Sassuolo, De Zerbi: "Non firmo per il 4° posto. Io filosofo? No, sono un martello"

Serie A

L’allenatore del Sassuolo si è confidato a Paolo Condò su La Repubblica: "Vogliamo l’Europa, se non ci riusciamo il ciclo di questo gruppo sarebbe concluso ma non è detto che me ne vada. Non firmo per il 4° posto: mi toglierebbe il divertimento"

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L’obiettivo è migliorarsi, anno dopo anno. E dopo l’ottavo posto dell’anno scorso, considerando anche il secondo attuale, il Sassuolo ha davanti un unico traguardo che Roberto De Zerbi non nasconde, intervistato da Paolo Condò per La Repubblica: "Vogliamo l'Europa e stiamo migliorando ma serve che almeno una delle prime sette buchi la stagione perché sono più forti, anche se forse non tutte. D'altronde nessuno è qui per caso. Boga nell'uno contro uno viene dopo Messi e poi... dovrei pensarci. Locatelli è il miglior centrocampista italiano e ha sovrastato Wijnaldum in Nazionale. Qui aspettiamo i giocatori. Berardi è consapevole che è anche l'ambiente a conferirgli la forza che ha, la sua permanenza felice al Sassuolo va contro le regole. Senza l'Europa il ciclo di questo gruppo sarebbe concluso e l'anno prossimo bisognerebbe ripartire, ma non è detto che me ne vada". Intanto però l’allenatore non vuole certezze in questo senso: "Non firmo per nulla, nemmeno per un 4° posto. Mi toglierebbe tutto il divertimento di una stagione da decifrare". Ha studiato Bielsa da vicino e in molti lo accostano a Guardiola. "I tre cardini che mi interessano sono la tecnica, la comprensione del gioco e il coraggio di accettare l'errore. Ma non sono un filosofo" ci tiene a precisare.

Il passato al Milan

De Zerbi arrivò al Milan quando aveva 16 anni e per tre anni ha giocato nelle giovanili rossonere: "Costacurta e gli altri vecchi draghi della difesa mi lasciavano certi tatuaggi... Nei tre anni a Milanello ero un bambino al parco giochi: vedere da vicino Baggio, Savicevic, Weah. Il club poi seguiva i miei risultati scolastici con severità. Valevo più di tre partite in Serie A ma ne ho meritate tre, non cambiavo posizione volentieri". Un aspetto che ha finito per influenzare anche il De Zerbi allenatore: "Anche per questo oggi invece mi faccio in quattro per assecondare le caratteristiche dei giocatori e mi fa essere molto più esigente, sono un martello".

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