Conferenza Mihajlovic, le parole di un guerriero dall'animo nobile
Serie ALe parole di Mihajlovic hanno mostrato la forza e la sensibilità di un uomo capace di esprimere amore e sentimento, anche in un momento estremamente difficile e complicato. Un guerriero dall'animo nobile che nella vita è sempre stato abituato a combattere, senza mai abbassare la testa
La corazza non c’è più, o meglio solo a volte. Ma non c’è da stupirsi perché in ogni guerriero si nasconde sempre e comunque un animo nobile, sensibile. Lo è sempre stato Sinisa Mihajlovic, anche prima di sapere, circa quattro mesi e mezzo fa, di essere affetto da una leucemia acuta mieloide. I segni di una vita e in particolare di un’infanzia diversa lo avevano già segnato. E ricordare i rumori, la polvere generata dai resti delle case distrutte, l’assurdità di una guerra incancellabile nella memoria di chi l’ha vissuta lo mettevano sempre a dura prova. Crescere con un dolore così dentro, non può che favorire la costruzione quasi inconsapevole di un’armatura indistruttibile e, di conseguenza, modellare alcuni lati di un carattere già di suo aggressivo, sfrontato, competitivo. Questo è sempre stato il Mihajlovic che abbiamo conosciuto prima in campo e poi in panchina. Era sempre all’attacco pur essendo un difensore, giocava sempre d’anticipo forse per non rischiare di dover fare i conti con i fantasmi del passato. Oggi a un mese dal trapianto al midollo, sotto un cappello rosso e una giacca blu, ecco un uomo capace di ridere e poco dopo piangere. Alzare i toni per poi riabbassarli. Prendersela con una malattia “bastarda” e poi commosso manifestare tutto il suo amore verso sua moglie Arianna:”l’unica che persona che conosco che ha più palle di me...”. E’ lui il primo a sapere che il processo di guarigione dovrà passare per altri numerosi controlli, e soltanto dopo aver mandato giù una quantità ormai irrinunciabile di farmaci: “prendo 19 bomboloni al giorno ”... La Dottoressa Francesca Bonifazi e’ stata chiara : “un paziente sottoposto a trapianto del midollo può dirsi definitivamente guarito dopo 5 anni “. E in tutto questo tempo, statene certi, Sinisa Mihajlovic continuerà a lottare, perché la partita non è ancora finita. Col tempo tornerà forse a farsi proteggere da quella corazza, ma non dimenticherà mai questi quattro mesi e mezzo. Non potrà cancellare l’affetto di tutti, in particolare dei tifosi storicamente nemici, ne’ di chi non sentiva da un po’: “Con Roberto Mancini non parlavamo da 4 anni per delle cose nostre, ma è stato il primo a telefonarmi e il primo a venirmi a trovare“. In panchina lo rivedremo forse l’8 dicembre contro il Milan oppure una settimana dopo contro l’Atalanta. Il Bologna ha bisogno di lui , i suoi ragazzi hanno bisogno di lui, lo ha tenuto a precisare anche Dzemaili prima dell’inizio della conferenza stampa: “Ci sei mancato”.