Milan-Inter, le chiavi tattiche del primo derby di Antonio Conte e Marco Giampaolo

Serie A

Federico Aquè

Milan e Inter si affrontano nel pieno di una rivoluzione tattica. Se la squadra di Conte sembra più avanti, il derby non è una partita come le altre. La partita sarà visibile sul canale satellitare DAZN1 (209 del telecomando di Sky) 

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Divise da un solo punto nell’ultimo campionato, sia il Milan che l’Inter hanno deciso di affrontare la nuova stagione inaugurando una rivoluzione tattica, con la scelta di due allenatori dalle idee di gioco molto definite come Marco Giampaolo e Antonio Conte. La rivalità si è accesa presto, fin dalle prime conferenze stampa. Conte si è presentato con il motto «testa bassa e pedalare», Giampaolo gli ha risposto ribaltando la sentenza per indicare le linee guida della sua gestione: «Testa alta e giocare a calcio».

L’Inter ha iniziato la stagione meglio del Milan. Dopo tre giornate la squadra di Antonio Conte è prima in classifica con 9 punti, i rossoneri invece hanno ricavato 6 punti da vittorie abbastanza sofferte contro due neopromosse, Brescia e Verona, che hanno riscattato la brutta sconfitta all’esordio contro l’Udinese. Il pareggio di martedì per 1-1 contro lo Slavia Praga in Champions League ha però in parte ridimensionato l’entusiasmo che circondava l’Inter. Le rivoluzioni hanno bisogno di tempo, e anche se l’impatto di Conte è stato notevole da subito, anche i nerazzurri devono fare i conti con le normali oscillazioni di rendimento di una squadra che sta assimilando un nuovo modo di giocare.

Le difficoltà dell’Inter contro lo Slavia Praga

In particolare l’Inter ha sofferto l’aggressività dello Slavia e non ha trovato soluzioni per risalire il campo in modo pulito. Col suo particolare sistema di marcature a uomo, lo Slavia indirizzava il primo possesso nerazzurro su de Vrij (che ha finito per essere il giocatore che ha completato più passaggi, 74) e bloccava ogni possibile uscita.

La marcatura di Stanciu (o di Husbauer, quando Stanciu era fuori posizione) ha ridotto l’influenza di Brozovic, il giocatore più importante per la costruzione arretrata dell’Inter, e anche le alternative per avanzare, cioè l’uscita sulle fasce o i passaggi diretti sugli attaccanti, erano ostacolate dalla strategia difensiva dello Slavia. Le mezzali interiste (Sensi e Gagliardini), che a inizio azione si allargavano proprio per agevolare la risalita del campo, erano seguite a uomo mentre gli esterni (Candreva e Asamoah) hanno toccato poco la palla e non sono mai riusciti a dribblare i loro avversari.

I passaggi diretti sugli attaccanti, uno strumento che le squadre di Conte utilizzano spesso per superare le linee di pressione avversarie, erano invece oscurate da Soucek che, senza avversari da marcare, copriva gli spazi davanti alla difesa impedendo all’Inter di innescare subito Lukaku e Lautaro Martínez. I due attaccanti nerazzurri sono stati anche anticipati spesso quando i compagni provavano ad alzare la palla, rendendo così inefficaci anche i tentativi di aggirare il pressing dello Slavia con un lancio lungo.

De Vrij inizialmente viene lasciato libero di impostare, ma non ha molte opzioni. Stanciu marca Brozovic, le mezzali dello Slavia seguono Sensi e Gagliardini, mentre Soucek copre il centro e impedisce la verticalizzazione diretta sugli attaccanti.

Un test per la solidità difensiva del Milan

Sembra comunque improbabile che il Milan possa complicare la costruzione dell’Inter come ha fatto lo Slavia. Per il gioco di Giampaolo il principale riferimento in fase difensiva è la palla, e anche se c’è da aspettarsi che la sua squadra difenda alto e vada a pressare l’Inter fin dall’inizio dell’azione, è poco credibile che queste idee si traducano in marcature a uomo come quelle preparate dallo Slavia.

Il derby rappresenta comunque il primo test di un certo livello per la stabilità difensiva del Milan che, come l’Inter, ha subito un solo gol nelle prime tre giornate. Finora però i rossoneri hanno sfidato avversari che lasciavano il controllo del pallone (per possesso medio a partita il Milan è secondo in campionato, con il 60%) e cercavano di attaccare soprattutto in transizione. L’Inter proporrà quesiti tattici diversi, più complessi soprattutto per il pressing del Milan, finora poco sollecitato dalle avversarie incontrate nelle prime giornate.

In fase difensiva i rossoneri non hanno mai rinunciato al tipico schieramento col centrocampo a rombo, e se la linea difensiva sembra essersi già adeguata alle richieste del gioco di Giampaolo - si muove con ordine, resta stretta e alta e cerca di frequente di mandare in fuorigioco gli avversari - il pressing non è invece stato messo ancora alla prova da una squadra che punta a costruire l’azione da dietro palla a terra anche sotto pressione.

Per il modo di difendere del Milan, attento ad accorciare il campo e a portare molti giocatori attorno alla zona della palla, è probabile che l’Inter avrà un’uscita più comoda sugli esterni rispetto alla partita contro lo Slavia, raggiungendoli soprattutto con cambi di gioco.

Nell’ultima giornata, i rossoneri hanno affrontato un’altra squadra che impostava con la difesa a tre e teneva gli esterni larghi, il Verona, che in questo caso cerca proprio il cambio di gioco su Lazovic. Il Milan è stretto e corto come vuole Giampaolo e concede spazi sulle fasce.

A possesso consolidato, invece, un aspetto delicato per i meccanismi di pressione del Milan potrebbe essere la copertura degli spazi di fianco al mediano, visto che la squadra di Conte porta di solito due giocatori a ricevere nei mezzi spazi dietro il centrocampo avversario, una mezzala (Sensi) e un attaccante.

Come attaccherà il Milan

In queste prime giornate, comunque, i rossoneri sono sembrati distanti dalle idee che sta trasmettendo Giampaolo soprattutto quando attaccavano. Il Milan ha tenuto molto la palla ma ha creato poco e ha segnato solo due gol, di cui uno su rigore con Piatek a Verona. La formazione del tridente offensivo, e in particolare la scelta di chi debba occupare la delicata posizione del trequartista, è sembrata finora la questione più controversa.

All’esordio contro l’Udinese Giampaolo aveva dato seguito agli esperimenti fatti nelle amichevoli precampionato schierando Suso da trequartista alle spalle di Castillejo e Piatek. Il Milan, però, non aveva mai tirato in porta e a fine partita Giampaolo aveva anticipato dei cambiamenti per assecondare le caratteristiche dei suoi giocatori. Contro il Brescia ha quindi giocato Castillejo da trequartista, mentre Suso è stato avanzato in attacco sul centro-destra, per riportarlo a giocare nelle zone a lui più familiari. A completare il tridente offensivo c’era invece André Silva, ceduto poi all’Eintracht Francoforte nell’operazione che ha portato Ante Rebic a Milano. A Verona il trequartista era Paquetá e a completare l’attacco asimmetrico, con Suso che tendeva ad allargarsi a destra mentre l’altra punta andava in profondità partendo da zone più centrali, c’era Piatek.

Le continue rotazioni del tridente offensivo tradiscono le difficoltà a sviluppare la manovra come vuole Giampaolo, risalendo il campo con pazienza, palleggiando e muovendo il pallone tra le linee avversarie, e a trovare un trequartista adatto a questo tipo di gioco. Chiunque ha giocato finora in quella posizione, un po’ per le sue caratteristiche e un po’ per i problemi a manovrare con qualità in zone centrali e in spazi stretti, ha deluso. Oltretutto al Milan è anche mancata ampiezza e tutte le squadre affrontate finora sono così riuscite, in modo diverso, a rendere innocuo il suo possesso.

La partita contro l’Inter dovrebbe comunque proporre temi diversi. Finora la squadra di Giampaolo ha trovato delle difficoltà ad attaccare squadre chiuse, mentre i nerazzurri dovrebbero essere più aggressivi e concedere più spazi, se il palleggio milanista riuscirà ad aggirare il pressing avversario. Per la prima volta in stagione la costruzione del Milan potrebbe quindi essere messa alla prova da una squadra che pressa alto, e dalla gestione di questa situazione passeranno buona parte degli equilibri della partita.

Ancora una volta la composizione del tridente offensivo è incerta (in conferenza stampa Giampaolo ha invece confermato che al posto di Calabria, squalificato, giocherà Conti, smentendo le ipotesi di una difesa a tre): entrando dalla panchina a Verona, Rebic ha movimentato gli attacchi rossoneri e potrebbe trovare posto da titolare ma, se non volesse rinunciare al trequartista, Giampaolo potrebbe riproporre Paquetá.

Conte sembra invece avere meno dubbi sul suo schieramento, e l’unica incognita è rappresentata dalle condizioni di Candreva, che è uscito per un infortunio contro lo Slavia e potrebbe lasciare spazio a Lazaro o a D’Ambrosio, avanzato a esterno destro. L’Inter ha assimilato meglio dei cugini le nuove idee tattiche e a sorriderle sono anche i precedenti (è imbattuta negli ultimi sei derby di campionato) e il bilancio personale di Conte, che non ha mai perso contro il Milan. I nerazzurri sembrano quindi favoriti ma, si sa, non lo ripeteremo mai troppo, nulla è scontato quando si gioca un derby.