
Negli ultimi anni è stata la volta dell'Atalanta di Gasperini, mentre in questa stagione è il Sassuolo a candidarsi come rivelazione del campionato. Ma ci sono squadre che ogni anno hanno sorpreso tutti: a volte contro il pronostico, altre per la qualità del gioco o per aver lanciato giocatori che hanno poi fatto epoca. Ricordate il Chievo "dei miracoli"?

CHIEVO 2001-02. La squadra gialloblù si presentò alla Serie A come nuova debuttante. L'anno prima, infatti, avevano ottenuto la prima storica promozione nella massima serie, a oltre 50 anni dalla ricostituzione del club avvenuto nel dopoguerra. Nonostante un folto gruppo di giocatori alla prima esperienza in A, la formazione veronese riuscì ad andare ben oltre il semplice obiettivo salvezza, diventando una delle principali protagoniste del campionato

L'ALLENATORE. A guidare quel Chievo c'era Gigi Delneri, arrivato l'anno precedente sulla panchina gialloblù e subito protagonista di una straordinaria promozione. Allenatore fedele al 4-4-2 di base, riuscì a ritagliarsi uno spazio importante in A con un gioco coraggioso e improntato in particolare sulla velocità delle corsie laterali, con i due esterni di centrocampo bravi a scambiarsi le posizioni e regalare comunque lo stesso alto rendimento

RENDIMENTO MASSIMO. A sorprendere fu in particolare l'impatto del Chievo con la massima serie. I veronesi, infatti, cominciarono subito con una vittoria a Firenze, seguita da un altro successo e da un ko per 3-2 in casa della Juve dopo essere passati in vantaggio di due gol. Fu il girone d'andata, in generale, il periodo in cui i gialloblù diedero il massimo. La squadra di Delneri, battendo l'Inter (candidata allo Scudetto), a San Siro alla 15^ giornata, conquistò il primo posto provvisorio, sfiorando il titolo di campione d'inverno

MOMENTO DI CALO. Dopo il trionfo di San Siro, arrivò il ko interno con la Roma (altra candidata al titolo) e la vittoria sull'Atalanta, poi ecco il blackout all'inizio del 2002: 10 partite consecutive senza successi (intervallate solo dal 3-1 ai danni della Lazio nel recupero della 6^ giornata). Alla fine il girone del ritorno del Chievo si concluse con appena 3 vittorie in 17 partite

PIAZZAMENTO FINALE. Un campionato dai due volti che permise al Chievo di chiudere, comunque, la stagione nelle posizioni di vertice. Dopo aver sognato lo Scudetto durante il girone di andata, infatti, la squadra di Delneri calò in quello di ritorno, terminando a un soffio dalla qualificazione ai preliminari di Champions: un 5° posto finale con 54 punti, a -1 dal Milan, che garantì tuttavia un incredibile accesso alla Coppa Uefa alla prima partecipazione in Serie A

L'ANNO SUCCESSIVO. Dopo quell'incredibile exploit al debutto in Serie A, riuscì la squadra di Delneri a confermarsi l'anno successivo? Domanda che riserva due risposte: sì dal punto di vista dei punti, perché il Chievo riuscì a migliorare addirittura il suo score e chiudere a quota 55, frutto di un campionato di alti (tanti) e bassi (pochi). Il nuovo primato personale, tuttavia, non bastò a garantire un posto in Europa: le altre andarono più forte e i gialloblù chiusero in 7^ posizione

CRISTIANO LUPATELLI. Ricordate l'11 ideale di Delneri nella stagione 2001-02? Tra i pali c'era Lupatelli, con un iconico numero 10 sulle spalle. Reduce dallo Scudetto vinto con la Roma nel ruolo di "vice", saltò una sola giornata in tutta la stagione totalizzando 6 clean sheets. Un rendimento più che buono il suo, in particolare in termini di esperienza e leadership

FABIO MORO. Terzino destro nel 4-4-2 di Delneri troviamo il classe '75. Dopo aver assaporato la A da giovane con la maglia del Toro, riuscì a ritrovare la massima serie con i gialloblù dopo qualche anno di gavetta in B. Con la squadra veronese diventò subito un titolare inamovibile, sempre utile a regalare equilibrio con la sua propensione difensiva: leggermente troppo avvezzo al cartellino (fu espulso 3 volte, di cui 2 con un rosso diretto), si tolse la soddisfazione di segnare contro il Milan nel finale di stagione

LORENZO D'ANNA. Capitano del Chievo "dei miracoli" nonché, ancora oggi, secondo per presenze all time con la maglia gialloblù. La colonna portante di quella squadra era proprio lui, centrale affidabile che dimostrò di non soffrire il confronto con i centravanti più forti del campionato. Saltò solo una partita, squalifiche escluse

MAURIZIO D'ANGELO. Fu lui a comporre con D'Anna la coppia di centrali 'sicura' cui si affidò Delneri. Anche D'Angelo era reduce da una lunga e pregressa esperienza a Verona e pure in Serie A si rivelò uno degli uomini cardine nello spogliatoio del Chievo. Titolare fisso, chiuse il campionato con 28 presenze

MARCO LANNA. A completare quella difesa c'era il terzino classe '76, altro debuttante nella massima serie. Dopo tante stagioni al Chievo, riuscì a ritagliarsi un posto da titolare solo nell'anno della promozione e il primo in A, dove non fu protagonista solamente in occasione della sfida contro il Perugia perché squalificato. Con la sua spinta incessante sulla corsia sinistra, contribuì in maniera decisiva al rendimento offensivo dei suoi rivelandosi come uno dei migliori giocatori del campionato

LUCIANO. All'epoca conosciuto ancora come "Eriberto", fu una delle rivelazioni del campionato, in particolare nel girone d'andata. Un 'treno' sulla fascia destra, rappresentò in alcune gare un incubo per la difesa avversaria per via della sua velocità sulla fascia e bravura nei tagli centrali. Lasciò il segno anche in zona gol, realizzando 4 reti, tre delle quali decisive per strappare la vittoria finale

SIMONE PERROTTA. In mezzo al campo trovò spazio un giocatore che sarebbe poi diventato campione del mondo con la Nazionale nel 2006. Debuttante da professionista proprio contro i gialloblù, si accasò al Chievo nell'estate del 2001. Allora impiegato come mediano (e non nel ruolo di trequartista che avrebbe interpretato nella successiva esperienza con la Roma), si tolse la soddisfazione di segnare il primo gol assoluto in Serie A della formazione veronese. Alla fine ne segnò 4 complessivamente in quella stagione, caratterizzata da 32 presenze

EUGENIO CORINI. In cabina di regia in quel Chievo c'era, invece, Corini, arrivato nel '99 dall'altra squadra di Verona, l'Hellas. L'uomo con più esperienza pregressa in A di quella formazione, il centrocampista classe '70 non solo costruì con tecnica ed efficienza le geometrie dei suoi, ma si rivelò straordinariamente decisivo sotto porta: chiuse, infatti, il campionato con 9 gol e 9 assist

CHRISTIAN MANFREDINI. Sulla corsia sinistra di centrocampo si impose un altro giocatore rivelazione. I punti di forza di Delneri erano proprio sulle fascie e uno di questi era rappresentato dall'ivoriano: cresciuto nel settore giovanile della Juve, dopo un super campionato in B nell'anno della promozione non soffrì per nulla l'impatto col grande calcio. Elemento imprescindibile per almeno i primi 2/3 di stagione, realizzò in totale 2 reti e 3 assist al suo primo anno in Serie A

MASSIMO MARAZZINA. Uno dei due attaccanti del Chievo era il giocatore classe '74, reduce dall'esperienza in prestito con la Reggina (la seconda in A dopo quella di qualche anno prima, ancora giovanissimo, con il Foggia). Fin dalla prima giornata il centravanti lasciò il segno, trovando la rete a Firenze, guadagnandosi poi il ruolo di capocannoniere della squadra. Chiuse l'annata, infatti, con 13 gol in campionato: tra questi 3 alla Juventus, 2 all'Inter e 1 al Milan

BERNARDO CORRADI. Ci pensò lui a completare il reparto d'attacco, formando con Marazzina un binomio ben assortito per caratteristiche fisiche e tecniche. Partito titolare in 31 giornate su 34, anche Corradi riuscì a chiudere il campionato in doppia cifra: 10 reti e 2 assist in totale, fondamentali per centrare la qualificazione alla Coppa Uefa e attrarre le attenzioni delle big alla prima stagione di alto livello

GREGARI PREZIOSI. Se il Chievo fu la rivelazione del campionato il merito, oltre che dei titolari, fu anche dei comprimari, sempre pronti a dare il proprio contributo in pochi minuti. In tal senso impossibile dimenticare il ruolo di Cossato, in campo 32 volte (meno solo di Lupatelli e Lanna) ma solo 7 dal primo minuto: con poco tempo a disposizione riuscì a realizzare comunque 9 gol. Da sottolineare anche l'apporto prezioso di Franceschini, oltre a un Legrottaglie in rampa di lancio e ai 736 minuti disputati da Simone Barone, anche lui futuro campione del mondo