Juventus, Danilo:e la sua Ong: salvati Joao e 200 ragazzi dalla strada

Serie A

L'esterno della Juve non ha dimenticato il Brasile e la sua città natale, Bicas. Qui toglie i bambini dalla strada e li salva dalla violenza con la sua Ong Futuro Re2ondo. Non solo attività sportiva, ma anche supporto scolastico, cure dentali e accompagnamento pedagogico: lo dimostra la storia di João

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Calciatore e non solo. Campione in campo - basti leggerne il palmares - e anche fuori. Danilo si appresta ad iniziare una nuova stagione con la Juventus. Da Sarri a Pirlo, è cambiato un po' tutto ma non la sua voglia di fare del bene agli altri. Gioca in Europa dal 2012, da quando salutò il Santos per firmare con il Porto. Ma l'esterno classe 1991 non ha mai dimenticato il Brasile e la sua città natale, Bicas. E' qui che il calciatore bianconero alimenta i sogni di bambini e adolescenti. Lo fa grazie alla sua Ong Futuro Re2ondo, con cui ha già sostenuto circa 1.200 persone dando supporto alle famiglie socialmente vulnerabili. E a molti bambini, circa 200, fra cui João. Ha 10 anni ed è uno dei tanti che sogna un futuro da protagonista con la palla fra i piedi. Quest'ultimo è stato accolto nel 2017 all'interno del progetto Futuro Re2ondo. Da allora frequenta per almeno due volte a settimana i corsi di calcio offerti gratuitamente dalla Ong. Solo un obbligo, cioè andare a scuola la mattina: "Voglio essere un calciatore professionista e anche un medico", ha raccontato. Lui che si ispira a Danilo, è riuscito a farsi tesserare da un club professionistico nella città di Juiz de Fora, stato di Minas Gerais.

"Toglie i bambini dalla strada"

Non solo aiuto sul campo, però. La ONG offre a bambini e adolescenti tra i nove e i 16 anni - oltre all'attività sportiva e al supporto scolastico - anche cure dentali, accompagnamento pedagogico e psicosociale. Con la pandemia del Coronavirus, ha pure iniziato a distribuire cibo alle famiglie. Il Covid ha colpito il Brasile senza pietà. Tanti contagi, tantissimi decessi. C'è chi ha perso il suo lavoro, come il padre di João che, dopo una vita da vigilante, ora fa l'autista per Uber: "Il progetto ci sostiene economicamente per portarlo a Juiz de Fora - ha raccontato il signor Cassiano - ogni padre sogna di vedere suo figlio diventare un calciatore, ma a me non è mai interessato. A João piace e cerco di incoraggiarlo. Penso che l'idea di Danilo sia davvero buona perché non si tratta solo di calcio in sé, ma anche un modo per aiutare le persone in generale. Il progetto sta davvero salvando delle vite, togliendo i bambini dalla strada e dalla violenza". Ogni qualvolta Danilo si trovi in Brasile si impegna a condividere esperienze con gli studenti. "Si allena con noi, è una guida; la prossima volta che viene, voglio chiedergli com'è stato allenarsi con Guardiola", ha detto João. Tifa Flamengo, ama Ronaldo, Zico e Pelè. E ringrazia Danilo, ovviamente. Chissà se un giorno sarà come loro.

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