Il polacco sul suo momento negativo: "Sono stato fuori per infortunio, ho perso automatismi e fiducia. A Napoli c'è molta rotazione, è difficile trovare la posizione ma presto tornerò titolare. Mi piace giocare attaccante centrale, il tridente ideale è con Insigne e Mertens ai lati. Critiche? Bisogna vedere la fonte, i napoletani sono molto calorosi"
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Appena tre presenze, di cui solo due da titolare, e zero gol fin qui tra campionato e Champions League: attende ancora di sbloccarsi Arkadiusz Milik che, anche a causa di un infortunio, ha iniziato a rilento questa stagione. Il polacco ha ricevuto qualche critica soprattutto per le occasioni sprecate contro il Genk e ha risposto così dal ritiro della sua Nazionale: "Non commento questo tipo di critiche, ogni partita è difficile per un attaccante quando non segna – ha dichiarato al portale Przeglad Sportowy - Mi rammarico in particolare per la terza occasione mancata. Prima e durante la gara mi sentivo bene, fisicamente ero attivo, tutti segnali positivi. Ma non giocando da un mese ovviamente mi mancavano gli automatismi e la fiducia in me stesso, il che si è tradotto in mancanza di efficacia. Ritroverò la giusta condizione con il tempo. L'efficacia di un attaccante è influenzata da molti fattori: quanto spesso giochi, come cambia la situazione della tua squadra o la condizione. Si tratta di sentire la palla, capirsi con i compagni, come muoversi in campo. A Napoli c'è molta rotazione, è difficile trovare la posizione. Ma non ha senso trovare scuse, devo combattere".
"Il tridente ideale è con Insigne e Mertens. Presto tra i titolari"
"Non è un momento facile, ma devo essere coerente in quello che faccio e i frutti del lavoro arriveranno sicuramente – prosegue - Prima della stagione ho giocato in ogni partita, ma mi sono infortunato e ho perso il mio posto in squadra. Credo che sia una questione di tempo prima di rientrare definitivamente negli undici. Lavoro, coerenza, pazienza e tranquillità mi porteranno al mio obiettivo. La mia posizione ideale? Sicuramente nel mezzo dell'attacco. Penso che la nostra impostazione ottimale sia con Lorenzo Insigne e Dries Mertens che sostengono sui lati l'attaccante centrale. Llorente? Sono molto contento che un calciatore del genere sia entrato nella squadra. È un calciatore molto esperto da cui posso imparare molto. Gioca bene con la testa, si lancia in duelli con i difensori. In queste due cose posso guardarlo e diventare un attaccante migliore. E la concorrenza non ha ancora fatto del male a nessuno".
"Le critiche? Bisogna guardare la fonte. I napoletani sono calorosi"
Sulle critiche, aggiunge: "Bisogna separare i vari mondi. Mondo Instagram, Twitter o siti web e vita normale. Metto giù il telefono e in un secondo questa dimensione scompare completamente dal mio spazio. Questo è l'unico modo per non impazzire, avvelenare i tuoi pensieri e l'ambiente circostante. Prima di tutto, guardo la fonte della critica. Mi interessa l'opinione dei miei cari. Mi interessa il parere della mia famiglia, dell'allenatore o dei sostenitori incontrati per strada. Sicuramente non prenderò mai le critiche dall'anonimo di internet. Ho dovuto maturare un simile comportamento. La gente a Napoli vive di calcio. Commentano ogni partita, conoscono ogni giocata. Possono criticare, ma di solito sono incontri calorosi, incoraggianti. Ho sentito molte volte, anche durante la riabilitazione, che stanno aspettando il mio ritorno".