situazioni sono passato alle mie idee, conservando comunque quello che era stato costruito”. Al primo anno arriva già in finale di Champions. Il 3 maggio 2015, prima della fondamentale semifinale contro il Real Madrid, parla così

“Giocare e allenare sono due lavori molto differenti. Quando si finisce di giocare a calcio, bisogna capire cosa si vuole fare e soprattutto cosa si è capaci di fare. Conta molto la testa, sia quando si gioca che quando si allena. Dire ‘un giocatore è bravo, ma non ha testa’ secondo me non ha senso”. A "Mister Condò", Allegri spiega quanto conti il fattore mentale per lui

“Quando non si attacca non bisogna vergognarsi di difendere bene perché l'obiettivo finale è il risultato che bisogna raggiungere in qualunque modo. Sono contento di quelli che fanno il calcio spettacolo, per me lo spettacolo lo si va a vedere al circo”. Un tema ricorrente, nelle sue analisi: spettacolo o risultati?

“Io ho dei giocatori molto bravi ma gare non sono tutte uguali: daremo meno nell'occhio di altre squadre ma l'importante è arrivare in fondo agli obiettivi”

“Se c’è qualcosa che dico ai ragazzi prima delle gare? Che bisogna vincere. L’unica cosa che conta quando scendiamo in campo è quella di vincere ogni partita”

“Qui vogliono spoetizzare il calcio, soffocare la creatività: è questo l’errore più grande che stiamo facendo. Se togli la poesia, allora tanto vale giocarsela al computer”

“Finora credo che tutte le cose che sono state scritte, dalle mie dimissioni ai litigi col presidente direi che eravamo su ‘Scherzi a Parte’. Altrimenti o io e il presidente ci facciamo curare da dottori seri o qualcosa non torna…”. 7 marzo 2019, così Allegri sulle voci che circolavano riguardo le sue possibili dimissioni

"Poi i magazzinieri hanno dato dieci maglie diverse, quindi non riuscivamo a passarci la palla…". L'ironia e la battuta pronta nel repertorio dell'Allegri comunicatore. Così giustifica, dopo Lazio-Juventus del gennaio 2018, il pessimo primo tempo dei suoi

“Come nel film di Fantozzi, quando Filini pesca il pesce-ratto dice ‘Può piacere o non può piacere’…”. Anche alle critiche sulle sue scelte tecniche risponde con la battuta, come quando difende il suo scarso utilizzo di Dybala, appena arrivato alla Juve nel 2015, citando Fantozzi

"La formazione anti-Inter? Giochiamo a due, senza terzini". Anche i moduli e i numeri, per Allegri, non sono certo una priorità