Il centrocampista della Roma si è raccontato in una lunga intervista: "Totti è una leggenda, è come Zidane per i francesi. Ci ho parlato qualche giorno fa per la prima volta ed ero felice come un ragazzino. La nuova proprietà ha grandi ambizioni"
Per Jordan Veretout la Roma è stata una rivelazione. In una lunga intervista rilasciata a onzemondial.com, il centrocampista ha raccontato il suo momento in giallorosso: "Il club ha recentemente cambiato proprietario, che è arrivato con grandi ambizioni. È stato messo in atto un progetto che sta cominciando a prendere forma, vediamo in che direzione si svilupperà. Quando c'è una nuova dirigenza, non cambia tutto dall'oggi al domani: il miglioramento avviene in modo graduale. Non si può passare dal quinto al primo posto in una sola volta. La Roma tornerà sicuramente una grande della Serie A, è soltanto questione di tempo e sento che non ne manca ancora molto. Comunque questa non è una squadra come le altre, senza mancare di rispetto a nessuno. Vivere in questo contesto mi fa rendere conto di aver raggiunto un traguardo". Il giornalista ha provato a stuzzicarlo, accostandolo a Totti perché è il rigorista della Roma. Ma Veretout ha voluto mettere subito le cose in chiaro: "No, lui è un'altra cosa. A Roma è una leggenda vivente, non esiste un suo successore. Qualche giorno fa, uno dei dirigenti ci stava parlando via FaceTime mentre io non ho mai avuto la possibilità di vederlo perché quando sono arrivato lui non c'era più. All'improvviso me l'hanno passato, ho avuto l'opportunità di parlarci per un minuto ed è stata una cosa impressionante. Ero felice come un bambino. Totti in Italia è come Zidane in Francia. Averci parlato è stato emozionante: ho 28 anni, moglie e figli, non sono più un ragazzino eppure quando sono tornato a casa l'ho detto a tutti! Non dimentichiamoci nemmeno di De Rossi".
Veretout e l’Italia
A proposito di paragoni importanti, Veretout è stato il secondo centrocampista francese ad aver realizzato 10 o più reti in un singolo campionato. Il primo era stato Michel Platini: "È una leggenda per noi, essere paragonato a lui è lusinghiero. Lui è un grandissimo uomo ed ex calciatore, io sono Jordan Veretout. Non devo dimenticarmi chi sono veramente. Sto facendo la mia piccola carriera. Se poi dovessi segnare di più non mi dispiacerà". Tra Fiorentina e Roma, il giocatore ha potuto capire a fondo cosa significhi il calcio per gli italiani. "Tutto ruota intorno a questo, c’è una vera e propria cultura. E viverlo nel quotidiano mi ha piacevolmente sorpreso. Si basa tutto sulla tattica, poi ho avuto la fortuna di avere un allenatore che mi ha dato fiducia e mi ha fatto crescere, mi sto divertendo. Non mi pento assolutamente di aver scelto la Serie A, amo questo campionato: ogni due settimane si affronta una grande squadra. Prima di giocarci non la guardavo troppo, ma è una delle migliori leghe".
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Veretout fuori dal campo
Dai sogni alle curiosità, Veretout ha parlato anche di qualcosa di più personale: "A livello calcistico vorrei vincere un Mondiale, una Champions e uno scudetto. Nella vita, invece, mi basta che tutte le persone che mi sono vicine stiano bene. Se non avessi fatto il giocatore? Avrei provato comunque a lavorare in questo mondo, magari facendo l'allenatore. La frase che mi rappresenta è 'l'abito non fa il monaco'".