Roma a due facce tra Europa e campionato, Fonseca si gioca il futuro

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Angelo Mangiante

Angelo Mangiante

Dalla Roma così diversa tra Europa e campionato dipende il futuro di Fonseca come allenatore del nuovo ciclo dei Friedkin. Pesano i pochi punti raccolti negli scontri diretti con le big della Serie A

Il futuro di Fonseca è nelle mani dei Friedkin, sempre presenti. Una Roma dai due volti. Dottor Jekyll e Mister Hyde o Mister Fonseca, se preferite. Una squadra perfetta in Europa, ma "senza coraggio e mentalità", per stessa ammissione dell'allenatore, negli scontri diretti in campionato. Solo tre punti conquistati nei 9 scontri diretti disputati, all'ultimo posto tra le big. Tre pareggi, 6 sconfitte e zero vittorie. Contro il Napoli, la squadra ha pagato la stanchezza dell'Europa League e l'assenza di alcuni big infortunati come Mkhitaryan, Veretout e Smalling. In più, in campo, si sono visti diversi giocatori in difficoltà, a partire dal portiere. Pau Lopez trasmette insicurezza, anche sul suo palo. La difesa prende troppi gol e Ibanez accusa ancora dei cali di tensione. Dagli attaccanti arrivano pochi gol: Pedro, è l'ombra del giocatore del passato. Finora ha segnato una sola rete in campionato nel 2021, così come Dzeko.

 

Troppo poco per centrare il traguardo di un posto in Champions. Ed è qui che si gioca il futuro dell'allenatore, circondato dopo ogni sconfitta da tanti nomi, compresi Allegri e Sarri. Se dovesse vincere l'Europa League, Fonseca - che è in scadenza - avrebbe il rinnovo in automatico. Se non dovesse alzare il trofeo e non riuscisse comunque a finire tra le prime 4 in campionato, si arriverebbe ai saluti finali. Avanti un altro, anche con i Friedkin. Con l'ennesimo ribaltone tecnico alla ricerca perenne della mentalità vincente. Mentre l'ultimo trofeo alzato, risale ancora al lontanissimo 2008: 13 anni fa, con Luciano Spalletti.