L’attaccante ha replicato su Instagram agli insulti razzisti durante Cagliari-Inter, subiti al momento di calciare il rigore del definitivo 2-1: "Il calcio è un gioco amato da tutti e non dovremmo accettare alcuna forma di discriminazione che possa provocare vergogna nel nostro sport. Noi calciatori dobbiamo essere uniti e prendere una posizione, per far sì che il calcio resti un gioco pulito e divertente per tutti"
BUU RAZZISTI A LUKAKU, NESSUN PROVVEDIMENTO
RAZZISMO E SICUREZZA NEGLI STADI: L'INCHIESTA DI SKY
Matuidi, Kean e adesso Lukaku. È successo di nuovo: un giocatore discriminato per il colore della propria pelle. Siamo al minuto 72' di Cagliari-Inter, seconda giornata del campionato di Serie A. Punteggio in parità, risultato bloccato sull'1-1. L'arbitro Maresca assegna un calcio di rigore in favore dei nerazzurri. Lukaku si presenta sul dischetto, di fronte alla curva dei tifosi del Cagliari. Il giocatore belga si prepara alla battuta, ma prima di calciare ecco arrivare dagli spalti gli insulti razzisti. Ululati che non distraggono il numero 9 dell'Inter, che resta concentrato, piazzando il pallone all'angolino per il definitivo 2-1. Dopo il gol un'occhiataccia verso la curva del Cagliari. Il giorno dopo la partita, Lukaku ha risposto su Instagram, chiamando a raccolta tutti i calciatori: "Molti giocatori nell’ultimo mese hanno subito insulti razzisti. È successo anche a me ieri. Il calcio è un gioco amato da tutti e non dovremmo accettare alcuna forma di discriminazione che possa far vergognare il nostro sport. Spero che le federazioni di tutto il mondo reagiscano con forza su tutti i casi di discriminazione. I social media devono funzionare meglio, così come le società, perché ogni giorno si vedono commenti razzisti sotto i post delle persone di colore… Se ne parla da anni, ma non si è ancora fatto nulla. Signore e signori, è il 2019, invece di andare avanti stiamo andando indietro". Quindi l'appello ai colleghi: "In quanto calciatori dobbiamo essere uniti e prendere una posizione su questa questione, per far sì che il calcio resti un gioco pulito e divertente per tutti".
Il comunicato del Cagliari
"Il Cagliari Calcio prende con forza le distanze dagli sparuti, ma non meno deprecabili episodi verificatisi alla Sardegna Arena in occasione di Cagliari-Inter. Il Club ribadisce una volta di più l'intenzione di individuare, isolare ed estromettere dalla propria casa gli ignoranti, anche fosse uno soltanto, che si rendono protagonisti di gesti e comportamenti deprecabili e totalmente agli antipodi dei valori che, con determinazione, il Cagliari Calcio porta avanti in ogni singola iniziativa. Quotidianamente. Proprio Cagliari-Inter è stata, infatti, l'ennesima occasione dove ammirare il vero tifo, quello positivo e mai contro qualcuno. La nostra Curva Futura, primo settore in Italia ad essere costruito per ospitare i bambini, ha visto tanti sostenitori nerazzurri e rossoblù vivere insieme una splendida serata all'insegna della passione per il calcio. La Società non accetta che si possa minimizzare quanto accaduto, ribadisce gli alti contenuti morali della sua gente, quella che alberga in tutti i settori dello stadio, ma respinge fermamente ogni accusa infamante e sciocchi stereotipi che non possono assolutamente essere indirizzati verso i tifosi del Cagliari e il popolo sardo. Piena solidarietà a Romelu Lukaku e ancora più impegno per debellare una delle piaghe che affliggono il mondo del calcio e non solo. Ben sapendo, però, che la tecnologia da sola non basta, ma che l’impegno delle società necessita di un supporto reale da parte dei soggetti che operano nel mondo del calcio: dai veri tifosi agli stewards, dai media alle forze dell’ordine fino alla Lega Serie A e la FIGC. Il Cagliari Calcio vi chiede aiuto per vincere una battaglia che riguarda tutti. Nessuno escluso".
La campagna della Lega Serie A
Il Presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè, e l’Amministratore Delegato, Luigi De Siervo, esprimono la ferma condanna della Lega Serie A in relazione all’episodio di razzismo che ha visto coinvolto il calciatore nerazzurro Romelu Lukaku. La Lega Serie A si è sempre schierata contro ogni forma di discriminazione ed è fortemente impegnata a contrastare un odioso fenomeno che, pur perpetrato da pochi stupidi, danneggia tutto il sistema. Nel mese di ottobre sarà lanciata un’iniziativa, a livello nazionale e internazionale, che coinvolgerà le venti squadre di Serie A, con l’obiettivo di sensibilizzare tutte le tifoserie su una tematica così delicata e importante. Ad ogni club sarà chiesto di individuare un proprio calciatore, che entrerà a far parte della "Squadra contro il razzismo" della Lega Serie A, un testimonial che in prima persona si farà portatore dei valori del rispetto e dell’uguaglianza. Il razzismo è un problema culturale, servirà l’impegno di tutti, dagli addetti ai lavori agli appassionati, per diffondere negli stadi un modello di tifo positivo, coerente e consono ad un paese civile come l’Italia
Marani: "Lo stadio non può essere spazio di anarchia"
"Nell’epoca della Var, in cui possiamo misurare anche i centimetri, possiamo anche vedere chi fa gli ululati a 100 metri di distanza. Cosa bisogna fare? Semplicemente buttarli fuori dagli stadi, mandarli via". E' il commento di Matteo Marani a Sky Sport 24. "Lo stadio non può essere uno spazio di anarchia in cui lo Stato non c’è - prosegue -. Lo Stato deve essere allo stadio come in ogni angolo del paese. Non ci può essere una zona franca priva di legge. Purtroppo oggi, nei nostri stadi, questo succede. Non solo con episodi di razzismo, ma anche striscioni, coreografie: in questo periodo stiamo assistendo ad un repertorio molto triste. Poi c’è un aspetto molto più profondo: spesso quando si usa la parola “culturale” sembra una parola vuota, invece è fondamentale. Queste persone che fanno gli ululati sono veramente fuori dal tempo, anacronistici. E’ gente che è spaventata da quello che è il mondo attuale. Chi ha la possibilità di viaggiare e visitare le grandi città sa cosa siano integrazione, multietnicità, multiculturalismo. Ormai sono cose del quotidiano. Oggi chi risponde “ululando” in uno stadio vuol dire che è una persona ignorante, che non ha studiato, ferma a categorie vecchie e datate. Quando vedo atti di razzismo mi vengono in mente il colonialismo, il nazionalismo: categorie dell’Ottocento. Mi spiace dirlo, ma vedo gradi sociali e culturali bassi che rispondono con un’arma che loro ritengono molto oltraggiosa, non capendo che si tratta di un autogol, soprattutto nei confronti di una terra meravigliosa, quella sarda, fatta di persone accoglienti, civili, ospitali".