Ultrà Juve, 38 Daspo, 4 di 10 anni nell'inchiesta "Last Banner"

Serie A

Dovranno restare per anni lontano dagli stadi gli ultrà della Juventus coinvolti nell'inchiesta 'Last Banner': 38 Daspo irrogati dal questore di Torino Giuseppe De Matteis

ARRESTATI 12 CAPI ULTRÀ JUVE

VIDEO. ULTRÀ RECUPERANO BIGLIETTI ILLEGALMENTE

Daspo record nell'ambito dell'inchiesta 'Last Banner', che nei giorni scorsi ha azzerato i vertici del tifo organizzato bianconero: per la prima volta sono stati emessi Daspo decennali, tra i 38 irrogati dal questore di Torino Giuseppe De Matteis. Si tratta della prima applicazione in Italia del nuovo termine massimo introdotto dal decreto sicurezza bis. I Daspo di 10 anni sono 4 e riguardano Dino Mocciola ("Drughi") e i suoi più stretti collaboratori, Salvatore Cava e Domenico Scarano, oltre Umberto Toia ("Tradizione"). In base alle nuove norme, Mocciola e Toia non potranno utilizzare strumenti di comunicazione (telefoni, ricetrasmittenti e altro) nelle giornate degli incontri sportivi.

Altri 8 Daspo con obbligo di firma durante le partite

La polizia ha notificato dei Daspo con obbligo di presentazione ad altre otto persone di cui quattro per la durata di 7 anni e quattro per 6 anni. A tre ultrà denunciati per violenza o associazione a delinquere è stato vietato di assistere alle manifestazioni sportive per 5 anni. Altri 23 hanno un Daspo di quattro anni. Dei 38 ultra' coinvolti, 12 avevano già avuto dei Daspo in passato. La questura sta inoltre vagliando la possibilità di richiedere al Tribunale la sorveglianza speciale e misure patrimoniali verso alcuni esponenti delle tifoserie coinvolte.

L'arresto di 12 capi ultrà

Il 16 settembre blitz della Polizia nella curva della Juventus: i capi e i principali referenti dei gruppi ultrà bianconeri sono stati arrestati nell'ambito dell'indagine coordinata dalla procura di Torino, che ha portato all'emissione da parte del gip di 12 misure cautelari. Coinvolti tutti i principali gruppi del tifo organizzato: 'Drughi', 'Tradizione-Antichi valori', 'Viking', 'Nucleo 1985' e 'Quelli... di via Filadelfia'. Oltre ai leader delle varie sigle, anche un'altra quarantina di soggetti, tutti iscritti nel registro degli indagati: si tratta dei referenti dei gruppi nelle varie città italiane e dei rappresentanti di un'altra sigla, il 'Nab' (Nucleo armato bianconero). Le accuse nei confronti degli ultrà sono, a vario titolo, associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

"Strategia estorsiva"

Dalle intercettazioni sono emersi "incontrovertibili elementi probatori" nei confronti dei soggetti coinvolti nell'inchiesta, che sarebbero responsabili di una "precisa strategia estorsiva" nei confronti della Juventus. In sostanza, la decisione della società bianconera al termine del campionato 2017-18 di togliere una serie di privilegi ai gruppi ultrà, ha scatenato la reazione dei leader storici delle varie sigle, che si sono dati da fare con ogni mezzo per riavere quei vantaggi che gli erano stati tolti e per affermare la loro posizione di forza nei confronti della società. Ma non solo: dall'indagine è emerso inoltre che uno dei principali gruppi del tifo bianconero, i 'Drughi', riusciva a recuperare centinaia di biglietti per le partite allo Stadium con una "capillare attività" in tutta Italia, grazie alla compiacenza di alcuni titolari di agenzie e negozi abilitati alla vendita dei tagliandi delle partite della Juve.