Atalanta-Juventus, le chiavi tattiche della sfida

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Daniele Manusia

©IPA/Fotogramma

Una sfida fondamentale per la Champions in cui Pirlo e Gasperini dovranno dimostrare di sapersi adattare alle esigenze del campo per uscire vincitori. La partita sarà visibile domenica alle 15:00 Sky su Sport Serie A (canale 202 e 249 satellite, 473 e 483 digitale terrestre) e Sky Sport (canale 252 satellite)

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Atalanta-Juventus non anticipa solamente la finale di Coppa Italia che si giocherà tra un mese, ma sarà anche una delle partite più decisive di questo finale di campionato tra due squadre in piena lotta (trafficata) per un posto nella prossima Champions League. La squadra di Gasperini è certamente più abituata di quella di Pirlo a giocarsi la qualificazione fino alle ultime giornate, visto che negli ultimi dieci anni per i bianconeri a questo punto della stagione si trattava al massimo di mettere al sicuro il primo posto. Un nuovo tipo di pressione quindi che getta altre incognite in una stagione in cui alla Juventus è sempre sembrato difficile trovare risposte nei momenti decisivi. Anche per questo, per capire quanto questo progetto sia futuribile, Pirlo e i suoi giocatori sono chiamati a dare un segno sul campo. Non sarà facile: l’Atalanta è una delle squadre che più costringe gli avversari a cambiare le proprie certezze, scontrarsi su un piano agonistico e strategico come non capita spesso.

 

Difendere in avanti: Gasperini tornerà a tre?

In tutte e tre le partite successive all’eliminazione dalla Champions contro il Real, Gasperini ha utilizzato una sorta di 4-2-3-1 asimmetrico che vede Toloi defilato sulla destra e tre giocatori alle spalle di Zapata: Malinovskij, Pessina e Miranchuk contro l’Hellas; Malinovskij, Pessina e Muriel contro l’Udinese e infine Malinovskij, Pasalic e Muriel contro la Fiorentina. Malinovskij ha insomma assunto un ruolo abbastanza centrale dopo una prima parte di stagione in cui era meno coinvolto, agendo adesso da trequartista di destra su zone interne.

 

La riproposizione di questo assetto, come detto dallo stesso Gasperini nella conferenza dopo la partita con la Fiorentina, è sembrata lo sbocco più naturale per i particolari incastri di assenze, condizioni psicofisiche e necessità di inserire qualche giocatore offensivo in più contro squadre che tendevano a chiudersi. Sempre Gasperini ha comunque lasciato intuire che, per quanto funzionale, si tratta di una soluzione temporanea, e che nonostante sia la dimostrazione di un nuovo livello di maturità mostrato dalla sua squadra, il piano è quello di tornare sulla struttura originale.

 

La partita contro la Juventus potrebbe essere (compatibilmente con gli uomini a disposizione) l’occasione di rivedere un’Atalanta più “convenzionale”, data la necessità di difendere contro una squadra che è abituata a tenere molto il pallone e, soprattutto, che ha un atteggiamento posizionale molto ambizioso nell’occupazione dell’ampiezza. Gasperini potrebbe infatti decidere di tornare ad utilizzare un esterno più adatto a lavorare nelle due fasi per non dare compiti troppo delicati ai trequartisti.

 

Contro le squadre che portano un giocatore molto in alto sul campo in ampiezza sul lato della palla, come per esempio l’Inter di Conte su entrambe le fasce o la Juventus di Pirlo dal lato solitamente di Chiesa o Cuadrado, l’esterno di centrocampo di Gasperini tende ad abbassarsi per seguire l’esterno avversario. Questo costringe l’atalanta a scegliere quale giocatore debba aggredire il difensore laterale in impostazione (terzino o centrale). Questo compito spetta spesso a uno degli altri giocatori che occupano i corridoi verticali. 

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Proprio nella partita di andata abbiamo potuto apprezzare l’estrema armonia delle scalate di marcatura degli uomini di Gasperini nelle loro giornate migliori: l’interpretazione dell’Atalanta non è banalmente legata all’accoppiamento fisso uomo contro uomo, sebbene sia molto aggressiva. Quello che ci restituisce questa immagine è infatti la capacità collettiva dei giocatori di Gasperini di riconoscere l’uomo libero nel proprio corridoio verticale e uscire coi tempi giusti. All’andata Danilo, in quell’occasione schierato centrale/terzino sinistro con Chiesa sullo stesso binario, veniva attaccato indifferentemente dall’uomo libero dell’Atalanta: ora Malinovskij, ora Hateboer, ma anche De Roon e persino Djimsiti (centrale destro). 

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L’assenza di Romero sarà pesante per Gasperini, dato che l’ex Genoa è diventato uno dei leader tecnici della squadra, nonché il difensore più continuo nel rendimento contro qualsiasi avversario. Ci sarà dunque da capire cosa sceglierà l’allenatore per controllare i movimenti incontro di Morata e Dybala, che Pirlo ha promosso titolare vista l'improvvisa assenza di Cristiano Ronaldo, se utilizzerà Caldara o se si affiderà a Djimsiti o Palomino, presumendo che Toloi possa rimanere più defilato.

 

Nel caso in cui dovesse confermare il 4-2-3-1 visto nelle ultime partite, invece, sarà interessante vedere come l’Atalanta deciderà di marcare nella fase di primo pressing, dovendo per forza di cose chiedere a Malinovskij di seguire i movimenti creativi dei difensori/terzini/centrocampisti di Pirlo, un compito non semplicissimo.

 

Pirlo, tra esperimenti innovativi e ricerca di sicurezze

Dalla costruzione fissa 3+2, all’utilizzo di un solo centrocampista, e poi l’accentramento dei terzini o il ritorno alla coppia di centrocampisti con gli esterni larghi, oppure Danilo mediano a tutti gli effetti, Pirlo ha più volte mischiato le carte per quanto riguarda l’avvio dell’azione. I risultati non sono sempre stati perfetti, ma questa tendenza al riadattamento della costruzione bassa può essere una risorsa importante a cui aggrapparsi in una partita complicata come quella contro l’Atalanta. Una soluzione specifica utilizzata sia nella gara di andata che contro l’Hellas Verona (che ha un atteggiamento simile) è stata quella di muovere la posizione di Bonucci oltre la prima linea di pressione tenendo largo l’altro centrale, per cercare di mettere in crisi il primo pressing e trovare così un uomo libero nella zona centrale in maniera più fluida, per poi aprire il gioco o, ancora meglio, verticalizzare per sfruttare lo spazio in profondità con Chiesa, Morata o McKennie. 

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Nella partita di andata, più che una rotazione sistematica con un centrocampista, l’innalzamento di Bonucci era accompagnato da un avanzamento di Szczesny, che infatti in fase di possesso fu particolarmente coinvolto. Il portiere ha finito la partita con ben 40 tocchi e 432 metri fatti guadagnare alla squadra attraverso passaggi (dati Stats Bomb). Di contro, nonostante la Juventus avesse in campo Arthur, che era ed è il giocatore forse più abile a resistere alla pressione alle spalle, non era mai riuscita a trovare delle soluzioni che potessero sfruttarne le qualità. Anche lo stesso Arthur non aveva brillato, mostrando più di una difficoltà a trovare gli spazi giusti per ricevere o nello scaricare il pallone al momento migliore. Forse è proprio dopo questa partita che lo staff di Pirlo si è convinto ad abbassarne il raggio di azione il meno possibile, come avvenuto nelle partite successive, anche se poi proprio a causa dell’infortunio subìto in uno scontro con Romero il brasiliano ha patito delle conseguenze che ancora oggi non consentono a Pirlo di averlo al 100%.

 

La Juventus dovrà dunque trovare il modo di manipolare il pressing dell’Atalanta in fase di costruzione puntando sulle rotazioni dei suoi giocatori, ma accompagnandole anche a una tempestività nel leggere le opportunità, perché contro l’Atalanta sfruttare un buco improvviso può durare lo spazio di un attimo, ma se fatto con i tempi giusti consente di poterne sfruttare altri a cascata. L’assenza di Romero potrebbe consentire alla Juventus di sfruttare meglio le verticalizzazioni tra le linee, senza però farsi ingolosire perché sarà fondamentale per gli attaccanti giocare in profondità. Se quindi Morata, come gli capita spesso, verrà incontro per offrire un riferimento tra le linee, qualcuno dovrà attaccare lo spazio alle sue spalle. In stagione McKennie è stato il più efficace in questo tipo di movimenti, ma anche lui sta avendo dei problemi fisici che lo tengono lontano dalla condizione ideale. Pirlo dovrà quindi scegliere se puntare ancora su Kulusevski, che però tende più a venire incontro che a correre in avanti, e contro le uscite aggressive dei difensori di Gasperini potrebbe soffrire un po’, oppure affidarsi all’americano nonostante la condizione precaria.

 

L'impiego di Dybala al posto dell'infortunato Ronaldo, poi, toglie sicuramente a Pirlo un finalizzatore affidabile, ma forse può migliorare la fluidità dei movimenti e gli scambi di posizione. Tuttavia Pirlo potrebbe anche stupirci con qualche soluzione estemporanea, magari l’utilizzo simultaneo di Alex Sandro e Danilo a sinistra con Chiesa a destra, oppure Danilo davanti alla difesa con i due terzini che spingono e Kulusevski dentro il campo.

 

Sul sottile filo del dominio sulla trequarti avversaria si giocherà una delle partite più importanti della stagione. Abbiamo ormai imparato a riconoscere le scalate di pressing in avanti di Gasperini, che sono senza dubbio l’impronta difensiva più riconoscibile ed efficace nel suo ciclo a Bergamo. Anche per questa ragione, è plausibile immaginare un ritorno al fedele 3-4-2-1, proprio per correre meno rischi contro la fluidità della Juventus di Pirlo, che nonostante le imperfezioni ha dimostrato di avere varie soluzioni in fase di impostazione, grazie anche alle tante armi a disposizione nonostante le assenze. La capacità di adattarsi alla gara durante in 90 minuti sarà però più determinante delle scelte iniziali.