Milan, Dalot: "Scudetto? Ci crediamo, ma serve l'equilibrio giusto"

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Il portoghese si racconta a Sportweek: "Normale credere allo scudetto se nello spogliatoio hai Ibra, Bonera e Dida. Pioli fa sentire tutti speciali. Lotteremo fino alla fine, sarà fondamentale mantenere l'equilibrio giusto". Sulla sua avventura in rossonero: "Sono tornato a sentirmi un giocatore dopo i tanti infortuni. Per Leao sono quasi una figura paterna"

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Al Milan è arrivato la scorsa estate in prestito secco dal Manchester United, ma Diogo Dalot dimostra di avere le idee chiare e di conoscere la storia rossonera. "Se iniziamo davvero a crederci allo scudetto? È normale quando fai tanti punti e nello spogliatoio ci sono giocatori, o ex, vincenti come Ibrahimovic o Bonera e Dida. La cosa importante è mantenere l'equilibrio. Se ci riusciamo, sono convinto che lotteremo fino in fondo per il titolo", ha ammesso il terzino portoghese nell’intervista rilasciata a Sportweek. Tra i segreti del primo posto in classifica dei rossoneri c’è sicuramente Pioli: "Mi piace la sua capacità di comunicare con i giocatori, facendo sentire utile e speciale ciascuno, sia che giochi tutte le partite, sia che scenda in campo una volta al mese. Come tecnico sta facendo un lavoro fantastico. La classifica di Serie A parla per lui", ha proseguito il portoghese.

"Al Milan sono tornato a sentirmi un giocatore"

Dalot analizza così la sua stagione: "Quando ho accettato la proposta del Milan avevo un obiettivo più importante di altri, sentire di nuovo il profumo dell’erba; prima ancora, tornare a considerarmi un giocatore dopo tutti gli infortuni che mi avevano frenato negli ultimi tre anni. Finora sono sempre stato a disposizione dell’allenatore. Poi volevo dimostrare di meritare di giocare, attraverso il lavoro quotidiano. E anche questo traguardo credo di averlo raggiunto: fino a questo momento ho giocato 16 partite. Mi pare molto positivo". Nelle gerarchie rossonere, il terzino portoghese è la prima alternativa sugli esterni: "Da un terzino Pioli vuole equilibrio: compattezza difensiva e capacità di spinta. Rispetto a Calabria io forse sono un po’ più offensivo. Avere caratteristiche diverse è una risorsa: io, Davide e Theo abbiamo qualità differenti e questo è un bene, perché offre all’allenatore possibilità di scelta e aumenta la competitività in allenamento. In un grande club come il Milan la concorrenza alza il livello complessivo della squadra".

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"Al Milan giocatori e staff sono una cosa sola"

"A livello fisico e di intensità di gioco il calcio italiano è certamente più impegnativo rispetto al portoghese, ma noi che arriviamo da quello abbiamo già dimostrato di saperci adattare a contesti diversi. È quello che sto facendo io qui, e per me rappresenta un motivo d’orgoglio", ha affermato Dalot. Facilitato nel suo inserimento in Italia dalla presenza in rosa del connazionale Leao: "Il fatto di conoscerlo da anni e di essergli amico mi sta aiutando molto, ma sono stato fortunato anche nell’aver trovato un gruppo di giocatori e uno staff tecnico che sono come una cosa sola. Questo ha accelerato il mio ambientamento". Ancora su Leao: "Siamo abbastanza diversi. Lui fuori dal campo è molto più estroverso, e pure in campo io sembro più concentrato. Non che lui non lo sia, diciamo che lo è in modo diverso. Forse per questo siamo così amici, perché siamo complementari. Io per lui sono quasi una figura paterna: lo tranquillizzo, lo invito a riflettere prima di fare una cosa, di andarci piano. Gli sto vicino e gli dico quello che va bene e quello che non va bene. Lui fa il contrario: sostiene che devo essere più sciolto, che non devo preoccuparmi troppo per tutto. Siamo l’opposto uno dell’altro, è divertente", le parole del terzino del Milan.

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"CR7 l'idolo. Mi piace la gestione del gruppo di Mourinho"

Prima di Pioli, Dalot è stato allenato anche da Mourinho: "Mi ha lasciato tante cose. Innanzi tutto è l’uomo che mi ha fatto salire di un gradino, facendomi giocare in un campionato importante e in Champions. Poi mi ha sempre fatto vedere, spiegandomelo, quello che mi mancava per giocare ai massimi livelli. E mi piace come gestisce il gruppo". A proposito di portoghesi: "Era da tanto che volevo conoscere Cristiano Ronaldo, per me è sempre stato un punto di riferimento, il mio idolo da bambino". Chiusura sulla sua passione per il fado, tipica musica portoghese: "Solo una persona con una vera cultura musicale può apprezzarlo. Per noi portoghesi è storia, tradizione, cultura appunto. Ma non posso prendete di diffonderlo a Milanello".