Inter, Materazzi: la lettera ai tifosi con i ricordi più belli del Triplete

Serie A

L'emozionante lettera per celebrare il Triplete: "Cari tifosi, è per voi che ho realizzato i miei sogni. Il viaggio verso il Triplete è stato un po' come le montagne russe. Tutto iniziò da un'amichevole estiva contro il Chelsea, poi mandai il famoso SMS a Eto'o. A Catania il momento chiave, a Barcellona ruppi la panchina su una giocata di Messi. Volevo che si chiudesse il cerchio con lo scudetto e le due coppe. Il mio segreto? Non mi sono mai accontentato"

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Dieci anni dal Triplete dell'Inter, dalla straordinaria conclusione di quella stagione che resterà per sempre nella storia del club nerazzurro. Di quella squadra Marco Materazzi non era titolare, ma era sicuramente un leader carismatico. Carattere, cuore e sentimento, lo stesso che l'ex difensore ci mette nel raccontare, attraverso una lettera indirizzata ai tifosi dell'Inter, le sue emozioni a ben 10 anni di distanza da quei magici momenti. Tutto raccolto in una frase simbolo, quella con cui Materazzi ha concluso il suo lungo messaggio: "È per voi che sono riuscito a realizzare i miei sogni, i vostri sogni".

 

La dedica ai tifosi nerazzurri, mista al sentimento di un uomo all'apparenza duro ma con un cuore grandissimo. "Antipatico, per qualcuno insopportabile, anche fastidioso – le parole di Materazzi sul sito dell'Inter - Me ne hanno sempre dette di tutti i colori. Però lo sapete, sono così, lo sono sempre stato. Che sia una partita di calcio o una di ping-pong con i miei figli: perdere mi fa troppo male. E quando ho perso non mi sono mai vergognato di piangere: aiuta a sfogarsi, a esprimere un sentimento. Le mie lacrime nerazzurre sono state di sconforto, di gioia, di affetto, di disperazione. Di gloria. Il mio viaggio all’Inter è stato come un giro sulle montagne russe. Montagne russe dolci: qualche scossone, qualche avvitamento, salite ripide, picchiate verso i trionfi. Ho pianto il 5 maggio, ho pianto dopo l’euro-derby, ho pianto quando Giacinto ci ha lasciati, ho pianto quando abbiamo vinto tutto, ho pianto quando stringendo José sulla mia spalla gli dicevo: "Resta". Quando sono arrivato all’Inter ci ho messo pochissimo a capire che qui sarebbe stato diverso. Tutto quello che ho fatto in maglia nerazzurra mi sento che sia valso doppio". 

"SMS a Eto'o, gli sfoghi di Mou e la panchina rotta a Barcellona"

Il lungo viaggio nel Triplete dal 2010 inizia dai momenti difficili, fondamentali per costruire i grandi successi: "Prendo la rincorsa da lontano, da Pasadena, dall’amichevole Chelsea-Inter. Perdemmo 2-0, ma capii che qualcosa stava nascendo. Mandai il famoso SMS a Eto’o, anche se lui non aveva il mio numero: "Se vieni all’Inter, vinciamo tutto". A proposito di messaggini sul telefono. Spesso arrivavano quelli di Mourinho: era il suo modo per tenerci tutti sulla corda, ci sentivamo tutti presi in considerazione, anche chi giocava di meno. La tensione, in allenamento, era sempre alta. Ogni seduta era una piccola guerra nella quale tutti davano il massimo. Sapete qual è stata la svolta, in quella stagione? La sconfitta per 3-1 a Catania. Ragazzi, sento ancora le urla di José, ci ha distrutti! Dovevamo andare a Londra per Chelsea-Inter, sapevamo che poteva finire tutto nel giro di qualche giorno. E invece... Un altro momento tostissimo è stato il 2-2 di Firenze. Però mentre tornavamo a Milano cercavamo una sfumatura di positività: "Dai che magari alla fine questo punto peserà". E sì, è pesato anche quello. A Barcellona ho rotto la panchina, ma giuro, non l'ho fatto apposta. Ho visto Messi accentrarsi, andare sul sinistro, far partire quel tiro: Julio è scattato come una molla, e io pure. Ho fatto un salto e dato una botta involontaria così forte...".

"Lo scudetto e le finali: volevo si chiudesse il cerchio"

A Siena è arrivato lo scudetto, contro la Roma la Coppa Italia e in finale, contro il Bayern Monaco, la Champions League. Tre obiettivi inseguiti con forza: "Roma, Lazio-Inter 0-2. Mentre la partita stava per finire mi si avvicina Mourinho: "Marco, ti va di giocare la finale di Coppa Italia?". Sorrido ancora al pensiero: c’era qualcuno che avrebbe risposto di no? Dopo il match ho iniziato un allenamento sul campo dell’Olimpico tra i più intensi della mia vita, la finale con la Roma ho iniziato a giocarla tre giorni prima... E che battaglia che è stata! E poi Madrid. Anche in questo caso Mourinho era stato chiaro nel spiegarmi che Cordoba era più adatto a subentrare contro il Barcellona, che avrebbe messo Bojan a partita in corso, mentre io dovevo tenermi pronto per il Bayern, con il possibile ingresso di Gomez. Quindi sapevo che avrei giocato: 10 minuti, uno, 10 secondi. Non era importante quanto, era fondamentale però come ci siamo arrivati, tutti. Io volevo si chiudesse il cerchio, era come se il giro sulle montagne russe dovesse finire con l’evoluzione più bella. Mi chiedono sempre tutti di quella finta di Milito, se la preparasse in allenamento: è semplice, Diego aveva quell’uncino... tu sapevi che ti avrebbe puntato e te l’avrebbe fatto, ma non gliela prendevi mai. La nostra gioia è stata anche e soprattutto quella di Moratti, felice come un bambino".

"Il mio segreto è stato non accontentarmi mai"

Il Triplete è stato, insieme al Mondiale, la ciliegina sulla torta della carriera di Marco Materazzi: "Vi avevo parlato delle lacrime: spesso i bambini piangono per la paura, prima di salire su una giostra che va a tutta velocità. Poi quando sono a bordo, non vogliono più scendere. Io ho vinto il Mondiale, che per me vale come 10 trofei. E con l’Inter ho vinto tutto. Ma il segreto è stato proprio quello di non accontentarmi. Ancora oggi ho il rammarico per quei cinque trofei che abbiamo lasciato per strada (le Coppe Italia, le Supercoppe Italiane, la Supercoppa Europea). E poi perché vincere per i nostri colori è la cosa più bella che ci sia. Io mi sono sempre sentito un tifoso dell’Inter, ho preso tutta la forza del popolo nerazzurro e ho provata a metterla in campo. Voi spesso mi ringraziate per i successi, ma sono io che ringrazio voi: per il vostro appoggio, per la vostra passione".