Genoa, Behrami: "Virus? Abbiamo avuto paura ma non possiamo sentirci in colpa"

Serie A

Il centrocampista svizzero è stato uno dei 17 contagiati dal Covid-19 nel gruppo rossoblù: "Siamo esposti come tante altre persone ad avere contatti e questo non ti può far sentire in colpa, è un virus che ha colpito milioni di persone. Esiste la paura, di non stare bene, di contagiare i propri familiari. Da lì in poi l’aspetto del calcio passa in secondo piano. A Verona per il risultato e la prestazione"

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"È un virus che ha contagiato milioni di persone, ci sono stati più di 36 mila morti in Italia, quindi parliamo di qualcosa che non ti può fare sentire in colpa. Facciamo una vita che ci espone a contatti con altra gente". Valon Behrami è la voce del Genoa che tornerà in campo nel posticipo del lunedì sera della quarta giornata sul campo del Verona dopo lo stop forzato per i 17 casi di positività al Covid-19 in rosa. Il centrocampista svizzero di origini kosovare è stato tra i contagiati. Tornato da tre giorni a disposizione di Rolando Maran, parla  ai microfoni di Sky Sport dei particolari giorni vissuti dal gruppo rossoblù. "Viaggiamo, e qui sono arrivati 15 nuovi giocatori che per esempio stavano cercando casa, visitavano appartamenti, vivevano in hotel e incontravano persone per inserirsi in una nuova realtà. Facciamo una vita particolare. Siamo esposti come tante altre persone ad avere contatti e questo non ti può far sentire in colpa".

"Ho avuto paura, esperienza complicata per tutti"

"Sono stati giorni difficili, poi è diventato un fatto mentale e sono contento di essere uscito di casa per tornare a lavorare" ammette Behrami. "Fisicamente sono abituato a riprendere dopo uno stop, il mio fisico ormai ha automatismi per recuperare dopo un infortunio di un paio di settimane. E vale anche adesso. L’aspetto mentale invece è qualcosa che conoscevo meno, qualcosa di più profondo". Confessa, il centrocampista, di aver avuto paura: "Esiste la paura. Paura di non stare bene, di contagiare i propri familiari. Da lì in poi l’aspetto del calcio passa in secondo piano, perché non sei un calciatore che è malato, ma un uomo malato. Sono questioni un pò più fragili e al di là di come si è vissuta è stata un'esperienza complicata per tutti". A Verona il Genoa ci arriva con 10 tesserati guariti dal Covid. "Ora serve la sensibilità per capire che uno di noi ha vissuto questa esperienza in modo più complicato, altri magari in modo più leggero - è la tesi di Behrami - e quelli che hanno la forza e la voglia di aiutare un proprio compagno devono venire fuori in questo momento". 

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"A Verona dovremo aiutarci l'uno con l'altro"

Il Genoa non gioca partite ufficiali dal 27 settembre, quando perse 6-0 a Napoli. "Ogni giorno ci sono rientri, per fortuna, ed è sempre un riadattarci a chi è tornato ad allenarsi con noi - spiega Behrami - ma siamo allenati da un allenatore molto preparato, che ci sta aiutando ad amalgamarci. Servirà solo un pò di tempo in più". Intanto a Verona, dove il 35enne torna da ex (ci ha giocato nella stagione 2004/2005) "serve la prestazione. Dobbiamo essere pronti ad aiutarci l'uno con l'altro. Ci sarà gente che non è al 100% e lì devono uscire fuori i leader. Da compagno devo dare una mano a chi magari dopo 60-70 minuti si sentirà meno bene fisicamente perché dopo oltre due settimane trascorse in casa sarà complicato per tutti. E questo sarà un aspetto che farà la differenza". Per il centrocampista si tratta di "una grande prova di maturità e il momento di dimostrare quanto siamo gruppo. Si parla di un bel gruppo quando si vince ma è nelle difficoltà che viene fuori il vero carattere degli uomini".

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