Roma-Bologna, Fonseca: "Il mio futuro non è importante, conta la Roma"

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L'allenatore giallorosso: "Sono focalizzato sul presente, conta la squadra non il mio futuro". Messaggio al gruppo: "Testa al Bologna, non all'Ajax. Mkhitaryan non sarà titolare, difficile avere Smalling giovedì. Infortuni problema di tutti, ha ragione Guardiola"

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"Il mio futuro non è importante, sono solo focalizzato sul presente e la cosa più importante in questo momento è la Roma”. Paulo Fonseca allontana qualsiasi discorso sul suo futuro e chiama tutto l’ambiente giallorosso a rimanere concentrato in vista dei prossimi impegni. Domenica il Bologna, giovedì il ritorno dei quarti di finale di Europa League contro l’Ajax: "È più facile sbagliare in una competizione lunga come la Serie A se hai giocatori importanti fuori. In questo momento i ragazzi devono capire che è importantissimo vincere domani contro il Bologna”. Capitolo formazione e infortunati: "Penso che sarà difficile avere Smalling per l’Ajax. Mkhitaryan si è allenato oggi con la squadra, ha fatto un solo allenamento, non giocherà dall’inizio domani. Veretout vediamo, Spinazzola col Bologna non ci sarà. Santon e Reynolds? Sono convocarti e dunque pronti per giocare, vediamo. Pastore è stato fermo tanto tempo. Ho già parlato con lui, deve tornare a giocare nel tempo giusto e nel contesto giusto", le parole dell’allenatore giallorosso.

"Tanti infortuni problema generale, ha ragione Guardiola"

Fonseca che ha risposto così a una domanda sui tanti infortuni muscolari che hanno colpito la sua squadra: "Questo non è un problema solo della Roma, ma di tutte le squadre che giocano tante partite e hanno giocatori in Nazionale. In questo momento quello che succede alla Roma succede in tanti grandi club. Ho visto tanti infortuni in Nazionale. E’ un calendario molto congestionato, con tante partite. E' un problema che dobbiamo affrontare. Guardiola ne parla sempre, i giocatori non sono macchine". L'allenatore della Roma ha parlato dello scarso impiego dei giovani nel nostro campionato, rispetto a quanto avviene in altri Paesi: "Penso sia un problema culturale e di necessità. Non possiamo dimenticare che la Serie A è uno dei campionati più importanti d’Europa. In Olanda e Portogallo sono obbligati a formare giocatori, non possono comprare i migliori", ha concluso Fonseca.

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