Inter, Marotta: "Futuro Conte? Non ci saranno cambiamenti"

Serie A

Prima della partita contro il Torino, Marotta è intervenuto a Sky Calcio Show: "Futuro di Conte all'Inter? Non ci saranno assolutamente cambiamenti, da parte nostra c’è grande soddisfazione. Antonio è un allenatore ambizioso, vuole vincere, così come la società. Brozovic? Certe cose non si devono mai fare: abbiamo multato il giocatore, il resto lo valuteremo noi"

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Eriksen e Skriniar fuori contro il Torino: sono due bocciature?

"Assolutamente no, nessuno può decidere meglio di Conte. Se ha deciso questa formazione, significa che ci sono dei riscontri soggettivi suoi, delle valutazioni sue. Calcoliamo che si gioca ogni tre giorni, è giusto creare questo turnover, siamo anche in un periodo climatico molto difficile, quindi mi sembra una cosa assolutamente normale".

Conte ha fatto il massimo in questa stagione?

"Il massimo non esiste mai, c’è sempre qualcosa da raggiungere, c’è sempre qualche particolare da migliorare. Conte è il primo a saperlo, lo sappiamo noi come dirigenza e lo sa anche la società. Il lavoro è stato ottimo, però possiamo e dobbiamo ancora migliorare per cercare di ridurre il gap dalla Juventus. Sicuramente prendere gol negli ultimi 5 minuti lascia a tutti un po' di amarezza e di rimpianti, ma bisogna fare una valutazione a 360 gradi, vedere il cammino dall’inizio della stagione ad oggi. È un cammino che sta dando delle grandi soddisfazioni, non solo statistici ma anche di risorse che erano a disposizione di Conte e che sono migliorate. Conte aveva sicuramente un obiettivo, che era quello di valorizzare le risorse che erano a sua disposizione e cercare di migliorare anche una situazione oggettiva che negli ultimi anni ha dato delle parziali soddisfazioni. Ci stiamo riuscendo da tutti i punti di vista, quindi non possiamo che essere contenti del lavoro di Conte e del lavoro della società".

 

Esistono delle possibilità che Conte non sia più l’allenatore dell’Inter nella prossima stagione?

"Credo che non ci siano assolutamente cambiamenti, da parte della società c’è grande soddisfazione. Conte è un allenatore ambizioso, vuole vincere, così come la società. Non bisogna dimenticare però che questo è il primo anno in cui allena questa squadra, ci sono club che ci precedono che hanno lo stesso allenatore da qualche anno. È normale che Conte dopo le partite non vinte si lasci andare in esternazioni che fanno parte delle sue dinamiche comunicative. Io sono perfettamente d’accordo, se prendi gol a tre minuti dalla fine non si può che recriminare su alcuni errori che sono stati fatti. È normale che le ambizioni ci devono essere, accanto alle ambizioni ci sono anche le recriminazioni quando l’obiettivo non viene raggiunto, anche se parzialmente, cioè senza portare a casa il risultato pieno".

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Qual è la posizione della società a proposito del caso Brozovic? È una posizione "leggera", visto che il croato è sceso in campo contro il Torino?

"Questi sono fatti che ci dispiace dover gestire. Al di là della multa al giocatore, rimane il rammarico perché sono ragazzi giovani, devono capire che ci sono momenti in cui devono serrare ed essere più incisivi nella vita privata, proprio perché il calcio è uno sport di gruppo e prima di tutto c’è il rispetto verso i compagni, verso la società e verso sé stessi. Poter riposare bene in questo periodo, in cui dal punto di vista agonistico c’è uno stress legato al fatto che le partite sono tutte ravvicinate, porta a una considerazione: certe cose non si devono mai fare. Abbiamo fatto la multa al giocatore, il resto lo valuteremo noi".

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Perché negli ultimi anni l’Inter fa meno punti nel girone di ritorno?

"Questo è un anno un po' anomalo, abbiamo dovuto riprendere il campionato, non abbiamo voluto riprendere il campionato, questo si vede anche dalle situazioni. Ci sono squadre che avevano perso poche partite e in questo periodo ne hanno perse di più. Ci possono essere prestazioni altalenanti. Il post Covid ha portato un’esperienza nuova che va ancora misurata e calibrata. Di conseguenza oggi si scontrano tante problematiche. Il fatto di aver perso dei punti contro delle squadre definite "provinciali" significa che da questo punto di vista dobbiamo migliorare".

L’Inter può arrivare seconda in campionato, può avvicinare gli 80 punti in classifica e può ancora vincere l’Europa League. Questi tre obiettivi non cambierebbero il vostro ruolo nel calcio italiano?

"Sono perfettamente d’accordo, il blasone dell’Inter è molto forte per la sua storia, per il suo palmares e per i traguardi che ha raggiunto, quindi è normale che ci sia una pressione molto forte. Questa pressione più che altro arriva dall’esterno, non dall’interno. Arrivano mine che possono deteriorare le sensazioni interne, ma noi dobbiamo avere la forza e la capacità di trovare una maggiore convinzione nei nostri mezzi e nelle nostre capacità. Abbiamo ancora dei margini di miglioramento. Non deve essere un alibi, però alcuni infortuni subiti nello stesso settore, cioè il centrocampo, portano al fatto che il livello generale della squadra possa risentirne. Non a caso ci sono 5 cambi in queste partite e spesso si fa fatica anche ad avere uomini a disposizione, ma noi ce la giocheremo fino alla fine con grandi motivazioni".