Ibrahimovic al Milan, la presentazione: "Sarò molto più cattivo, sono pronto a giocare"
Si è svolta a Casa Milan la conferenza stampa di presentazione di Zlatan Ibrahimovic: "Ho ricevuto tante chiamate dopo la sconfitta contro l'Atalanta, il Milan è sempre il Milan: mi ha dato la felicità, gli voglio bene. Se non ci avessi creduto non sarei stato qui. Boban e Maldini? Sarebbe stato meglio averli in campo... Sarò molto più cattivo, posso giocare ancora ad alti livelli, darò il 200%. Mi sento pronto, più che vivo, so cosa devo fare: magari non corro, ma tirerò da 40 metri. Non sono una mascotte, non sono arrivato per ballare accanto al Diavolo: io cerco adrenalina, non denaro"
Le cose vanno avanti e le situazioni sono differenti. Ho un bel rapporto con i tifosi milanisti, quando ero qui ho sempre cercato di restituire qualcosa. Senza di loro è difficile giocare, ti danno adrenalina e il giusto spirito.
Quando sono arrivato le mie sensazioni erano differenti, ho ritrovato la gioia. Quando non ti diverti e non c'è gioia, è difficile rendere al meglio. Con il Milan sono stato felice sin dal primo giorno, anche per quello ho deciso di tornare. Ho sempre detto che questa è casa mia.
Sono contento, ho tante cose da organizzare ma sono felice. Ora voglio giocare.
Ho parlato ieri con il mister e gli ho detto che sto bene. Non tocco pallone dall'ultima partita negli States, ma sul toccare pallone non c'è problema.
La vittoria di questi mesi sarà il miglioramento della situazione e il cambiamento di alcune piccole cose per alzare il livello collettivo. Vogliamo far saltare San Siro come è successo già in passato.
Un gol. Quello mi viene naturale. Non faccio piani per queste cose. Vediamo che succede.
Tutti, mi interessano tutti. Io devo solo conoscere al meglio i miei compagni di squadra in campo e fuori, per trovare feeling tra di noi.
Mi hanno mandato un foglio con tanti numeri, ho chiesto ai miei figli quale volessero e hanno detto la 21. Mi sa che la usa il più grande quando gioca lui.
Dopo 38 minuti termina la conferenza stampa di Zlatan Ibrahimovic. Tanti i messaggi lanciati all'ambiente e ai tifosi.
Boban: "Ibra fondamentale, ma non dimentichiamo figuraccia di Bergamo"
Prende la parola Zvonimir Boban, Chief Football Officer del Milan: "Siamo molto orgogliosi di abbracciare un personaggio e un giocatore unico. Siamo curiosi di vedere l'effetto trasversale che Zlatan avrà sulla squadra e sull'ambiente. Vista la pista mediatica che Ibra porta, non vorrei che si scordasse l'orrenda e inaccettabile sconfitta di Bergamo. Nessuno della squadra deve nascondersi dietro le spalle larghissime di Zlatan. Noi siamo fieri di averlo con noi e siamo certi che darà una grandissima mano alla squadra".
Quello è parte del mio gioco. Se non faccio gol o faccio assist o altre cose per aiutare la squadra. Da solo non puoi ottenere nulla, altrimenti avrei fatto uno sport individuale. Proviamo a migliorare per ritoccare questi numeri. Per fare gol o fare assist serve crederci. La sfida è con me stesso. Quando ci credi, le cose arrivano in un modo o in un altro.
Lui si è trovato bene con me per quanti assist gli ho fatto (ride, ndr). Ora non conosco così bene la squadra, devo prima conoscere bene i ragazzi poi vediamo che scelte fa il mister. Io ho sempre provato ad aiutare tutti sia in campo che fuori. Chi poi ha una crescita come l'ha avuta Nocerino, lo fa perché ci mette il massimo. Quando giochi con i campioni ti viene tutto naturale, se sei intelligente giochi bene in automatico. Ora non so dirti chi potrà avere questo sviluppo in squadra.
Chiaramente a inizio stagione si punta sempre a vincere qualcosa. Ora però l'obiettivo è quello di alzare il livello in campo e migliorare il rendimento. In cinque-sei mesi proverò a fare di tutto per aiutare il gruppo. Se poi si gioca meglio, vincere è più facile.
I derby sono sempre belli. Io quello di Milano l'ho vissuto da entrambe le parti, l'ho vinto qui e di lì. Ho giocato tanti derby in tanti paesi e quando mi chiedono quale sia il più bello, dico sempre Inter-Milan. Intanto noi pensiamo una partita per volta: oggi c'è un'amichevole, lunedì c'è la Sampdoria. Penso a oggi e domani.
Non ricordo quanti abbiano firmato per il Milan a 38 anni, se è successo vuol dire che ho ancora qualcosa da dare. Non vengo come una mascotte, per stare accanto al Diavolo e ballare. Sono qui per dare una mano in campo. Sono contento, è anche una prova per me che dimostra che quello che sto facendo funziona e ha ancora un valore.
Ho parlato con Leonardo, è vero, ma non mi sentivo pronto per tornare. Stavo bene a Los Angeles e giocavo con continuità. Quando sono andato in America, volevo sentirmi vivo dopo l'infortunio. Mi sento pronto per giocare in Italia e aiutare il Milan. Quando ero a Parigi, non abbiamo parlato di un ritorno. Non ci sono stati contatti.
Ieri ho visto il Milan per pochi minuti, ho fatto tante visite mediche. Se le superi vuol dire che stai bene. Sono arrivato tardi a Milanello. Ci sarà modo di confrontarsi e parlare. Io intanto so cosa fare per dare il massimo.
La sfida è proprio quella. Lavorare, sudare con la mentalità giusta. Se sto in campo senza dare risultati, non servo a niente. Meglio che giochi un altro, a quel punto. L'obiettivo è aiutare il gruppo in tutti i modi, poi ovviamente lo stile di gioco è cambiato rispetto a quando avevo 20-25-30 anni. So cosa devo fare per segnare, vincere duelli aerei ed essere utile. Non c'è problema.
Non si sa mai, finchè le porte restano aperte valgono tutte le possibilità. Io cerco sfide ovunque sono, io vivo così. Non mi serve giocare solo perché sono Ibrahimovic. Valutiamo come sto in questi sei mesi. Io inizio da zero e voglio produrre risultati. Sono uno come gli altri, devo essere valutato in base a quello che farò e non in base a quello che ho fatto. Nulla ti garantisce adrenalina come la sfida.
Sicuramente è positivo. Di Dejan ho sentito belle cose, anche se ho visto poche partite per il fuso orario tra Italia e States. Quando arriverà in un grande club, capirà tutto quello che serve fare per stare a un livello top nel calcio mondiale.
Con Cristiano è bello ritrovarsi in Serie A. Vediamo cosa succede.
Sto bene, mi sono allenato, ora mi manca toccare il pallone. Secondo me sono pronto.
Le pressioni al Milan sono altissime, lo so bene. Secondo me si può e si deve fare di più. Se giochi al Milan non lo fai perché sei fortunato. Lo fai perché devi produrre risultati.
Prima dell'infortunio avevo tanti pensieri sul futuro. Dopo l'infortunio e il ritorno in campo, sono molto contento di poter giocare ancora a calcio. Ho lavorato tanto e duramente, finché potrò giocare lo farò. Poi ovviamente lo si può fare a livelli diversi. Io credo che con grande spirito e la giusta mentalità si possa fare ancora bene. Chi sa giocare sa cosa deve fare. Quando giochi non devi esagerare. Magari invece di correre puoi calciare da 40 metri.