Grosso su Balotelli: "Se non si mette a disposizione la squadra fa fatica a sorreggerlo"

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L'allenatore del Brescia Fabio Grosso è tornato a parlare del caso Balotelli e dell'esclusione del numero 45 per la partita di Roma: "Con lui ci ho parlato all'inizio. Io sono l'allenatore di una squadra e Mario può essere protagonista se alla base ha la voglia"

Fabio Grosso nel post partita di Roma-Brescia è tornato a parlare dell'esclusione di Balotelli: "Con lui ci ho parlato all'inizio. Io sono l'allenatore di una squadra e Mario può essere protagonista se alla base ha la voglia, la determinazione e l'entusiasmo di voler mettere a disposizione dei compagni tutte le altre caratteristiche che lui ovviamente ha sempre fatto fatica ad utilizzare. Se lui c'è o non c'è lo decido io dopo che lo ha deciso lui. Nella prima partita c'è stato, poi abbiamo avuto dieci giorni per allenarci. Lui sa di avere le qualità per fare bene però quando sei in fondo alla classifica come noi hai bisogno di tante cose, non solo quelle di un giocatore che sa fare gol e tirare forte in porta quando riesce a ricevere il pallone. Se non si mette a disposizione la squadra fa fatica a sorreggerlo".

Cos'è successo tra Grosso e Balotelli

L'attaccante italiano è stato escluso da Fabio Grosso per la trasferta nella Capitale, dopo che in settimana il numero 45 aveva lasciato l'allenamento in anticipo. Infatti durante la partitella, il giocatore era sembrato poco coinvolto e svogliato. L'allenatore aveva quindi deciso di sostituirlo e Balotelli, con ogni probabilità indispettito dalla decisione, aveva chiesto di poter concludere la sua sessione di allenamento e rientrare negli spogliatoi. Super Mario ha poi mandato un messaggio tramite una storia Instagram nel nel quale si vede il giocatore sul lettino dei massaggi con la scritta: "Recupero... Ritorno presto, per il momento li lascio parlare". Grosso, alla vigilia della trasferta di Roma, aveva parlato così ai microfoni di Sky Sport: "Non voglio minimizzare e nemmeno gonfiare la situazione, eravamo nel nostro centro sportivo in cui difficilmente si riesce a lavorare lontano da occhi indiscreti, così a volte vengono fuori cose che sono poi ingigantite inutilmente. A me piace parlare di squadra, credo nei valori comuni e nelle qualità degli allenamenti. A volte può capitare che un giocatore non riesca ad allenarsi a ritmi alti o non sia in giornata. Non mi piace che questo condizioni lui o i suoi compagni. Mario deve imparare ad aiutarsi da solo".