Iaquinta protesta per il padre in carcere: "Non c’è distanza di sicurezza per coronavirus"

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L’ex attaccante di Udinese e Juventus ha fatto sentire il proprio disappunto a causa dell’impossibilità per i detenuti del carcere di Voghera, dov’è rinchiuso il padre, a mantenere la distanza di sicurezza per limitare la diffusione del contagio

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"Partendo dal presupposto che mio padre è innocente!!! Questo è un disegno di una cella del carcere di Voghera!! Come si fa a mantenere la distanza di sicurezza?": è l’interrogativo che si pone Vincenzo Iaquinta, ex attaccante e campione del mondo con la Nazionale nel 2006, con un post su Instagram in cui ha allegato la planimetria fatta a mano di una delle celle, taggando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Il padre, Giuseppe, era stato condannato a 19 anni di reclusione nel 2018 per associazione a delinquere di stampo mafioso dal Tribunale di Reggio Emilia ed era stato condotto al carcere di Voghera, in provincia di Pavia. L’ex giocatore di Udinese e Juventus – condannato anche lui nello stesso procedimento per possesso d’armi ma con pena sospesa di due anni – ha voluto protestare sulle condizioni in cui si trovano i detenuti, dal momento che all’interno delle celle non sarebbe possibile rispettare il distanziamento sociale richiesto per limitare la diffusione del coronavirus.