Inter, Lautaro Martinez a Repubblica: "Io e Lukaku uniti da un'infanzia dura"

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L'attaccante nerazzurro si è raccontato a Repubblica: "Io e Lukaku abbiamo avuto esperienze dure che ci hanno rafforzato". Poi sulla lotta scudetto contro la Juventus: "Non facciamo paragoni, il nostro punto di forza è la mentalità". E su Conte: "Prima della partita con il Barcellona mi ha detto una frase che ha fatto esplodere il mio gioco"

Lautaro Martinez è arrivato a quota 13 gol. Già quattro in più rispetto all'anno scorso e siamo solo a dicembre. E' l'anno della consacrazione per l'attaccante dell'Inter, che in coppia con Lukaku sta trascinando i nerazzurri nella lotta scudetto contro la Juventus. Lui e Romelu, la coppia che sta facendo la felicità di Conte e che ha condiviso un'infanzia più o meno difficile: "Aver vissuto esperienze dure ti rafforza. Ti aiuta a tenere i piedi per terra e a lavorare con umiltà - ha spiegato l'argentino in escluiva a Repubblica - in questo siamo simili. Romelu ha solo 26 anni, ma ha una grande esperienza di vita e di calcio. Ha segnato molti gol in grandi squadre ma conserva un cuore nobile. In campo il segreto è aiutarsi". Lautaro non ci sarà contro il Genoa, ultimo impegno del 2019 per i nerazzurri. A Firenze è arrivato il gol beffa di Vlahovic nel finale e anche un'ammonizione che ha fatto scattare la squalifica. Ma niente paura, in questa Inter tutti sono importanti e nessuno è fondamentale: "Il nostro punto di forza è la mentalità. Lo dimostra l'impegno dei compagni che hanno rimpiazzato i tanti infotunati. Avevano giocato poco ma sono stati pronti fin da subito. Ragioniamo partita per partita anche se dobbiamo migliorare nel saperle chiudere". Uno sguardo al futuro, perché adesso in tanti lo vorrebbero: "L'interesse degli altri club certifica che sto lavorando bene, ma io sono felice all'Inter. E poi mi fido di Conte". 

"Svolta grazie ad un discorso di Conte"

Un passato da difensore, poi il gol è diventato la sua natura. Al Racing lo hanno soprannominato "Toro", ora si è messo all'inseguimento della Juventus: "Loro sono molto forti - ha spiegato - ma abbiamo imparato a non fare paragoni. Il riferimento siamo noi stessi". Chi può fare la differenza è Antonio Conte, la cui impronta si è vista fin dal primo giorno: "I suoi allenamenti sono durissimi ma è indispensabile quando giochi cinque partite in due settimane. Abbiamo imparato a conoscerci in fretta, apprezzo la sua passione per il calcio. Prima del match del Camp Nou contro il Barcellona mi ha detto una frase che ha fatto esplodere il mio gioco. Gliene sarò sempre grato, parole preziose che custodisco e che sono solo per me". Il Barcellona vuol dire Messi: "Per noi è come Maradona, mi piacerebbe aiutare lui e l'Argentina a vincere un Mondiale". Argentino è pure Icardi, che ora è al Psg ma che gli è stato accanto: "Quando sono arrivato qui mi ha dato non una mano, ma due per ambientarmi. Ci sentiamo ancora, siamo amici ed è contento di come sto andando nell'Inter".