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Materazzi a Vieri: "Ecco cosa ci disse Mourinho al Camp Nou dopo il rosso di Thiago Motta"

Serie A

L'ex difensore dell'Inter in diretta Instagram con Bobo Vieri. Molto interessanti gli aneddoti sul Triplete: "Mourinho era un fenomeno, all'inizio avevamo paura ma poi si creò grande empatia. Vi racconto gli episodi con Adriano e Toldo. Ci faceva sentire tutti importanti, pur non giocando mi allenavo con grande entusiasmo"

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Ricordi, aneddoti, emozioni. Nella consueta diretta Instagram, Materazzi e Vieri rivivono gli anni in nerazzurro. Inevitabile partire dal Triplete, che Bobo però, non ha vissuto. 

Il primo allenamento con Mou, l'empatia e lo "shampoo" a Catania

Alla curiosità di Vieri, l'ex compagno ha risposto così: "Mourinho era un fenomeno. Il primo giorno arrivò alla Pinetina, non volava una mosca perché tutti avevano il terrore ma lui ci disse 'Oh, ma potete anche ridere!'.Da lì è stato uno spasso, sembrava un sergente e spesso ti ammazzava, ma si è creata grande empatia tanto che nessuno si è mai permesso di pensare qualcosa di diverso da lui. Una volta disse ad Adriano 'Tu non giochi più', perché era tornato tardi da una serata. La partita dopo titolare in un derby con il Milan, fece una grande prestazione. Dopo una partita persa a Catania ci fu uno dei momenti più difficili, prese di mira soprattutto Balotelli. Poi una volta se la prese con Toldo che non giocava mai, gli disse 'Francesco non sei più lo stesso!'. E lui rispose: 'È vero, mister!'. Dopo tutto questo andammo a Londra col Chelsea e giocammo alla grande. Facevamo degli allenamenti bellissimi, eravamo organizzati oltre che forti. La società gli mise a disposizione una squadra straordinaria e lui mise mano dove doveva".

"Ecco come Mou ci faceva sentire importanti"

"Ero legato a Mourinho per il rapporto, perché io giocavo pochissimo – prosegue - Ma sapevo di avere un'età dove dovevo gestirmi e mettermi a disposizione del gruppo. Pur non giocando, il lunedì andavo con entusiasmo all'allenamento e questo ti fa alzare il livello. Ognuno voleva vincere anche le partitelle 3 contro 3, questo fa la differenza perché vai a giocare con entusiasmo contro squadre che, a livello tecnico, già erano inferiori. Noi giocavamo a Roma con la Lazio in campionato e vincevamo 2-0, lui si girò e disse 'Bella la finale di Coppa Italia mercoledì, vero? Guarda che la giochi'. Già il giorno dopo mi presentai all'allenamento a mille, giocai quella partita come la finale di Champions League. Dimostrava di avere grande fiducia in tutti".

Il discorso di Mou dopo l'espulsione di Thiago Motta a Barcellona

 

Inevitabile parlare anche di quanto accadde al Camp Nou nella semifinale di ritorno di Champions del 2010 contro il Barcellona: "Ci allenavamo veramente per giocare 11 contro 9, 11 contro 10. A Barcellona quando è stato buttato fuori Thiago Motta nel primo tempo ci dice ‘Ragazzi noi ci alleniamo 7 contro 5, 7 contro 4, 9 contro 5. Qui siamo 11 contro 10. Non pensiamo di partire dal portiere, diamogliela là. Tirala lunga Julio e difendiamoci 11 contro 10. Infatti tiravamo molto poco in porta. Però era una squadra organizzata. A parte che eravamo molto forti perché tu avevi cambiato dal 2009 al 2010 Thiago Motta, Milito, Lucio, Eto’o e Sneijder a una squadra che aveva già vinto lo scudetto”. Decisivi in quel Triplete furono soprattutto Milito ed Eto'o: "Diego ha perso tempo, poteva giocare tantissimi anni in grandi squadra. Era umile, intelligente e faceva sempre gol, per un attaccante è fondamentale. Eto'o? Veniva da un Triplete, poi si mise a disposizione facendo un grande lavoro. E ha vinto tutto anche con noi, dopo averlo fatto con il Barcellona".  

"Il 5 maggio 2002? Sarebbe stato un titolo inaspettato"

Tante stagioni insieme all'Inter, con quella delusione condivisa con Vieri il 5 maggio 2002: "Quello sarebbe stato lo scudetto più bello perché inaspettato, avevamo cambiato tanto e nessuno si aspettava che l'Inter potesse avvicinarsi al primo posto – ha raccontato Materazzi - Poi è andata com'è andata, merito a loro ma sarebbe stato lo scudetto più bello. Avevamo un grande gruppo di italiani con alcuni stranieri forti, cosa fondamentale per le squadra forti. Negli ultimi anni, per esempio, la forza della Juve sono stati i vari Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini e gli altri italiani. Nell'anno del 5 maggio avevamo meritato la posizione conquistata fino all'ultima giornata, poi abbiamo sbagliato noi in quella partita contro la Lazio".