L'attaccante bianconero pronto alla nuova stagione: "Con Napoli e Inter sarà una battaglia. In Champions può essere la volta buona, è una questione di dettagli". Su Sarri: "Ci sta dando una nuova identità, tutti gli attaccanti possono beneficiarne. Voglio trovare continuità in un solo ruolo, può aiutarmi a raggiungere traguardi importanti"
Federico Bernardeschi è certo: può essere il momento perfetto per la sua Juventus per puntare alla Champions League. Non esistono però ricette per vincere, come spiega l’attaccante bianconero: "Ogni anno può essere quello giusto. In Europa è una questione di sfumature, di dettagli, di quel pizzzico di fortuna che devi costruire. In Serie A - prosegue - si stanno creando tante squadre forti: Inter, Napoli, Roma, anche il Milan e l’Atalanta. Se devo scegliere, dico Napoli e Inter. Sarri e Conte? Il duello mi intriga. Sono felice che stiamo riportando gli allenatori migliori in Italia. Il campionato sarà una sfida. È bello e stimolante”. A proposito del nuovo allenatore bianconero: “Lavoriamo con la palla, tanta palla e a ritmi altissimi. Ora c’è un’identità di gioco molto importante, un atteggiamento differente da quello dell’anno scorso. Sarri ha metodologie diverse da Allegri e devo dire che ci stiamo trovando molto bene. Non credo ci fosse bisogno di un discorso, nella vita ognuno fa le sue scelte professionali e noi siamo veramente tanto felici di averlo in panchina”.
"Voglio trovare continuità in un solo ruolo"
Gli obiettivi di Bernardeschi sono chiari: “Ho sempre detto che la cosa fondamentale è la testa e questo lo credo fortemente - ha proseguito - Ogni anno voglio aggiungere un tassello importante, fare un passo verso qualcosa di grandioso che sono convinto di riuscire a fare entro fine carriera. Nel presente però vivo giorno per giorno, con obiettivi quotidiani: sbagliare il meno possibile, fare determinate cose, capire meglio certe situazioni. Si deve rimanere al 100% sul presente”. E a chi gli dice che pecca di continuità: “Io non credo che questo sia un deficit mentale. I miei allenatori - ha assicurato - mi hanno sempre detto il contrario, che dovrei staccare di più, pensare meno. Dovrei giocare un po’ più libero. Piuttosto, credo sia una questione tattica. Durante una partita esco un po’ dal gioco perché cambio spesso ruolo. Ecco, specializzarmi può aiutarmi a trovare automatismi”. A Sarri il compito: “Sto provando da esterno destro e per ora gioco lì: se in un futuro l’allenatore deciderà di cambiarmi ruolo, me lo dirà. Piuttosto, abbiamo sempre provato il 4-3-3 ma io mi trovo a mio agio anche nell’altra posizione, da trequartista del 4-3-1-2. Mezzala? Mi ci vedo molto bene. L’anno scorso ho giocato in non so quanti ruoli ed è stimolante, però, quando vuoi acquisire continuità, la specializzazione diventa fondamentale”.
"Sarri può aiutare tutti. Chiesa? Decida con la sua testa"
L’attaccante bianconero ha parlato anche di Cristiano Ronaldo, al suo primo anno con Sarri: “Per segnare, Ronaldo segna sempre... Però credo che con un gioco più strutturato, con una squadra che sa esattamente che cosa deve fare, tutti gli attaccanti possano avere vantaggi. È la storia del mister. Higuain? È sempre lui, il Pipita, un ragazzo molto bravo al di là del suo essere calciatore. È sereno. Non conosco le decisioni della società, ma nel gruppo è straordinario”. A proposito di mercato, si vocifera di un possibile nuovo avvicinamento bianconero a Federico Chiesa, ex compagno di Bernardeschi alla Fiorentina: “L’ho sempre detto, è giusto che Federico decida da solo il suo percorso. Per me questo è stato fondamentale. Ho fatto le mie scelte da solo nella vita, a testa alta e guardando avanti”, ha concluso.