Atalanta, Percassi risponde a Gomez: "Via per mia scelta per grave atto di indisciplina"
la polemicaIl presidente dell'Atalanta risponde alle accuse del 'Papu' Gomez nei confonti dell'attuale allenatore nerazzurro in relazione alla vicenda del suo allontanamento da Bergamo: "Mi dispiace tornare a parlare della vicenda, ma la decisione di cederlo è stata presa da me per un grave atto di indisciplina nei confronti della Proprietà"
A 7 mesi dal trasferimento al Siviglia, continua a tenere banco la vicenda che riguarda la separazione tra il 'Papu' Gomez e l'Atalanta. Dopo le parole dell'argentino, che aveva accusato Gasperini di averlo "aggredito fisicamente" e Percassi di non aver "avuto le p.... per chiedere all'allenatore di scusarsi", sono arrivate le repliche dall'ambiente nerazzurro. Prima quella dello stesso Gasperini, poi quella del presidente attraverso questo comunicato ufficiale: "Mi spiace tornare a parlare della vicenda, ma la cessione di Alejandro Papu Gomez è stata voluta da Antonio Percassi, Presidente dell’Atalanta, per un grave atto di indisciplina nei confronti della Proprietà. Altro non c’è da aggiungere", le parole del numero uno del club nerazzurro.
L'intervista di Gomez e la replica di Gasperini
"Contro il Midtjylland non avevo rispettato un'indicazione tattica, ma nello spogliatoio Gasperini oltrepassò il limite cercando di aggredirmi fisicamente. Da capitano non mi ero comportato bene, ero stato di cattivo esempio per la squadra. Ma dissi al presidente di pretendere anche le scuse dell'allenatore e che lui non avrebbe dovuto accettare che l'allenatore stesso avesse provato ad aggredire un giocatore. Io chiesi scusa, Gasperini no e il presidente non ha avuto le p.... per chiedere all'allenatore di scusarsi con me. La gente non sa cosa sia successo, lo sta capendo solo ora. Le persone ora sapranno la verità, se la meritano come io me la merito", le parole di Gomez. Immediata è arrivata la replica di Gasperini: "I comportamenti e gli atteggiamenti di Gomez, in campo e fuori, erano diventati inaccettabili per me e per i compagni. L’aggressione fisica è stata sua, non mia, ma il vero motivo per cui è andato via da Bergamo è per aver gravemente mancato di rispetto ai proprietari del club".