Juventus, Sarri: "33 schemi su palla inattiva? Era tutto uno scherzo a un giornalista"

Serie A

L’allenatore ha rilasciato la sua prima intervista ai canali ufficiali del club: “La Premier League è superiore per visibilità e livello tecnico, in Italia però le società sono organizzate meglio. Mi adatterò alle caratteristiche dei giocatori, ma ho un’eredità difficile”

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Maurizio Sarri guiderà la Juventus a partire dalla prossima stagione. Tanta la curiosità per il nuovo allenatore, presentato alla stampa negli scorsi giorni. “La prima sensazione è la consapevolezza di essere arrivato in un club importantissimo, ho avuto la fortuna di arrivare dal Chelsea che è un altro club molto importante ma qui è diverso. C'è una storia lunga, centenaria, mentre quella del Chelsea è più recente, probabilmente ventennale. Poi al di là del club, le sensazioni le danno le persone. Ho visto un gruppo coeso di persone, di grande mentalità e determinazione. L'impressione è bella, la società è snella, composta da persone coerenti e compatte tra loro” ha detto Sarri nell’intervista rilasciata ai canali ufficiali del club. L’allenatore ha quindi spiegato le differenze tra il calcio italiano e quello inglese: “La scelta dell'estero dell'anno scorso è stata ponderata, però poi una volta fatta mi sono reso conto che è un'esperienza straordinaria. La Premier League al momento per questioni di visibilità penso sia il primo campionato del mondo. Il livello tecnico è altissimo e le strutture sono straordinarie, ma ciò che è diverso è l'atmosfera, di un altro pianeta, qualcosa di bellissimo. Noi siamo costretti a rincorrere, sperando di cominciare a migliorare, cercando di tornare ciò che eravamo 20 anni fa, un riferimento”.

Grande allenatore e grande calciatore

“All'interno di questa scelta – ha proseguito – c'erano anche valutazioni più personali sul fatto di riavvicinarsi a casa. Quando il mio pensiero ha cominciato a viaggiare su questa lunghezza d'onda, la Juventus è stata la società che mi ha cercato con maggiore determinazione da parte di tutti i dirigenti: questo mi ha colpito e mi ha fatto decidere velocemente di andare in quella grande società, che fino a un anno prima che era la nemica storica contro cui avevo combattuto in maniera anche forte perché la Juventus si può sconfiggere solo se si dà il 120%”. Alla Juventus, Maurizio Sarri potrà allenare Cristiano Ronaldo: “È più facile per un grande giocatore far diventare grande un allenatore, più che il contrario. Quando a 35 anni quando cominci pensi di poter incidere in maniera feroce, poi con l'esperienza ti rendi conto che fino a un certo punto è incidi. Quindi è molto più importante il giocatore per me, a meno che non incontri un giocatore giovane da modellare”.

Eredità pesante

Continuare a vincere, dopo otto anni di egemonia in Italia, non sarà facile. “Le vittorie sono frutto di lavoro, io ho un'eredità difficilissima perché la Juve ha vinto tanto. Nei prossimi 5 anni sarà difficile ripetere i 5 anni precedenti. L'obiettivo quindi sarà dimenticarsi di tutte queste responsabilità, vogliamo divertirci facendo divertire, coniugando questo con la sequenza delle vittorie. Vivere l'Europa per quello che è, una Juventus così straripante in Italia fa pensare di poter fare lo stesso anche altrove ma in questo momento il nostro movimento non permette questo e quindi la Juve è una delle 10 società di livello top. Il fatto che in questa top 10 ce ne siano 5 inglesi fa capire la differenza in cui stiamo operando in questo momento. Poi ovviamente ci si alza la mattina e l'obiettivo è uno: vincere” ha affermato. La sua filosofia di calcio si innesterà su quella che c’era in precedenza: “La squadra dovrà rispettare le caratteristiche dei giocatori che ci possono far vincere. L'obiettivo sarà giocare un numero di palloni superiore, vorrei che la squadra mantenesse certe caratteristiche che aveva con Max perché a tratti dava l'impressione di poter essere messa sotto e invece poi finiva al contrario. La capacità di devastare l'avversario in 10 minuti di supremazia è una qualità molto importante quando si vuole vincere. La filosofia di gioco può essere diversa, ma non si deve perdere il 99% di positività che c'era prima”.

La verità sui 33 schemi

Un aneddoto che ha sempre accompagnato Sarri è quello di avere 33 schemi da attuare su palla inattiva: “Non vorrei deludervi, ma è una cosa nata quando allenavo nei dilettanti e un giornalista mi chiese 'quanti schemi potete mai avere su palla inattiva, 30?' e io risposi 33 per scherzare”. Meno di due mesi all’inizio del campionato, queste le impressioni dell’allenatore bianconero: “La Serie A la sento frizzante, almeno sul piano degli allenatori: è tornato Antonio Conte con una società importante, poi l'avvento di Giampaolo in una società di alto livello, Ancelotti al Napoli, l'arrivo di Fonseca alla Roma, al Sassuolo c'è De Zerbi che è un giovane di talento, insomma a livello di movimento di allenatori c'è l'impressione in cui si possa innescare qualcosa di nuovo, qualche tendenza diversa. L'Inghilterra ha un livello di calcio irraggiungibile per l'Europa, ma noi abbiamo ancora un piccolo vantaggio: l'organizzazione societaria e tecnico-tattica, in cui mi sembra sempre che abbiamo qualcosa in più”.