Lazio, Lotito: "Il mio sogno è trasformare i sogni in realtà". Tare: "Obiettivo Champions"

Serie A

Le dichiarazioni rilasciate al Salone d'Onore del Coni per i centoventi anni di storia del club. Bruno Giordano: "Questa Lazio può fare grandi cose". Massimo Maestrelli: "Inzaghi mi ricorda papà"

"Il mio sogno? Far tornare a sognare i tifosi della Lazio" - dice Lotito. "Il mio colpo di mercato più bello? Vedere ad ogni partita tanta gente all'Olimpico. Ora ci sentiamo una grande squadra" - gli fa eco Igli Tare. Auguri Lazio. Centoventi anni di storia. Nel Salone d'Onore del Coni si celebra il compleanno dei biancocelesti, presenti i grandi del passato e lo stato maggiore del club, tra passato e attualità: "Io sorpreso? No, io sono pragmatico - ha continuato Lotito -. Quello che mi interessa è tornare a far sognare i tifosi laziali, e cercare di trasformare quei sogni in realtà. Stiamo prendendo coscienza delle nostre qualità e potenzialità, e stiamo prendendo coscienza del nostro gruppo. La forza del gruppo è data dai singoli, ma i singoli esistono solo se esiste il gruppo. Futuro? Mi auguro che resti questo spirito, questa umiltà e soprattutto questa determinazione. I risultati si ottengono solo con questi elementi, al di là dell'aspetto economico di un club: ci sono società che fatturano cinque volte più di noi, ma quello che conta è avere un collante, ferocia agonistica e tanta voglia di raggiungere gli obiettivi".

 

Sul momento attuale prosegue, dunque, Tare, felice di celebrare l'anniversario della Lazio in questo preciso momento: "Grazie al lavoro straordinario di Inzaghi e della squadra, festeggiamo nel migliore dei modi questo anniversario. L'obiettivo è continuare la nostra crescita, è un percorso lungo e con tanti ostacoli, ma che dobbiamo essere bravi a superare. La svolta della stagione? Contro l'Atalanta (la rimonta da 0-3 a 3-3 nel secondo tempo, ndr), era un momento delicato, poi è scattata la reazione che ha portato verso un percorso importante. Ma siamo ancora a metà strada - precisa Tare -, tutto può ancora essere messo in discussione. Serve rimanere umili, mantenere la stessa voglia, la stessa concentrazione e la stessa fame avuta fino ad adesso. La classifica non ci mette paura, ci ha dato consapevolezza di essere una squadra forte. Negli anni passati non siamo mai stati veramente decisi, una grande squadra. Questa cosa adesso la sentiamo e dobbiamo tenercela stretta. Il mio miglior acquisto di mercato? Vedere lo stadio con tanti spettatori ogni partita è il mio miglior colpo: è questo quello di cui abbiamo bisogno. Scudetto? Sono discorsi che non ci riguardano, il nostro obiettivo è sempre stato la Champions League".

La celebrazione dei 120 anni della Lazio al salone d'onore del Coni
Premiato anche l'attuale club manager e leggenda della Lazio Angelo Peruzzi

Giordano: "La Lazio una famiglia"

Non solo Lotito e Tare, tra i tanti presenti anche alcuni ex biancocelesti come Bruno Giordano, dieci anni nella Lazio. Dalle giovanili e da quel provino nel 1969: "Qui sono arrivato a 13 anni e andato via quando ne avevo 29. Mi sono formato come calciatore e come uomo. Tutto grazie alla Lazio, una famiglia che accoglie tutti a braccia aperte. Mi ricordo quel pomeriggio del 1969 dove feci il mio primo provino. Ricordo lo scudetto della grande Lazio del 1974, ricordo il mio esordio. C'è tanto della mia vita in questa squadra. La Lazio attuale può sognare? Certo - ha proseguito Giordano - e se saranno bravi la potremo accostare alle altre due grandi Lazio (quelle da scudetto 1973-74 e 1999-00, ndr). Negli ultimi anni anche la Lazio di Pioli aveva fatto ben sperare (stagione 2014-15, ndr), salvo poi finire terza. Contano sempre i risultati: quella di Inzaghi è sulla buona strada, ma dipende anche dagli avversari".

Maestrelli: "Inzaghi e papà, allenatori e tifosi"

E di Simone Inzaghi ha parlato anche Massimo Maestrelli, figlio di Tommaso, l'uomo che guidò la Lazio 1973-74 al primo storico scudetto: "Papà era strano, certe sue decisioni a volte non le capivo. Fu chiamato prima dalla Roma e poi dalla Lazio. La Roma era in Serie A e la Lazio in B. Molti avrebbero fatto una scelta diversa, ma lui volle ricominciare proprio dalla Lazio, forse intravedeva qualcosa che altri non capivano. In Simone Inzaghi vedo lo stesso suo attaccamento: sono due tifosi, è forse questo l'elemento in più che li lega. Vedo la bellezza di quello che hanno fatto a livello umano".