Lazio-Inter, Sarri: "I giocatori si allenano più con le nazionali che con i club"

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L'allenatore biancoceleste alla vigilia della sfida dell'Olimpico: "I giocatori si allenano più con le nazionali che con noi. Il calcio attuale probabilmente non mi appartiene più". Sulla sfida contro l'Inter: "A Bologna abbiamo subito tre gol imbarazzanti. Mi aspetto la reazione degli uomini, prima ancora che dei professionisti. Obiettivi? Prima di puntare al bel gioco, dobbiamo diventare una squadra solida"

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Archiviata la sosta per le nazionali, ritorna il campionato con il programma dell'ottava giornata. La Lazio sarà impegnata sabato alle ore 18 allo Stadio Olimpico contro l'Inter. Nella conferenza stampa della vigilia, Maurizio Sarri ha presentato così il match contro i nerazzurri.

Domani c'è l'Inter. Dopo Bologna ci siamo chiesti le cause di un black-out. Che reazione si aspetta?

"In queste due settimane ci siamo allenati a ranghi ridotti, è difficile valutare le reazioni della squadra. Purtroppo il calcio attuale è questo, probabilmente non mi appartiene più perchè sono un allenatore da campo. Tutti i mesi facciamo 7 partite in 19 giorni, i giocatori si allenano più con le nazionali che con noi. A noi non capita mai di poterci allenare 4-5 giorni prima delle partite. Non siamo più di fronte a uno sport, ma di fronte a uno show in cui tutte le componenti cercano di spremere soldi agli appassionati. Io sono vecchio e legato a un altro tipo di calcio. Mi aspetto una reazione dagli uomini, più che da calciatori. A Bologna abbiamo giocato da squadra superficiale, basti pensare a come sono nati i loro 3 gol, tutti da situazioni imbarazzanti. Non mi attendo la reazione dei professionisti, ma la reazione degli uomini"

 

Che partita ci dobbiamo aspettare con l'Inter? Mancherà Acerbi, Radu potrà tornare protagonista dopo un periodo di scarso impiego?

"Radu fino a poco tempo fa non mi ha mai dato la sensazione di essere in grandissima condizione. Negli ultimi 10 giorni è in netta crescita. Dopo il Covid ha avuto difficoltà nei recuperi tra uno sforzo e un altro e questo può darsi che lo abbia condizionato. Ancora non è chiaro cosa ti può lasciare questa malattia. Penso che in questo ciclo sarà utilizzato anche lui"

 

Per qualcuno questo Lazio-Inter è già uno spartiacque. Che peso dà a questa partita?

"Ci sono tre punti in palio. Non può essere chiaramente uno spartiacque in questo momento della stagione, soprattutto per una società come la nostra che ha fatto una scelta di rottura ed è palesemente in un anno di costruzione e transizione. L'importante è gettare delle basi, che non può essere quello di giocare un calcio spettacolare, ma di trovare prima un minimo di solidità. In questo momento dobbiamo lavorare su questo"

 

Le condizioni dei nazionali, compreso Immobile

"Ciro sta abbastanza bene, si sta allenando con il gruppo da un paio di giorni. Probabilmente stare fermo qualche giorno gli ha fatto anche bene. Per quanto riguarda gli altri nazionali, vediamo. Si sono allenati con il gruppo, ma in modo ridotto e oggi sarà il primo allenamento attendibile da questo punto di vista"

 

Dopo le nazionali le gare sono sempre particolari. Che partita si aspetta?

"Ho sempre un certo timore dopo le nazionali, visto che arrivano giocatori che si sono allenati tutti in modi diversi. Staccare la spina ed entrare in un contesto diverso e poi riattaccarla, non è così scontato come può apparire dall'esterno. C'è sempre un indice di rischio in queste partite soprattutto dal punto di vista mentale. In questo senso meglio giocare contro l'Inter che contro una squadra meno blasonata. Noi abbiamo dei margini di crescita enormi e dobbiamo capire quanto tempo ci servirà per crescere sia a livello individuale che collettivo. Non possiamo ancora sapere dove possiamo arrivare"

 

La solidità passa molto dal centrocampo. Che cosa devono fare i centrocampisti per migliorare il livello della squadra?

"Noi abbiamo un modo di difendere che presuppone una partecipazione totale da parte di tutti i calciatori. Non possiamo permetterci che nessuno salti un movimento o a livello di intensità. Gli è chiesto quello che ci è mancato completamente a Bologna. Siamo una squadra che come obiettivo finale vuole condurre la partita, ma è inutile farlo se in certi momenti facciamo errori in fase difensiva. Noi in questo momento stiamo facendo errori collettivi ed errori individuali. Secondo me, prima di pensare ad altre cose, bisogna diventare una squadra che può attraversare dieci minuti di difficoltà senza prendere gol"

 

Le condizioni del terreno di gioco dello Stadio Olimpico. Cosa si aspetta per un big match come Lazio-Inter?

"Del terreno dell'Olimpico si sono lamentati in tanti, ma hanno risposto solo a me. Probabilmente sono particolarmente gentili nel rispondermi. Ne ha parlato Mourinho ma non ho sentito risposte e anche la federazione ha valutato un altro terreno di gioco che non fosse quello dell'Olimpico. E' un terreno di gioco scadente, ci è stato assicurato che ci saranno dei miglioramenti e aspettiamo"

 

Sono esistiti momenti in passato in cui si è staccata la spina. Ha capito cosa succede alla Lazio dopo grandi prestazioni? Problema di poca concentrazione?

"Trovare una risposta univoca a una problematica mentale di 30 persone è difficile. Se persiste lo stesso problema anche con allenatori diversi e gruppi diversi, probabilmente è una questione ambientale. Dobbiamo andare avanti e fare apparire il lavoro come unica soluzione, senza concessioni a nessuno, al di là del nome che porta e dell'importanza che ha all'interno della squadra. Solo il lavoro ci può aiutare a cambiare mentalità, altrimenti si rimane sempre su discorsi generici che hanno poco senso. In tutti gli spogliatoi in cui sono stato in questi 30 anni, anche quando si fanno i confronti, parlano sempre i soliti 2-3 giocatori. E' difficile capire cosa c'è nella testa di ogni giocatore. Sicuramente è un gruppo che in alcuni momenti, soprattutto in cui le cose sembrano mettersi bene, emerge un po' di superficialità. Dopo la vittoria contro la Lokomotiv, in cui ho visto per davvero la mia squadra, c'è stato un calo. Quello è il percorso che dobbiamo seguire come obiettivo finale"

 

Torna all'Olimpico Simone Inzaghi. Cosa pensa del suo predecessore?

"Questa storia degli scontri diretti fra allenatori ci credo poco. Dipende sempre dalla squadra che stai allenando. Probabilmente ho perso diversi scontri diretti quando ero all'Empoli, mentre a Napoli ne ho persi pochi. Inzaghi ha fatto bene alla Lazio, in questo momento è su una panchina importante, forse la grande favorita per il campionato. Nonostante abbiano ceduto un paio di giocatori, hanno fatto acquisti funzionali e secondo me hanno perso pochissimo potenziale rispetto all'anno scorso. Non conosco l'Inzaghi uomo, ma l'allenatore sta facendo bene da diversi anni"

 

La mentalità si allena oppure si può migliorare aggiungendo calciatori come Leiva o Pedro?

"Bisognerebbe capire se questi giocatori oltre ad avere una buona mentalità, abbiano la capacità di trascinamento verso il resto del gruppo. Dall'esterno è sempre difficile fare questo tipo di valutazioni. In campo si vedono giocatori che sembra che abbiano una personalità straripante, quando li alleni capisci che non è così. Oppure il contrario"

 

Ci sarà un duello decisivo nel match di domani?

"Non so nemmeno chi farò giocare io, mi viene difficile sapere chi giocherà nell'Inter. Mi interessa che il mio gruppo abbia una reazione. Giochiamo contro una squadra forte, ci saranno momenti difficili, ma questo fa parte del livello del nostro avversario"

 

Quanto si aspetta da Luiz Felipe, vista anche l'assenza di Acerbi?

"Quello che mi aspetto dagli altri. In questa difesa, nessuno ha ancora preso in mano la situazione e ci sono problemi di comunicazione. Luiz Felipe sta facendo il suo compito piuttosto bene, ma penso che potrebbe elevarsi a conducente di questa linea. Non è semplice, perchè i giocatori non hanno ancora certezze assolute su quello che gli chiedo io. Crescendo dal punto di vista della conoscenza sulle richieste, probabilmente la personalità sarà più facile da tirare fuori"