Juventus-Lazio, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Federico Aquè

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Le squadre di Sarri e Inzaghi si affrontano nel loro momento peggiore da inizio stagione nell'ultima partita che può ancora riaprire il campionato. Juventus-Lazio verrà trasmessa alle 21:45 su Sky Sport Serie A, canale 202 del telecomando

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La distanza di otto punti che si è venuta a creare nelle ultime giornate tra Juventus e Lazio ha tolto alla partita di stasera la patina di sfida scudetto che le avremmo sicuramente dato fino a pochi giorni fa. Le sconfitte accumulate dalla ripresa del campionato hanno invece allontanato la Lazio dal primo posto, tanto che Simone Inzaghi, forse anche per non caricare di troppe aspettative la partita con la Juve, ha abbassato il tiro dichiarando che nelle prossime giornate si aspetta di trovare i "punti per l’aritmetica qualificazione in Champions".

 

A Udine i biancocelesti hanno interrotto la striscia di tre sconfitte consecutive (contro Milan, Lecce e Sassuolo), è vero, ma il pareggio per 0-0 le ha fatto definitivamente perdere il secondo posto, anche se per poco, dato che adesso Inter e Atalanta (entrambe fermate sul pareggio nell'ultima giornata) sono rispettivamente tre e due punti sopra. Inzaghi si può consolare sapendo che per la prima volta dalla ripresa del campionato la Lazio non ha subito gol, ma rivedendo quella partita non si può fare a meno di notare che i biancocelesti hanno comunque concesso un paio di contropiedi pericolosi e hanno rischiato di essere beffati proprio all’ultimo secondo, quando il tiro da fuori di de Paul ha colpito il palo.

 

Contro una squadra chiusa come l’Udinese, che ha aspettato nella sua metà campo e non si faceva trovare scoperta nemmeno in transizione, i biancocelesti non hanno avuto modo di attaccare come preferiscono, con azioni veloci e in verticale di pochi passaggi. Oltre a un paio di situazioni promettenti costruite nel primo tempo, hanno creato poco, a conferma di un periodo piuttosto negativo per quanto riguarda la produzione offensiva. I problemi a manovrare si sono anche riflessi sulla stabilità delle transizioni difensive, e alcune palle perse avrebbero potuto rendere ancora più difficile la partita.

 

In ogni caso, contro una squadra che si era difesa abbassando molto il baricentro e stringendo le linee, era stato fondamentale per far risalire il pallone soprattutto Luis Alberto, il secondo giocatore per numero di tocchi e passaggi tentati dopo Acerbi. La Lazio iniziava l’azione dal suo lato, liberando la ricezione della mezzala spagnola con il movimento in avanti di Radu, ma poi non riusciva a dargli sufficienti linee di passaggio per permettergli di trasmettere il pallone sulla trequarti. In questo senso l'assenza dello spagnolo, bloccato da un problema fisico come ha confermato Simone Inzaghi in conferenza stampa, sarà per i biancocelesti ancora più pesante.

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In questo caso Luis Alberto si abbassa di fianco ad Acerbi a iniziare l’azione, mentre Radu sale a sinistra.

Con il suo schieramento prudente, però, l’Udinese rendeva molto difficile raggiungere Immobile e Caicedo, mentre a sinistra Jony non è quasi mai intervenuto sul possesso muovendosi quasi esclusivamente in profondità. Nemmeno Lukaku, entrato nel secondo tempo, è stato più incisivo. Così la Lazio riusciva ad avanzare solo cambiando il gioco su Lazzari, il riferimento offensivo più affidabile, con la sua posizione alta e in ampiezza sulla fascia destra.

 

Ovviamente contro una squadra che cercherà di dominare il possesso come la Juve, la Lazio non dovrebbe avere di questi problemi e potrà tornare ad attaccare in transizione. Questo significa che avrà più spazi per risalire il campo con ordine in velocità, se riuscirà a giocare alle spalle delle linee di pressione bianconere in modo pulito, attirandole in avanti con la circolazione bassa.

 

A questo proposito c'è da dire che la qualità del pressing della Juve contro il Sassuolo è stata altalenante, come le è capitato spesso durante la stagione. Il particolare sistema organizzato per pressare la squadra di De Zerbi, che aveva schierato i suoi col 4-2-3-1, ha funzionato solo nei primi minuti. Bentancur si alzava da solo in pressione sui due mediani, a centrocampo restavano in tre a protezione del centro, pronti a scalare lateralmente quando il Sassuolo girava la palla sulle fasce.

 

La Juve è andata presto in vantaggio di due gol, e forse anche per questo è calata di intensità col passare dei minuti. Quando i bianconeri sono diventati più passivi, però, il Sassuolo, partendo dalla superiorità numerica concessa ai suoi mediani, è riuscito a risalire con qualità il campo attirando le linee di pressione bianconere e trovando l’uomo libero alle spalle.

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Non è un caso che dopo la partita Sarri è stato piuttosto critico: "Abbiamo fatto fatica a dare copertura, loro hanno saputo farci uscire fuori e sono passati troppi palloni. Dobbiamo cercare di avere un’applicazione costante dal punto di vista mentale durante la partita. A tratti questa squadra dà la sensazione di avere un potenziale elevato, in altri lascia perplessi in questi momenti di passività".

 

La Lazio ha sicuramente la qualità collettiva e individuale per approfittare di questi cali di intensità e creare pericoli. Altrettanto importante per la Juve sarà la qualità della sua manovra, per non concedere alla Lazio di attaccare in contropiede. Dopo il 3-3 col Sassuolo, Sarri si è lamentato della gestione del possesso dei suoi: "Sul 2-0 dovevamo palleggiare e tenere gli avversari nella loro metà campo. Noi invece cercavamo di andare subito in porta, ma così le squadre si spaccano e si aprono gli spazi". Risalire il campo troppo velocemente e senza precisione potrebbe favorire le qualità offensive della Lazio, che pur attraversando un brutto periodo resta una delle squadre più pericolose del campionato quando attacca in spazi ampi.

 

In questa stagione Juventus e Lazio si sono già affrontate due volte, all’andata in campionato e in Supercoppa, e in entrambe le occasioni è stata la squadra di Inzaghi a prevalere, sempre per 3-1. In campionato i biancocelesti hanno approfittato di alcune situazioni favorevoli, mostrandosi abili soprattutto a girare a loro vantaggio i momenti decisivi della partita. In Supercoppa hanno invece controllato di più il contesto, esibendo alcune criticità della Juve, e in particolare la difesa dell’ampiezza, in una partita che Sarri aveva affrontato schierando Dybala come vertice alto del centrocampo a rombo, con Higuaín e Cristiano Ronaldo davanti a lui come punte.

 

Da quelle partite, giocate lo scorso dicembre nel giro di quindici giorni, sono passati diversi mesi e nel frattempo sembra cambiato quasi tutto. Sia la Juve che la Lazio sono infatti in quello che è forse il momento peggiore della loro stagione. In questo senso, più che per la classifica, la sfida di stasera è importante per capire se le due squadre hanno finalmente invertito la rotta per ambire ai risultati che sono rimasti da raggiungere in stagione.