Totti, l'esordio in Serie A 30 anni fa: il racconto di quei momenti

l'aneddoto

Vanni Spinella

È il 28 marzo 1993 quando Boskov richiama dalla panchina il sedicenne Totti per farlo entrare nei minuti finali della partita contro il Brescia: "All'inizio pensavo che dicesse a Muzzi". La sua prima azione? Un pallone portato alla bandierina per guadagnare secondi preziosi. Lo stesso modo con cui si chiuderà la sua carriera da leggenda: l'umiltà di un campione che va a cercare un corner nel giorno della sua festa

Inizia tutto con un pallone portato alla bandierina, come si fa nei minuti finali quando si deve cercare di perdere tempo per portare a casa il risultato. Francesco Totti, di minuti, ne ebbe a disposizione 3 al suo esordio in Serie A, e la sua prima “azione” fu proprio quella. La sua enorme carriera (786 presenze, tutte con la maglia della Roma) inizia così, dalla bandierina del corner, il 28 marzo del 1993, 30 anni fa.

La descrizione di un attimo

Minuti finali di Brescia-Roma, risultato sul 2-0 per i giallorossi; Totti ha 16 anni e mezzo “appena compiuti” (è nato il 28 settembre del ’76) e a mandarlo in campo è Boskov, sorprendendolo: “Sul momento non realizzo che ce l’ha con me, penso che si sia rivolto a Muzzi, seduto accanto, e lo richiamo, racconta nella sua autobiografia, “Un capitano”, scritta insieme a Paolo Condò.
 

Roberto mi guarda divertito: ‘Dice a te, muoviti’. A me? Il cuore mi balza in gola. Scatto in piedi, comincio a sfilarmi i pantaloni della tuta ma, per fare più in fretta, non tolgo le scarpe, cosa che porta a un impaccio vergognoso, devo sedere a terra per farli passare faticosamente dai piedi, insomma un casino. Boskov a un certo punto è spazientito da tanta goffaggine, e mi fulmina: ‘Cosa c’è Totti, non ti va di debuttare?’. Un attimo prima che decreti scaduto il mio tempo, sono finalmente pronto. Entro al posto di Rizzitelli, è l'87'. Faccio in tempo a toccare un pallone, lo porto alla bandierina per guadagnare secondi preziosi. Poi l'arbitro Boggi fischia la fine, e confusamente mi rendo conto di aver giocato in serie A".

Dalla bandierina a bandiera

Seguiranno migliaia di altri attimi indimenticabili, frammenti di una carriera da leggenda infarcita di record ancora più preziosi perché conquistati tutti con la stessa maglia. Per il debutto da titolare bisogna aspettare ancora qualche mese (15 dicembre 1993, in Coppa Italia contro la Sampdoria, con Mazzone in panchina), poi il primo gol in A (4 settembre 1994, al Foggia), primo di 250 in 619 gare (ovviamente recordman della Roma, è anche il giocatore italiano ad averne segnate di più con lo stesso club), la fascia di capitano, lo scudetto, il titolo di capocannoniere e la Scarpa d’Oro, le vittorie e le cadute, l’infortunio e la ripresa. Tutto racchiuso in 25 stagioni trasformandosi in mito, in bandiera. Una bandiera “nata” alla bandierina del corner.

Un cerchio che si chiude

Succede solo alle grandi storie, poi, che si chiudano in maniera perfetta. Tutto torna magnificamente, ogni cosa è al suo posto. L'addio al calcio di Totti arriverà il 28 maggio 2017, tra le lacrime di migliaia di tifosi: è il giorno di "Speravo de morì prima", della lettera letta al centro del campo, di quell'ultimo pallone firmato e calciato in curva. Quel Roma-Genoa 3-2 non si chiude con un suo gol, forse sarebbe stato troppo banale. Dopo 25 anni di reti e assist, l'ultima azione di Francesco Totti è un compendio di umiltà: lui di nuovo alla bandierina del corner, a far rimbalzare il pallone addosso a un avversario con esperienza, prima che arrivi il triplice fischio. Quella bandierina da cui tutto aveva avuto inizio.   

approfondimento

"Speravo de morì prima": il debutto è un successo