Scomparso all'età di 91 anni, aveva raccontato gli orrori dei campi di concetramento nel libro "Sono stato un numero". La sua carriera da calciatore venne troncata dalle leggi razziali
E' morto a Roma all'età di 91 anni Alberto Sed, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. Tifoso romanista da sempre, Alberto Sed ha raccontato la sua passione per i colori giallorossi e per Francesco Totti. Ma ha anche ricordato la sua storia, quella di deportato ad Auschwitz, nel campo di concentramento e sterminio simbolo della Shoah. Per il solo fatto di essere ebrei, Alberto, sua madre e le sue sorelle furono arrestati e deportati nel campo di sterminio nazista. Ad Auschwitz la madre e due sorelle furono uccise nelle camere a gas, vittime della follia nazista. Sed ha raccontato l'orrore ma anche la rinascita, faticosa, senza però perdere l'ironia: "Se non fossi stato deportato sarei diventato più forte di Totti". La chiusura è un manifesto di umanità: "Abbiamo un solo Dio e ci piace il calcio: già siamo uguali". La Roma ha pubblicato sul proprio profilo Twitter un messaggio di cordoglio, riproponendo l'intervista rilasciata dallo stesso Sed nella rubrica 'Romanisti' curata dalla tv ufficiale della società andata in onda lo scorso 25 aprile in occasione della festa per la Liberazione, dove raccontava il motivo per il quale veniva soprannominato il 'piccolo Amadei'.
Luca Di Bartolomei: "Iniziative come questa sono come uno scudetto"
Il video è stato condiviso da Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino Di Bartolomei, ex calciatore ed ex capitano della Roma campione d'Italia e vicecampione d'Europa, suicidatosi la mattina del 30 maggio 1994, che su Twitter scrive: "Quando la Roma fa cose così - quando ricorda Alberto o prende le distanze dai razzisti - riafferma la normalità educativa del calcio e per me è come se vincessimo
uno scudetto. La differenza ontologica dell'essere romanista sta tutta qui".