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Rizzoli a Sky: "Troppi errori nelle prime 3 giornate, poi ci siamo ripresi"

Serie A

Lorenzo Fontani

Quasi due ore di numeri, chiarimenti e soprattutto di confronto, aperto, senza reticenze e con il supporto di slide e video degli episodi più controversi: "Il fallo di mano? Contano la dinamica dell'azione e l'attitudine del giocatore, ma ci saranno sempre polemiche"

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Il designatore degli arbitri Nicola Rizzoli (insieme ai vice Gabriele Gava e Andrea Stefani) è venuto a trovarci per un workshop insieme a telecronisti, conduttori, coordinatori e tutti i colleghi che - raccontando quotidianamente di calcio - a vario titolo sono chiamati a spiegare le decisioni dei direttori di gara.

Poi l'intervista esclusiva per fare un bilancio di questa prima parte di stagione.

 

Che voto dà ai suoi arbitri dopo le prime sette giornate di campionato?

 

Divido il voto in due parti: nelle prime due-tre giornate sotto la sufficienza, anche perché ci sono stati tanti cambiamenti regolamentari ed era normale qualche difficoltà iniziale, poi ci siamo ripresi e abbiamo trovato la strada giusta e le giuste linee interpretative.

 

Che media di interventi Var avete tenuto e quanti errori sono stati commessi secondo voi?

 

Ad oggi gli interventi sono stati quasi uno ogni due partite, che è di più rispetto alla passata stagione: anche in questo caso è il dazio che abbiamo pagato al cambiamento regolamentare.

L'obiettivo è arbitrare meglio in campo per avere meno bisogno del Var... Fino ad ora abbiamo commesso 6 errori, che sono molti, anche se siamo comunque all'1,3% di errori sul totale delle decisioni prese che è una percentuale comunque significativa. Ma soprattutto 3 di questi 6 dovevamo evitarli

 

Quali sono i 6 errori?

 

Credo li abbiate visti...non ci siamo mai nascosti, li riconosciamo e li ammettiamo anzi credo che sia giusto riconoscerli per lavorarci sopra e non ripeterli

(L'elenco dei 6 errori dovrebbe essere questo: i rigori concessi a Mertens in Fiorentina-Napoli e due volte a Kouamé in Genoa-Atalanta e Genoa-Milan, anche se in quest'ultimo caso il mancato intervento Var da protocollo è più comprensibile; il mani non punito di Cionek in Bologna-Spal e infine l'errata chiamata Var sulla trattenuta ai danni Belotti nel finale di Torino-Lecce, un episodio considerato non meritevole di revisione video)

 

Veniamo al capitolo sempre delicato del fallo di mano. Cambia la regola ma restano le polemiche

 

Il fallo di mano farà sempre discutere. Le nuove regole hanno portato oggettività solo sulle mani/braccia tenute al di sopra delle spalle, ma per il resto rimane l'interpretazione che dipende dalla dinamica del gesto e dell'azione, che è la cosa più importante. Quando si parla di tocco tra braccio e pallone è la dinamica e l'attitudine che fa la differenza: se la mia attitudine è quella di creare un ostacolo a un tiro o a un cross e le braccia sono staccate dal corpo tendenzialmente sarà punibile, se la mia attitudine è di giocare il pallone o è un compagno che lo gioca (attenzione, lo gioca, non lo devia) allora è diverso.

(qui sta evidentemente la differenza tra i due rigori che hanno sollevato polemiche da parte della Roma: quello non concesso a favore nella partita di Lecce, nel quale Lucioni impatta un pallone giocato dal portiere, e quello concesso contro in Roma-Cagliari, con Mancini che pur colpendo con la parte alta del braccio ha una mano oltre la linea delle spalle)

 

Sul fuorigioco invece ormai grazie alla tecnologia (e al sistema "Crossair 3d") siamo vicini alla perfezione. In futuro scompariranno gli assitenti?

 

Ormai riusciamo a valutare davvero i centimetri, non abbiamo più errori sul fuorigioco in situazioni da Var, siamo contenti. La tecnologia sta facendo passi da gigante, ma gli assitenti serviranno sempre, l'arbitro da solo ha meno possibilità di controllo, magari collaboreranno molto di più su situazioni tecniche e saranno più liberi sulle situazioni geografiche di fuorigioco...un domani non saranno più gli uomini a dover scegliere il frame corretto e valutare il fuorigioco, oggi però è ancora presto, il margine di errore è ancora ampio

 

Tornando agli errori, la gente a volte non capisce come mai si possa sbagliare pur avendo davanti il monitor con tutti i replay necessari (ricordiamo che le immagini a disposizione dei Var sono le stesse che hanno le tv)

 

Il Var non cancella gli errori al 100% perché c'è sempre il fattore umano, ma anche la tecnologia può avere dei problemi come successo a Genova (Genoa-Atalanta, ndr) con due telecamere che sono rimaste escluse dal check su un rigore. Per fortuna i problemi sono stati quasi nulli, ma lavoriamo perché non capitino e perché si possa rimediare. Miglioreremo da tutti i punti di vista, sia umano che tecnologico.

 

La strada è quella dei Var specializzati?

 

Diciamo che continueremo ad avere un misto di Var specializzati e di arbitri che faranno anche i Var, ci sarà il giusto equilibrio.

 

Inter-Juventus ha dimostrato che Rocchi è ancora uno dei migliori se non il migliore. Le dispiace perderlo a fine stagione?

 

Non userei il termine "perderlo" perché è impensabile che un'esperienza come quella di Gianluca possa andare persa. Non averlo più sul campo mi dispiacerà come mi è dispiaciuto per gli altri che hanno lasciato negli ultimi anni... è tra i più in forma del campionato e spero rimanga così fino alla fine, perché è la qualità che fa la differenza. E' un ragazzo splendido e un grande professionista: nonostante quello che ha ottenuto continua a lavorare, è un esempio per tutti quegli arbitri giovani che magari si considerano già arrivati senza aver avuto i suoi risultati in carriera.

 

Il razzismo purtroppo è sempre più di attualità sui campi di calcio: cosa possono e devono fare gli arbitri?

 

Per il razzismo dobbiamo tutti fare qualcosa, non solo gli arbitri: noi siamo a disposizione dei calciatori, se succede qualcosa devono andare dall'arbitro che sarà il primo ad aiutarli. In questo caso, o comunque se l'arbitro o gli altri organismi presenti si rendono conto di qualcosa... l'arbitro fermerà il gioco e verrà fatto l'annuncio. Poi non si ricomincia finché i cori non sono terminati, e se il fenomeno si ripete ci si ferma di nuovo, si va negli spogliatoi e si fa un altro annuncio. A quel punto la palla passa al responsabile dell'ordine pubblico che può decidere se riprendere o sospendere definitivamente.

 

Le manca ancora il campo? E' stato difficile dall'oggi al domani diventare il capo di chi era suo compagno di squadra?

 

La nostalgia del campo non passa mai, sono un passionale, ma nella vita tutto ha un inizio e una fine. Passare direttamente dall'essere un collega e un amico ad essere il capo è stato tremendamente difficile, ma è stato reso facile dal comportamento dei ragazzi.

Si parla spesso dell'opportunità di riunificare per gli arbitri la serie A e la serie B

La decisione non spetta a me ma indubbiamente dal punto di vista tecnico ci sarebbero molti vantaggi, sia per la gestione degli arbitri di serie A, sia per far crescere quelli di B, anche se il loro impiego in A sta aumentando e stiamo facendo tanti raduni insieme per aumentare il confronto e l'interscambio. E' una cosa importante a cui l'Aia sta pensando, poi dipende anche dalla volontà delle Leghe.

 

Quando vedremo la prima donna arbitro in serie A?

 

Quando se lo meriterà. E' una questione esclusivamente di meritocrazia: il calcio femminile è cresciuto tantissimo e la capacità tecnica e atletica degli arbitri donna anche. Ho visto donne arbitro in Uefa allenarsi e avere prestazioni uguali se non migliori degli uomini. Ci arriveremo, nulla è precluso.

 

Si aspettava più o meno pressioni quando ha accettato di diventare designatore?

 

Né più né meno. Le pressioni che sto subendo da designatore sono le stesse che subivo da arbitro. Il calcio italiano è così ed è uno dei più difficili da arbitrare. Ci siamo abituati.

 

Sarò lei il designatore anche l'anno prossimo?

 

Non dovete chiederlo a me ma al Presidente e al Comitato Nazionale. Stiamo gestendo un ricambio generazionale importante, verremo giudicati per il nostro lavoro. Io resto a disposizione, sono orgoglioso di essere italiano e degli arbitri italiani.