Più che una presentazione, la conferenza di Ibrahimovic è sembrata una confessione. Lo svedese dice le cose come stanno, non illude, non mente. Parla e si comporta in modo naturale, come quando si affaccia a vedere la folla che lo aspetta fuori Casa Milan e si carica. Scopriamo tutti i retroscena e le curiosità del giorno che ha sigillato il ritorno di Zlatan
La falsa partenza dell'uomo che arriva per dire la verità racconta tutto. Ibra ha talmente voglia di iniziare che si dimentica di accendere il microfono. Zlatan impone rispetto, ma sa rispettare la storia. Casa Milan è già casa sua, ma entra con le mani dietro la schiena. L'ultimo gesto timido prima dello show. Scrocchia la testa come un pugile prima della campanella.
Il biglietto da visita è lo stesso di una volta. Talmente luminoso da brillare pure in mezzo a due leggende come Boban e Maldini, compagni di viaggio, che avrebbe voluto in squadra: “Era meglio averli in campo", dice sorridendo Zlatan. Più che una conferenza, sembra una confessione. Ibrahimovic dice le cose come stanno, non illude, non mente: "Non giocherò mai come quando avevo a 20 anni", ammette.
Ibrahimovic conosce i problemi insomma, ma ha già trovato le soluzioni. Il cervello si connette rapidamente. Più che Ibra, potremmo dire “fibra”. Va al doppio della velocità. "Se non puoi correre, puoi sempre tirare da 40 metri: spallate, colpi di testa, so cosa devo fare, non c’è problema”, rassicura in conferenza. Insomma, come a dire che un cavallo di razza invecchia ma non perde smalto. Improvvisa, in modo naturale. Come l'acqua che scarta, la preferisce frizzante come le sue parole, che servono a mettere in chiaro le cose.
Battute a parte, a Casa Milan lo svedese ha riportato il sorriso. È sufficiente guardare Maldini: ride, ride, ride ancora. Sembra che gli anni non siano mai passati. Nella sua testa, intorno a lui, Ibra è sempre Ibra. Trascinatore che vive di passione, che si affaccia a vedere la folla che lo aspetta all'uscita e si carica. Ha 10 anni in più e 10 numeri in più sulla maglia. Dalla firma da capocannoniere con la 11, è passato alla firma sulla 21. Zlatan chiede spazio, subito. In tutti i sensi. Eppure, visto quanto è determinato, seguire Ibra, per il Milan, potrebbe essere tutt'altro che un pericolo.