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La promessa di Piatek al Milan: "Presto tornerò a 'sparare' gol"

Serie A

L'attaccante dal ritiro della Polonia si sofferma sul periodo difficile con la maglia del Milan: "Accetto le critiche, mi guardo allo specchio e cerco le colpe dentro me". Poi rilancia per il futuro: "Spero un giorno di valere 70 milioni"

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Dal ritiro della nazionale polacca Krzysztof Piatek ha parlato ai microfoni di 'TVP Sport' del suo momento e di quello del Milan: "Mi guardo allo specchio e cerco la colpa dentro di me. All'inizio, come squadra, non abbiamo creato tante opportunità. Stiamo migliorando, tornerò a sparare. Accetto le critiche. Nessuno si è messo nei miei panni, le copertine dei giornali però non mi toccano". L'attaccante torna sul trasferimento in rossonero dello scorso gennaio: "Quando sono arrivato a Milano è successo tutto così in fretta che non mi sono nemmeno fatto domande. La prima volta a San Siro sono rimasto scioccato. Nella partita contro il Napoli indossavo le cuffie, ma sentivo perfettamente l'intero stadio che cantava il mio nome e applaudiva. Mi trattavano come se giocassi lì da tanti anni. Mi hanno apprezzato fin dai primi giorni". Il numero del 9 del Milan fissa nuovi obiettivi: "Ora valgo 38 milioni, ma per la prossima volta in cui cambierò club vorrei valere 60-70 milioni. Devo essere ambizioso, mi impegnerò per questo. Sono all'inizio della mia carriera, è solo la seconda stagione in Serie A, uno dei primi cinque campionati". Sulla popolarità raggiunta nell'ultimo anno: "Guardo il mio profilo Instagram. Quando lasciai la Polonia avevo 5.000 followers, ora sono un milione e mezzo. La popolarità è diventata enorme, ma la cosa più importante è il calcio. Apprezzo i tifosi che vogliono fare foto con me". Piatek ha parlato anche del rapporto con il padre. "Anche dopo partite in cui avevo giocato molto bene mi faceva notare su cosa potevo migliorare. Probabilmente - ha sorriso - anche se vincessi il Pallone d'oro, direbbe che ho sbagliato qualcosa". Infine un pensiero sulla nazionale polacca: "Abbiamo grande qualità, ma ci serve stabilità. Siamo imprevedibili, siamo un buon gruppo". E sul compagno Lewandowski: "E' un giocatore molto intelligente, mi aiuta molto durante le partite. Suggerisce come muoversi, guardandolo ho capito cosa mi mancava".