Lazio, le ragioni della crisi

Serie A

Silvia Vallini

Due sconfitte nelle prime quattro giornate per la squadra di Inzaghi che arriva al debutto in Champions con tanti interrogativi

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Partiva proprio in questi giorni un anno fa la cavalcata della Lazio, che pareva inarrestabile. Dopo il 3-3 contro l'Atalanta, l'Aquila volò veloce portando a casa 16 vittorie e 2 pareggi in 18 partite, fino al 2-0 con il Bologna il 29 febbraio. Poi, il lockdown, la luce che si è spenta e non si è più riaccesa. Le 6 sconfitte che pure non le hanno negato un posto in Champions, quel traguardo tanto voluto, inseguito per 13 anni e che da martedì, contro il Dortmund, è da onorare. Ma i ko in questo avvio di campionato sono già 2 con 7 gol subiti tra la stessa Atalanta e la Samp.

Gli infortuni

La costante dall'inizio della crisi è sicuramente rappresentata dal numero impressionante di infortuni, che erano arrivati lo scorso campionato a comporre una formazione, da Lulic a Lucas Leiva, solo per citarne alcuni. Anche contro la Samp l'emergenza si estendeva dalla difesa, con le assenze di Luiz Felipe, Radu e Bastos, agli esterni con Parolo fuori ruolo al posto dell'infortunato Lazzari fino all'attacco con l'assenza dello squalificato Immobile.

I nuovi in ritardo

I nuovi acquisti sono arrivati in ritardo, Muriqi anche causa Covid, Pereira e Hoedt hanno cominciato a lavorare con i compagni di fatto solo durante la sosta e inevitabilmente i tempi d'inserimento si allungano, soprattutto in una situazione fisica d'insieme già precaria. Con una partita ogni 3 giorni e un ricambio relativo, spetterà a Inzaghi trovare nuove soluzioni e infondere energie, nell'anno anche per lui più difficile, essendo il quinto, in scadenza di contratto e in attesa di discutere il rinnovo. Anche se a volte basta cominciare, recuperare uomini, vincere. E poi capita anche che l'Aquila riparta forte, come un anno fa.